La Gloriette

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Vienna è una città magica! Magica e basta. Non sono vere tutte quelle voci sul fatto che sia una città fredda o una città che non si è più ripresa dopo l'impero. Vienna è una città molto moderna, ma in modo diverso da qualsiasi altra, perché la tecnologia si mischia con grande armonia allo stile barocco che continua ad aleggiare in ogni via della città. Di certo non si può ignorare che è stata l'antica capitale di un grande impero, potente e sfarzoso, ma questo non le ha impedito di accrescersi e modernizzarsi. Non è strano vedere un taxi giallo che affianca una bella carrozza in legno o un'istallazione moderna di fianco ad un quadro dell'ottocento. Bisogna viverla così com'è: con i suoi abitanti sorridenti e il suo clima spesso nuvoloso. Ed è proprio in quel clima pungente di Marzo che mi sono ritrovata a vivere un'esperienza che definirei interessante con i miei amici...
La mia esperienza viennese è iniziata appena ho messo piede in quella bella città. Il freddo mi ha abbracciata immediatamente, colorandomi le guance di rosso e rendendo lucidi i miei occhi. Al freddo è presto seguita la pioggia e, tra una goccia e l'altra, abbiamo visto cose meravigliose come il Leopold Museum e il
Kunsthistorisches Museum; ma se il primo giorno è stato bello, il secondo è stato ancora meglio, grazie ad una visita agli appartamenti reali, e il terzo giorno...il terzo giorno è stato quello decisivo a marchiare per sempre l'immagine di Vienna nella mia mente. Come principale sfondo dei miei ricordi viennesi c'è il castello di Schönbrunn: la famosa reggia estiva degli Asburgo. Questo luogo mozzafiato, tanto bello da essere un bene protetto dall'UNESCO, si compone di diverse parti immerse in un parco molto bello e molto grande. Famose sono le serre in vetro, incantevoli, e la Gloriette, un piccolo tempietto, se così si può definire, propizio alla poesia e al riposo, situato su di una collinetta che domina tutta Vienna. Sicuramente una parte del mio cuore è rimasta su quella collina, dalla quale il mio sguardo ha abbracciato le strade pulite ma trafficate della città sotto di me. La prima cosa che ho notato salita alla Gloriette è l'abisso che si frappone tra la calma di quel parco magico e il traffico del cuore pulsante di Vienna, e non mi viene difficile immaginare la principessa Sissi che si stende sul prato verde della sua reggia di campagna per concedersi un po' di tranquillità. Dopo essere salita, decido di spendere un po' di tempo sulla collina: mi piace molto e mi regala uno strano senso di dolcezza e piacere; quindi inizio a camminare avanti e indietro sul viale in ghiaia dal quale si vede la città. Sotto di me le macchine corrono veloci e la gente è indaffarata, quassù, invece, le uniche persone presenti siamo io, Achille, che sta tranquillamente sonnecchiando sul prato, Allegra insieme agli altri nostri amici, Oliver, Federico e Gabriel, e un gruppo di turisti giapponesi, che sono sempre presenti, in qualsiasi città ed in qualsiasi periodo.
"Raga, ma questo posto è bello da Dio!"
Io sbuffo. "Fede!"
Federico mi guarda come in cerca di spiegazioni, che però gli arrivano da Oliver:
"Insomma signor Federico, un po' di classe! E poi qui siamo in Österreich, al massimo puoi dire che questo posto è wunderschön!"
Oliver è un ragazzo fantastico, è sempre gentile e solare, riesce a portare felicità e mi piace sentirlo parlare perché, a parte il fatto che è un "tipo" interessante, ha una voce molto calda. Eccolo, mentre sta facendo il suo spettacolino, gesticolando e parlando come un vero "crucco", suscitando la risata generale.
Dopo questo giochino, gli altri raggiungono Achille, che sta ancora dormendo tranquillamente, ed io rimango sola con Oliver, così decidiamo di salire ancora e andare ad esplorare il tempietto vero e proprio. Camminiamo lentamente, respirando a pieni polmoni l'aria frizzante del mattino e parlando di quanto sia bello quel castello. Saliamo i gradini della Gloriette e ci giriamo per avere la visuale su tutto il panorama.
"Sele..." Oliver si schiarisce la voce con un colpo secco di voce. "Ti posso parlare?"
Mi giro verso di lui sorridendo. Lo guardo negli occhi, neri e profondi. "Dimmi."
Il ragazzo inizia a parlare ma la mia attenzione è catturata da qualcosa alle spalle del mio amico: un uomo biondo, seduto per terra con le spalle appoggiate ad una colonna del tempietto, intento a disegnare, probabilmente il panorama.
"Sele, hai capito? Cosa...cosa ne pensi?"
Mi chiede Oliver, ma io me ne accorgo appena; non ho neppure sentito cosa mi ha detto perché la mia attenzione è stata come risucchiata dall'artista della Gloriette. Dimenticandomi completamente di Oliver, avanzo leggermente verso l'uomo biondo, seguendo i tratti leggeri della sua matita sul foglio, lo stesso foglio che è colpito dai riflessi che la sua barba produce a causa del sole luminoso. Sento un fremito lungo tutta la schiena e guardo il viso dell'artista, che, sentendosi osservato, si gira.
"No..." Dico. "Non è possibile..."

Wanderlust: Storia di un'aspirante viaggiatriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora