24.

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Quel giorno il padre di Anna rientrò prima del previsto.

Era eccitato all'idea che sua figlia avrebbe trascorso qualche giorno con il figlio dell'avvocato Giorgetti in un piccolo paesino sul mare, con una spiaggia privata solo per loro.

Aveva raccomandato alla figlia di preparare la valigia per le 14:00, ed erano circa le 14:15 quando lui fece il suo ingresso in casa.

"Anna!" chiamò con un tono tra il severo e l'emozionato.
Più che per sua figlia, in realtà, era emozionato per il fatto che avrebbe finalmente risolto tutti i suoi problemi economici.

Quando non ottenne risposta, comunque, sbuffò percorrendo piano le scale e arrivando di fronte alla camera della ragazza.
Stava per bussare, quando dalla porta sulla destra ne uscì una ragazzina di undici anni, con i capelli castani e degli occhi sorprendentemente azzurri.

"Papà!" esclamò la bambina.
"Marta, non ho tempo ora. Devo accompagnare tua sorella a casa dell'avvocato tra meno di un quarto d'ora." la rimproverò subito suo padre. Marta corrucciò le labbra.
"Ma.. aspetta!" esclamò con un po' troppo entusiasmo, mettendosi tra il corpo del padre e la porta di camera della sorella maggiore.
"Cosa vuoi?!" sbuffò infastidito l'uomo, incrociando le braccia al petto e cominciando a picchiettare il piede destro a terra, impaziente, seguendo un ritmo tutto suo.

Marta cercò disperatamente nella sua testa una scusa per corpire la sorella. Perchè Marta era effettivamente l'unica persona che sapesse dove si trovava in quel momento.
E di certo, non era nella sua stanza.

"Ho preso 9 e mezzo nel tema di italiano!" informò la bimba, afferrando la mano del padre e trascinandolo nella stanza accanto.
Doveva solo prendere tempo.

L'uomo, seppur infastidito, si sforzò di sorridere, infondo Marta era stata davvero brava, e non poteva non mostrarsi felice.
"Bravissima, Marta. Continua così."
"Vuoi leggerlo?" gli domandò dolcemente la piccola, porgendogli il foglio e facendogli gli occhi dolci. Stava per dire di no, ma alla fine cedette, e si sedette sul letto di Marta, leggendo il più velocemente possibile il testo scritto su quel quadernone a righe.

Dopo pochi minuti terminò, e lasciando un altro paio di complimenti banali e superficiali alla sua secondogenita, si diresse nuovamente verso la camera di Anna.
Al che, Marta alzò gli occhi al cielo correndogli dietro.
"Papà!" provò. L'uomo si girò, visibilmente irritato.
"Cosa vuoi ancora? Ho letto il tuo tema! Contenta?! Ora devo chiamare Anna e portarla da Paolo. Sono già le 14:25, per l'amor del Cielo!" Marta si morse il labbro inferiore sentendo il padre rimproverarla in quel modo. Sussurrò uno scusa, ma non sapeva nemmeno lei se fosse diretto al padre o alla sorella maggiore.

Ivan bussò alla porta di Anna.
Nessuno rispose.
Arrabbiato, spalancò la porta.
Ciò che vide era l'ultima cosa che si sarebbe mai aspettato.

*

A qualche metro di altezza di differenza, e a qualche chilometro di distanza, una ragazza dai capelli rossi e gli occhi castani, con le guance tempestate di lentiggini, dormiva tranquillamente sul sedile di un aereo, mentre due occhi al suo fianco, la osservavano con amore.

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AUTRICE!

Ho deciso di aggiornare anche se lo scorso capitolo non ha raggiunto molte visualizzazioni.

Comunque, volevo dirvi che non mi sta piacendo questa storia.
All'inizio avevo un sacco di idee, ma adesso non più. Sarà che è un periodo non tanto bello. Insomma, ho mille cose per la testa.
Ho già in mente cosa scrivere per i prossimi capitoli, ma non credo mi soddisferà più di tanto, e mi dispiace se non soddisferà anche voi.

In ogni caso, sto scrivendo una nuova One Shot che credo pubblicherò, ma non vi svelo ancora nulla. ;)

Se vi va, passate dalla mia traduzione The Tapes sui Larry.

Un bacio. x

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