Continuavo a rigirarmi nel letto, senza trovare pace.
Avete presente quando proprio è impossibile trovare una posizione comoda? Prima il braccio si informicola, poi lo sposti e si informicola l'altro, poi le gambe iniziano a farti male e non sai come posizionarti: in poche parole un vero e proprio inferno. Mia nonna mi ha sempre detto, fin da quando ero piccola e non riuscivo mai ad addormentarmi, che è una caratteristica di chi è troppo intelligente e ha il cervello troppo occupato a pensare. Non credo che la troppa intelligenza fosse il mio problema (tutto il contrario, forse) ma, quando ero bambina, il massimo dei pensieri che potevano assillarmi la notte erano se Goku sarebbe riuscito a battere Majinbu nella puntata di Dragon Ball del giorno dopo. Adesso, i pensieri che mi tenevano sveglia, con gli occhi sbarrati nel vuoto, alle due di notte, erano... pura confusione.
Quella era stata una giornata strana.Nel tragitto fino a Greenock Harry era stato caloroso come sempre, mi aveva raccontato com'era andato il Natale con i suoi e del fatto che lo zio Jeff, come regalo, gli aveva proposto uno stage in una casa discografica di un suo amico. Gli brillavano gli occhi, mentre ne parlava, ed io ero sinceramente felice per lui. Vederlo così eccitato ed emozionato per qualcosa era veramente un toccasana, faceva stare meglio anche me di riflesso.
Poi, arrivati là e dopo aver svuotato le valigie era diventato improvvisamente cupo. Quando mi ero avvicinata a lui per dargli un bacio leggero, mentre ci stavamo sistemando in camera, si era ritratto, quasi come se mi stesse evitando. E, sinceramente, non capivo cosa avessi potuto combinare nel giro di dieci minuti, da quando eravamo scesi dalla macchina a quando ci eravamo ritrovati da soli, in quella stanza.Mi aveva preso totalmente alla sprovvista quel repentino cambio d'umore, tant'è che non avevo saputo nemmeno cosa o come rispondere ad un comportamento simile.
Forse si aspettava che, una volta da soli, gli dicessi qualcosa, riguardo alla sua dichiarazione? Ma cosa avrei potuto dirgli? Se avessi saputo cosa provavo, lui sarebbe stato il primo a venirne a conoscenza, poco ma sicuro. Ma cosa si aspettava? Che gli mentissi?
Per fortuna poi, durante il resto della serata, era tornato il solito Harry di sempre. Ma ormai il danno era fatto, ed io mi ritrovavo in quella spirale di domande senza risposta.Non riuscivo a decifrare cosa passasse per la testa di Harry. Voglio dire, prima mi saluti teneramente, mi dici che ti sono mancata e poi, all'improvviso, diventi un ghiacciolo? E poi, sbem, torni ad essere dolce ed affettuoso? Quella lunaticità non era tipica di Styles, e non gli si addiceva affatto. E, soprattutto, non la trovavo... gradevole: ormai è risaputo quanto io non sopportassi le persone capricciose, forse perché ero io la più capricciosa ed incostante al mondo. Harry mi piaceva perché era comprensibile. Era un ragazzo che si poteva leggere come un libro aperto - almeno, fino a quel momento. Poi, a migliorare il tutto, erano arrivati Zayn e Fiona, allegri e piccioncinosi come due pasque, peccato fossero fuori stagione. Eravamo a Capodanno. Non a Pasqua.
Si può sapere cosa te ne importa di Zayn e Fiona? Sussurrò una vocina fastidiosa nella mia testa.Fastidiosa, ma ragionevole. In effetti, non doveva importarmene proprio un bel niente di quei due, dico bene?
Eppure, vederli abbracciati sul divano, ridere assieme, scherzare in quel modo complice come avevano fatto quella sera, mi aveva irritata. Un nodo allo stomaco pesante, che mi tolse persino la voglia di mangiare. Una di quelle irritazioni subconscie, che non vuoi ammettere nemmeno a te stessa da quanto sono stupide e irrazionali.Mi girai per l'ennesima volta sul fianco sinistro, dando le spalle ad un Harry addormentato a pancia sotto, con i capelli arruffati sul cuscino che coprivano gran parte del suo viso. Probabilmente il malumore che provavo per Zayn e Fiona non era altro che invidia. Invidia per il rapporto onesto e sincero che erano riusciti a costruire in poche settimane di relazione mentre, tra me ed Harry, c'era sempre un velo di parole non dette, gesti incompiuti, che rendeva il tutto più falso, meno autentico.

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Dalla A alla Z
Hayran Kurgu«Non potremmo essere più distanti l'uno dall'altra, lo dicono persino i nostri nomi.» Targergin's story cover by @hellmccann