"Tagliano i ponti ma sbagliano,
Cammineremo sulle acque con Dynamo,
Verso il nulla come i cani che abbaiano,
Sono felice solo ora che sanguino!"Entro nell'hangar.
Ora mi rendo conto, come cazzo si pilota una navicella spaziale?
Mi guardo attorno e... Chi diavolo è quello?!
Un uomo enorme, alto due metri circa, probabilmente peserà cento/centodieci Kili sicuri.
Ha un sacco di tatuaggi rossi su tutto il corpo, deve avere una forza mostruosa vista la massa muscolare.
Vedo che si avvicina ad una navicella e con balzo si aggrappa ad essa facendola oscillare, il suo braccio afferra il portello e lo apre.
Velocemente mi avvicino a lui, non vorrei chiedere un passaggio ma è l'unico qua dentro, che oltretutto sa guidare uno di questi aggeggi infernali.
Mi schiarisco la voce e lui si gira verso me mettendo le mani sulla porta, ora che lo vedo meglio ha dei tatuaggi anche vicino agli occhi "scusa ma ti posso chiedere un favore? Qua dentro solo tu sai guidare questi affari e insomma volevo chiederti un passaggio per knowere"
Lui non fece una piega, mi guardò dall'alto in basso, le ferite si erano rimarginate ma un po' di sangue era rimasto sporcandomi i capelli, la maglietta e i pantaloni, poi avevo ancora addosso quella merda arancio "sali"
Quel vocione risuonò nella mia testa prepotentemente, si spostò dalla porta avvicinandosi ai comandi.
Presi con forza il portellone e salii anch'io, mi sedetti vicino a lui e misi la cintura, lui invece stava senza e fece partire la navetta.
Si girò verso di me e mi osservò attentamente, non so cosa guardasse di me ma era la prima volta che mi sentivo nervosa davanti a qualcuno, poi lui aprì bocca "ti serve una doccia, in fondo a destra e se mi dai il permesso do una lavata ai tuoi vestiti"
Oddio non so cosa dire, volevo starmene tranquilla nella scuola invece quel pazzo di Thanos, 'no devi aiutarmi.... mavaffanculo!
E ora mi ritrovo con un estraneo, non so dove nello spazio, che mi aiuta, strano.
Slaccio la cintura e mi alzo, lo guardo ancora un po' "grazie" risposi flebilmente "mh mi chiamo Laura"
Lui mise le braccia sui poggioli "Drax"
Arrivai al bagno e lasciai su un ripiano la affianco i vestiti, aprii l'acqua calda e mi ci misi sotto, finalmente lavai via quella sostanza ripugnante.
Mi lascio ai ricordi.
Mia zia e mia cugina Megan, mamma e il maniaco.
Era un giorno di maggio, mi pare, avevo si e no undici anni, ero già diventata una macchina assassina.
Mia cugina era stata rapita da un maniaco sessuale a cui la polizia dava la caccia da mesi, mia zia sconvolta chiese aiuto alla sua unica sorella.
Mamma mi spiegò cosa dovetti fare, era semplice, dovevo solo ucciderlo silenziosamente, senza che Megan lo vedesse, se no ne sarebbe rimasta sconvolta.
Mamma stette con la zia a distrarla, io annusai l'aria e trovai la traccia dell'uomo.
Scalai l'edificio ed entrai dalla finestra fortuitamente aperta.
Appena lo vidi gli tagliai la gola con un colpo deciso, lui era scioccato, si teneva con le mani il taglio.
Guardai tutta la scena, gli occhi spalancati e la bocca semi-aperta, il sangue che sporcava le sue mani che si abbandonavano sul pavimento.
Non provai nessun rimorso in quella morte.
Entrai in una camera e niente, nella prossima...niente.
Dovevo trovare Megan, eccola, dormiva su un letto disfatto, le tolsi la coperta.
Era nuda con molti lividi sul corpo, l'aveva violentata, muoveva a malapena il torace per respirare e la presi in braccio.
Scesi le scale, fuori era buio e nessuno ci avrebbe visto.
La portai a casa sua, silenziosamente senza farmi sentire dalla mamma e soprattutto dalla zia, salii in camera sua e la adagiai sul suo letto.
Uscii dalla finestra ,lanciandomi giù ,caddi sulla spalla con una capriola, mi alzai per poi suonare al campanello.
La zia venne ad aprirmi, mi salutò con un sorriso chiedendomi chi fossi "ciao piccola! Come ti chiami? Ti sei persa?" Scossi la testa "cerco la mia mamma" cercai di parlare con la voce più dolce che mi veniva.
Mamma comparve dietro di lei "eccoti Laura! Hai fatto?" Annuii, zia si girò verso sua sorella.
In quel momento partì una conversazione tra parenti.
Mamma mi presentò e poi salutammo, tornammo al laboratorio.
Il giorno dopo io venni massacrata da Kimura, mentre mia zia esplose di felicità vedendo sua figlia sana e salva.
Ero felice dentro di me, come in questo momento.
Avevo finito di lavarmi.
Drax entrò, stetti zitta e finii di lavarmi via il sapone, ma comunque lui prese i vestiti e uscì velocemente.
Presi un asciugamano e lo avvolsi sopra il seno, aprii la doccia e poggiai i piedi su pavimento antiscivolo, lo specchio rifletteva la mia immagine, sempre lo stesso pensiero.
Sempre lo stessa immagine.
Una donna con un corpo da sedicenne senza un pelo, la pelle liscia e candida non lascia intravedere tutte quelle cazzo di torture che ho subito, tutto quel sudiciume rosso che mi colava addosso, ma anche se mi stazionassi in un posto, al riparo dal mondo, ci sarà sempre qualcuno che mi darà la caccia, lo SHIELD, Facility o magari l'HIDRA.
Drax entra e lo vedo appoggiare i miei vestiti già lavati e una borsetta sul ripiano ed esce senza neanche guardarmi.
Asciugo i capelli e la doccia.
Mi rivesto, le mutande le infilo con gesto veloce tirandole verso l'alto seguite dai pantaloni e dal reggiseno, la maglietta e il giubbotto li indossai subito e infine le scarpe.
La borsetta non la avevo neanche considerata fino ad ora, è aprendola ne rimango stupita.
Perché mai un tipo come Drax aveva quelle cose? Maschara, matita, eye-liner e un fondotinta.
Prendo quegli oggetti, passo quel poco di trucco che metto sempre e ripongo la borsa sul ripiano ed esco.
Drax è seduto al comando e si sta guardando lo spazio.
Mi muovo lentamente cercando di non fare rumore, probabilmente mi sentirà e quindi decido di aprire bocca "Drax come mai avevi quel tipo di oggetti con te?"
Lui restò zitto e immobile, nemmeno fosse la sfinge.
Spostò la mano sinistra sul mento e poi la fece cadere a peso morto.
"È quello che mi rimane di mia figlia Kamalia, prima che Thanos e Ronan entrassero in società e uccisero la mia famiglia, pensavo che potessero servire più a te che a lei ormai"
Dio mio, nessuno aveva mai fatto un atto così gentile nei miei confronti, mi sento come perforata nella mia corazza d'odio e rabbia, ho sempre tenuto il mondo in disparte ma, ora come ora, lascio cadere il discorso con un sorriso e mi siedo affianco a lui "mi dispiace, dovevi amarli con tutto te stesso" misi la mano sulla sua spalla e lui mi guarda con i suoi occhi e ne noto il colore, rosso come il fuoco.
Lui sembra sorridere e con la mano strinse dolcemente la mia per poi spostarla di dosso.
Mi accomodai nuovamente al sedile e mi assopii stanca.
Drax toccò il mio polpaccio "si? Dimmi Drax" stavo con la testa reclinata e le braccia appoggiate ai glutei.
"Mh mh, cosa cerchi di tanto interessante a knowere?" Beh dovevo dirglielo, in fin dei conti mi ha aiutata, e parecchio.
"Il collezzionista, conosci?" Lui annuì "è stato ingaggiato da Thanos per rapire me e i miei amici" sollevai il capo e aprii gli occhi "io gli servivo per recuperare una reliquia su..." "Xander?!" Continuò al posto mio, aveva gli occhi spalancati "si, ma per fortuna un gruppo chiamato 'guardiani della galassia' mi hanno fermata prima che consegnassi quella cosa a Thanos"
Si alzò dal sedile e si mise a camminare per l'astronave.
Prese una sedia e la lanciò sulla parete "Ahhh!! Ecco 'chi' Peter ha portato in prigione, tu!" Indicò me con l'indice e il braccio destro teso.
"Peter, Peter... Oh dio" quel Peter! "ti chiedo scusa. Ok!?" mossi le braccia in alto e lui mi aggredì a voce "Zitta!! Non parlare" era cambiato tutto d'un tratto.
Stetti zitta.
Poi rispose con più calma "Ok ok, accetto le scuse, e ti aiuterò, ma poi te ne vai" Alzai e abbassai lo sguardo più volte e poi annuii.Forse è il meglio riuscito della storia.
Beh Drax...Drax è il distruttore!
Boh, forse sono simili i personaggi, ma una ha dei problemi e l'altro ha i suoi...come ogni persona sulla faccia della terra!
Ad entrambi manca l'amore...e l'amore è la cosa che mantiene il cuore in azione.
Ok...vi lascio al video di Salmo, purtroppo il penultimo.
Alla prossima!
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Midnite
FanfictionLaura Kinney è una ragazzina che non ha mai avuto la sua infanzia, la madre, Sarah Kinney, era una scienziata, che lavorava per Facility. Questa agenzia cercava in tutti i modi di replicare il lavoro del generale William Stryker su Arma X, il famoso...