Faraway

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"Conserva paura private,
credo ci sia un doppio fondo,
in queste tasche bucate
fino alla parte opposta del mondo"

Un rumore.
Bip.
Ancora.
Bip.
Apro l'occhio destro.
Un soffitto marrone, una ventola che fa fresco che gira, dei faretti al led caldo che illuminano la stanza.
Sono su un letto grande.
Le finestre semi-aperte, poca luce filtra dai fori della tapparella.
Il canto degli uccellini.
Pettirossi probabilmente.
Mi osservo.
Sono semi-nuda, avevo indosso solo il reggiseno e le mutandine, neri entrambi.
Un ciuffo di capelli mi finisce sugli occhi.
Lo sposto come solo noi ragazze facciamo, dietro all'orecchio.
Vedo una sedia davanti a me.
Una felpa nera, ha varie macchie rossiccie qua e là, quasi come se fosse bruciata.
Dei jeans grigio scuro, con pochi tagli sul davanti.
Una t-shirt nera con la scritta bianca "Give me a Hell Yeah!" Sorrido.
Un paio di calzini bianchi e le mie Converse, ormai logore, ma sempre belle.
Sposto lo sguardo a sinistra.
Una sveglia olografica del Daily Bugle sul tavolino, assieme ad una lampada spenta.
Rappresenta un pianeta azzurro che ruotava, quasi ipnotico, con il nome del giornale in cui lavora Parker.
Sono le otto e mezza del mattino.
Dovevo aver dormito parecchio.
Alzo il busto piano, per assaporarmi ogni momento di tranquillità della stanza.
Sotto le mani solo il letto.
Le coperte le dovevo aver fatte cadere dormendo e agitandomi.
Mi giro e arrivo sul bordo.
Appoggio un piede a terra, la coperta sotto di esso.
Mi guardai i piedi ed inizio a battere sulla coperta dolcemente.
Non mettevo mai lo smalto solo perché non avevo tempo, ma ora chi me lo impedisce? Sono sola.
Una stanza in cui stare tranquilla, come se fosse casa.
Giro la testa e i capelli mi toccavano la spalla e il seno.
C'è un bagno.
Mi alzo.
Cammino sulle coperte, poi anche sul legno, caldo.
Apro la porta e vedo il lavandino.
Sopra, i trucchi di Drax.
Afferro lo smalto nero.
Guardo il mio braccio.
Mi sembra un'eternità fa che mi scorticavo solo per stare meglio.
Abbasso la tavola del water e mi ci siedo sopra.
Alzo il piede destro e afferro lo smalto e poi lentamente lo applico sulle unghie.
Poco dopo ammiro l'opera fatta.
Mi sta bene, mi sento felice.
Ripeto lo stesso passaggio con il piede sinistro e alle mani.
Aspetto due, tre minuti e mi alzo.
Mi abbasso le mutandine e alzo la tavoletta, poi mi siedo.
Faccio pipì, sollievo per la mia povera vescica.
Mi lavo i denti e il viso, per poi mettere un po' di trucco e il deodorante.
Dovevano avermi già fatto la doccia mentre ero priva di sensi.
Esco dal bagno tranquilla senza nessuna sensazione di venire attaccata.
Solo il vuoto, non ho nemmeno l'esigenza di fumare.
Arrivo al letto e afferro gli indumenti.
Mi vesto il più lentamente possibile.
I calzini, la maglietta, i jeans, la felpa e poi le scarpe.
Metto a terra i piedi e mi rialzo.
Sul comodino ci sono le chiavi della mia moto.
Le lascio là, assieme ai guanti.
Apro la porta e un ragazzo mi passò davanti velocemente.
È la scuola.
Rifletto...deve avermi afferrata Logan.
Esco e chiudo la porta alle mie spalle.
Cammino sul tappeto rosso guardando solo avanti.
La felpa aperta e i jeans rotti lasciano che il mio corpo respiri.
Tenevo la felpa per i polsini con le dita.
Quasi a non volerla fare scappare.
Cammino fino alla cucina.
Logan era seduto con un sigaro in bocca, il posacenere e un caffè davanti a lui.
Un tiro e poi un sorso di caffè.
Mi avvicino e poi mi siedo davanti a lui.
Incrocio le gambe sulla sedia, metto i gomiti sul tavolo e poi batto i pugni davanti al viso.
Lascio andare la felpa, scoprendo le mani e le braccia.
Lui mi fissa con il sigaro in bocca e il fumo che esce dalla bocca.
Aveva finito il caffè, poi spegne il sigaro nel posacenere.
Subito dopo ne tira fuori un'altro "Stark ha lasciato questo per te"
Lo vidi prendere dalle tasche un qualcosa.
Mi mette davanti agli occhi un cellulare, un iPhone 5S "ha detto che potrai chiamare chiunque e loro verranno...hanno già inserito tutti i loro numeri"
Presi il cellulare e lo sbloccai con il pollice destro.
Osservai le applicazioni.
Permetti il pollice sulla rubrica.
C'erano tutti, pure Quill e Rocket.
Lo bloccai con il tastino in alto a destra.
Misi il telefono in tasta dei jeans, poi tornai a guardare Logan "io invece ho questo per te" prese un sacchetto e me lo porse.
Presi il sacchetto e riconobbi subito il mio giubbotto.
Era stato riparato con altri pezzi di pelle nera, le cuciture si notavano appena.
Piansi di gioia, Logan si alzò, arrivò alle mie spalle e mi abbracciò.
La stretta forte, era stato veramente lui ad afferrarmi mentre cadevo verso il basso.
Lasciai la busta sul tavolo e mi asciugai le lacrime con la felpa...per fortuna il trucco era waterproof.
Lui mi lasciò "ok...dai tra poco devi essere a scuola"
Guardai Logan con gli occhi rossi e con aria interrogativa.
Lui mi fissò serio "non pensavi mica di di non andare a scuola, vero?" Io abbassai lo sguardo.
Lui mi batté con la mano sulla spalla "dai su, ecco, qui c'è scritto dove devi andare e la tua iscrizione da dare in segreteria" presi i fogli e li osservai.

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