Old Boy

199 15 0
                                    

"La guerra è fuori, svegliati.
Stanotte verrò a prenderti.
Giovane e vecchio: Benjamin.
Batto il tempo, fermami"

Mi accompagnarono in una navicella.
"Ora finirai in cella, Ahahah!" Il procione mi lanciò all'interno.
L'uomo che avevo ferito per recuperare la reliquia comparve alle loro spalle.
"Rocket, l'hai presa?!" Guardò l'animale con gli occhi sgranati.
"Certo Peter, cosa ti aspettavi? Siamo inarrestabili!"
L'animale alzò le braccia all'aria per esultare, irrigidendo i baffi e muovendo l'aria vicino al giubbotto dell'uomo.
Strattonai le mani, ma le manette di energia mi tenevano ferma.
Rocket e l'albero della vita uscirono mentre l'uomo si appoggiò ad una sedia con la gamba sinistra "allora perché lavori per Thanos? Non mi sembri aggressiva naturalmente" mi morsi il labbro inferiore.
Guardavo la sua barba, gli occhi azzurri e i capelli castani e risposi.
"Non lo faccio perché lo voglio ma perché sono costretta, ha fatto rapire i miei amici da Tivan"
L'uomo mi lanciò uno sguardo.
"Tivan... Sei messa bene, per la cronaca io sono Peter Quill, chiamami Star-Lord, tu?"
Mi sedetti su un sedile la vicino a peso morto, lasciando le gambe come si disponevano da sole.
"Sono Laura Kinney, sono una mutante, mi hanno creata in laboratorio con i geni di un altro mutante per essere usata come assassina a pagamento, ti basta o vuoi che continuo?"
Lui non mosse un solo muscolo.
Iniziai a sentirmi in tensione così iniziai a muovere la scarpa sinistra.
Spostai il viso in basso e uno stato di depressione mi assalì.
"Quando mia madre mi ha liberato..." Sospirai poiché sentivo ancora quel dolore dentro di me"... l'ho uccisa contro la mia volontà, quindi sono scappata a San Francisco e là ho lavorato come prostituta, per potermi mantenere"
Lui sembrò diventare triste ma poi spostò la mano destra sul giubbotto e intravidi un vecchio walkman della Sony.
"Questo me lo ho lasciato mia mamma prima di morire" prese in mano quel pezzo di tecnologia antica "voleva lasciarmi la musica pop prima di beh, penso tu abbia capito, e a te cosa ti ha lasciato tua madre?" Mi indicò con l'indice sinistro.
Sbuffai "solo il dolore,la tristezza e rabbia" mi guardò stupito "anche lei mi ha usato per uccidere"
Lui ripose l'oggetto sulla cintura "mi dispiace..." Si aggiustò il cappotto "i tuoi artigli sono naturali?" Girai i polsi sopra la testa per poi metterli davanti a me.
Sfoderai le lame, lucenti come il diamante ma sporchi, non solo del mio ma anche del sangue altrui.
"Si, più o meno, sarebbero d'osso ma mi hanno sottoposta ad un esperimento e li hanno rivestiti di adamantio"
Lui passò la mano sulla barba "come diavolo hai fatto a sopravvivere?"
Sollevai il culo per risedermi sulla sedia "il fattore di guarigione di mio 'padre' è molto veloce e così ho sopportato l'esperimento"
Si sistemò la giacca rossa "beh sai non posso lasciarti andare, una cella al kyln ti aspetta" si sedette al comando "e scusa quanti anni hai? Quattordici, quindici?"
Passai la lingua sulle labbra per inumidirle "ne ho 21 ma il fattore rigenerante mi tiene sempre giovane"
Lui si mise la cintura apposto e cliccò un pulsante sul pannello di controllo.
Una specie di gabbia mi tenne ferma e le manette sparirono "ok ora tieniti"
Partimmo, ormai era inutile cercare di scappare, eravamo nello spazio e la maschera che avevo mi era stata sottratta.
Mi sedetti ad aspettare, iniziai a graffiare la nave, come quando i carcerati contano i giorni in cella.
"Smettila! La stai rovinando!" Era lui, sorrisi e feci scomparire gli artigli.
Mi metto ad aspettare, non posso fare altro.
"Eccoci! Siamo arrivati"
Guardo dal finestrino, era una stazione spaziale enorme.
Atterrammo da qualche parte e mi liberò dalla cella, immancabilmente le manette ricomparirono sui miei polsi.
"Avanti esci" mi prese per la spalla e mi strattonò verso l'uscita.
"Non serve essere così irruenti!"
Feci notare.
Camminai davanti a lui per i corridoi della prigione spaziale, finché non ci fermammo davanti ad una porta diversa dalle altre, più grande e spessa.
"Bene, ora soggiornerai qua per un po'" mi girai verso di lui per attaccarlo e magari sbudellarlo.
Ma delle navette armate mi mirarono, quindi mi guardai attorno e poi mi voltai verso la porta aperta.
Camminai verso un cerchio metallico al centro, un vetro spesso mi separava da due guardie che mi osservavano.
"Soggetto cv4tj2pk, si chiama Laura 'Sarah' Kinney è una mutante terrestre conosciuta come X-23"
Sputai a terra e mi tolsero quelle odiose manette.
"Nata in un laboratorio dai geni del mutante Wolverine, ha degli artigli indistruttibili sulle mani e ai piedi di adamantio innestato chirurgicamente, il suo fattore di rigenerazione impedisce di capire quanti anni abbia" toccarono ancora il pannello di vetro.
"Ecco qua, è stata addestrata come un Samurai e un Marines messi insieme per essere usata come assassina, i suoi sensi ferali le permettono di percepire la gente intorno a lei e infine cosa più importante, il titano pazzo Thanos ha rapito sia lei che tutto l'istituto Xavier per mutanti grazie al collezionista" l'altro spostò la mano sul vetro.
Finalmente mi fecero procedere ad un altra stanza, le docce.
Mi fecero mettere nuda e mi lanciarono addosso una sostanza arancione, che schifezza, avrei preferito nuotare nel liquame rosso di mille corpi sventrati.
Presi il mio intimo nero, le mie scarpe e una tuta gialla, era della misura giusta.
Avanzai per una scalinata e ricevetti un sacco a pelo e poi entrai nella prigione.
Alta due piani di sette metri con una torre al centro, tutti i prigionieri stavano per conto loro, io non mi differivo più di tanto.
Mi siedo ad un tavolo isolato e un bestione blu alto come il triplo di me si avvicinò con altra gente che mi accerchiò.
Lo osservai attentamente, le orecchie a punta lo rendevano molto ricettivo ai rumori attorno a se, il petto gonfio era solo per fare scena.
Sghignazzava sputando sul pavimento "mhm che bel bocconcino che abbiamo qua, ti farei provare qualcosa di veramente duro Ahahahah!!!" Tutti risero con lui.
Mi passò la mano nervosa sui capelli.
Lo intimai con lo sguardo ma lui non mi prese sul serio, che idiota.
Presi di colpo il suo braccio spezzandolo, urlò di dolore.
Mi alzai sopra il tavolo e lo presi sulle spalle lanciandolo addosso alla folla spaccandogli il naso, sfoderai le lame in segno di rabbia.
Tutti non osarono fiatare o intervenire.
Io mi risedetti tranquilla, le guardie presero il detenuto e lo portarono nelle cella.
Io nascosi gli artigli.
Alcune guardie aprirono le celle con dei bracciali sulle braccia, interessanti, ed entrai in una di queste.
Mi stesi a terra con il sacco a pelo e dormii.

Ooook, ci siamo.
La prigione, eh...ora sapete perfettamente chi è Laura e cosa sa fare.
Il suo addestramento è il più potente dell'universo Marvel.
Detto questo...buona settimana!

MidniteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora