Ciao a tutti, prima di cominciare a leggere questa storia, volevo informarvi che è stata scritta molto tempo addietro, ovvero quando la sottoscritta aveva 14 anni, ciò significa che ci sono grossi errori, sia dal punto di vista narrativo e tempistico che strutturale. Perciò vi chiedo di essere clementi e perdonarmi. Anche se dubito fortemente che ancora qualcuno abbia questa storia in biblioteca, la sto revisionando, e molto ma molto probabilmente ci saranno grossi cambiamenti. Detto ciò, vi lascio alla storia...
Il suono della sveglia trilla incessantemente, diffondendosi nella stanza, e ricordandomi che è ora di alzarsi, e che che non posso passare l'intera giornata stravaccata nel letto.
Faccio appello alle mie forze e con l'aiuto delle braccia, finalmente mi alzo da quel dannato comodissimo letto, pronta ad affrontare una altra normalissima e monotona giornata.Sto per iniziare a vestirmi quando sento qualcuno bussare alla porta, mi giro e vedo sbucare la figura alta, fredda e distinta di mio padre, del mio finto padre...
《Che succede?》 Domando, vedendo la sua espressione preoccupata sul volto.
《Sharon, dobbiamo parlare》
Qualcosa nel mio stomaco inizia a muoversi... non ho un bel presentimento
《Allora...ecco》
《È successo qualcosa di grave?》 domando.
《No tesoro, no, è solo che... non so come dirtelo》 dice alla fine, guardandomi coi suoi occhi glaciali come i miei. Ha un espressione preoccupata sul volto, quasi leggermente impaurita...
《Papà》 lo chiamo, lo guardo negli occhi anche io, facendogli capire che non avrò nessuna strana reazione, qualsiasi cosa sia, che può dirmi tutto che sono tranquilla, che sono anni che gli attacchi di panico sono finiti.
《Tesoro ci dobbiamo trasferire》
《D...dove?》 Chiedo, sperando non dica ciò che non voglio sentire.
Lui mi guarda facendomi capire che invece è proprio quello che non voglio senrtire.
Improvvisamente sento un grande bisogno di sedermi, non mi sento più le gambe ed inizio a sentire il mio sangue scorrere come l'acqua nel mio corpo, inizio ad avere freddo poi vampate di caldo , mentre la mia pelle si ragrinzisce al solo pesiero di dove sto per andare.
《Non posso》 lo dico sottovoce, quasi fosse un affermazione, un autoconvinzione
Mio padre si avvicina ed inizia ad accarezzarmi la testa.《 mi dispiace tesoro ma dobbiamo trasferirci in Florida perché ci sono stati dei problemi con le nostre aziende li, so che non vuoi, che qui ci sono tutti i tuoi amici, ma dobbiamo andarci perforza.non posso più rimandare 》《cosaaaa papà io non vengo. io non torno in quel posto ,tu lo sai che io non resistere li》 Io non voglio andare in Florida. Quel posto per me è sofferenza .per quanto riguarda i miei amici invece non mi preoccupo tanto non sono mai stata una persona molto socievole.tutti si avvicinavano a me per i loro interessi nessuno voleva stare con Sharon volevano solo farsi vedere in giro con me per il mio cognome .《Sharon nemmeno io voglio tornarci ma dobbiamo 》《proprio non puoi risolvere questa cosa da qui in Italia 》《no questo è impossibile 》《uffa ma non puoi andare solo tu ed io rimango qui》《Sharon non dire stupidaggini devo andare a vivere da praticamente l'altra parte del mondo non ti lascerò mai qui da sola》《ma papà ho 17 anni 》《Sharon ti prego non rendermi le cose più difficili di quanto già non lo siano,purtroppo non c'e altra scelta》sbuffo io e con malavoglia dico《ok ,quando si parte ?》《questa sera 》risponde lui 《sta sera!》quasi urlo 《ma cosa aspettavi a dirmelo!》《scusami tesoro ma l'ho saputo da poco 》《va bene allora inizio a preparare la valigia》《ok io vado a finire le ultime cose così dopo possiamo partire》mio padre esce dalla stanza lasciandomi sola con i miei pensieri. Non ho la minima voglia di andare in Florida ci sono troppi ricordi per me. In verità lui non è il mio vero padre mi ha adottata quando avevo 3 anni prima vivevo con i miei veri genitori ma loro se ne sono andati lasciandomi sola con mio fratello più grande lui aveva 13 anni quando ci hanno adottati ed io gli chiedevo tantissime volte perché i nostri veri genitori ci avessero abbandonati ma non ho mai ricevuto risposte da parte sua. Lui non ha mai accettato questa cosa dell adozione infatti litigava sempre con il mio padre adottivo ,stava pochissimo tempo a casa e non appena ebbe compiuto 18 anni se ne andò di casa ma io gli volevo troppo bene lui era l'unica persona con il mio stesso sangue e mi ricordo ancora che quando se ne andò io piansi così tanto fino a prosciugarmi le lacrime non riuscivo a pensare ad altro avevo solo 8 anni ed avevo dentro di me una tristezza così grande e mio padre questo lo vide per questo che quando mi chiese di trasferirci in italia io fui felice pensavo che scappare da quel posto fosse la cosa migliore infatti lo fú qui sono riuscita a crearmi una corazza uno scudo con cui proteggermi dal male del mondo. Non ho mai dato confidenza a nessuno perché ho sempre avuto paura che se mi affezionassi troppo alla gente alla fine mi avrebbero abbandonata. comunque fino ad ora qui in Italia non ho condotto una brutta vita mio padre é molto benestante e quindi non mi ha mai fatto mancare nulla e mi è sempre stato vicino. Ma ora che devo tornare in Florida ho paura di ricadere in quel baratro di tristezza. Molto svogliatamente mi alzo dal letto e mi metto a fare le valigie 《uffa》continuo a sbuffare 《non ci voglio tornare in Florida》.
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False Identità (#wattys2016)
RomansaSharon Stone è una ragazza timida con un brutto passato che ancora non è riuscita a superare del tutto, questo le causerà dei problemi con la vita presente soprattutto quando conoscerà Austin...con lui Sharon supererà il suo buio passato ma quando t...