Sono passati tre giorni dal mio arrivo a Tarquinia. Sono sempre stata in casa,sono uscita dolo qualche oretta al giorno a fare una passeggiata e,anche dalla finestra della mia camera,ho sempre incontrato quel ragazzo di cui vi ho parlato,sempre in compagnia di una ragazza diversa. Bha,già mi sono fatta un'idea di qualcuno,anche quanto pare. Comunque,ora mi trovo in bagno a prepararmi per il mio primo giorno di scuola. Indosso un jeans tutto strappat,una t-shirt attillata nera e le Adidas superstar bianche e nere. Scendo in cucina e trovo mamma
"Mà,sto andando a scuola,ci vediamo." Le do un bacio sulla guancia e m'incammino verso la porta
"Stai attenta"
"Tranquilla, ciao."
Esco senza aspettare una sua possibile risposta. Il tempo di mettere le cuffie e fare due passi,che mi ritrovo davanti l'istituto,si trova vicino casa,quindi posso farla comodamente a piedi. Nell'atrio ci sono parecchi ragazzi,ma io non conosco nessuno,perciò mi appoggio al muretto che si trova all'esterno,accendendomi una sigaretta. Non ho il vizio del fumo,lo faccio solo quando sono in ansia,per fortuna,ma al nascosto dai miei genitori. Cioè,ho sedici anni e poi loro sono medici,capite?
Driiiin.
Boom. È suonata la campana. Spero la sigaretta calpestandola,mi prendo di coraggio ed entro. I corridoi sono affollatissimi,ma riesco a trovare la segreteria grazie al grande cartello fuori alla porta con su scritto cos'era. Busso ed entro,senza aspettare un 'avanti'"Buongiorno,sono nuova. Mi chiamo Fabiana Rossi,sa dirmi qual'è la mia classe?"
"Ah,si. La ragazza nuova. Mi hanno avvisata del suo arrivo,è in terza E."
A parlare fu una donna sulla quarantina,con capelli corti neri e grandi occhi verdi,seduta dietro una scrivania. La segretaria, evidentemente.
"Può indicarmi dov'è?"
"La classe di fronte,c'è il cartellino."-Sorrise.
"Grazie,buona giornata."
Ricambiai il sorriso e mi diressi nella mia nuova classe.
Arrivai davanti la porta,feci un respiro profondo,e bussai entrando subito dopo."Buongiorno,sono la ragazza nuova,Fabiana Rossi."
Non diedi un minimo sguardo alla classe perché sapevo che già mi fissavano tutti,sarebbe stato più imbarazzante di quanto non lo fosse già.
"Oh,si. Io sono la professoressa Ferro,di matematica. Si sistemi lì infondo,con la signorina Ferrero."
Dovetti guardare per forza la classe,perché indicò un posto e dovevo necessariamente vedere dov'era,ma evitai di incrociare qualunque sguardo. Mi diressi al mio nuovo posto con lo sguardo di tutti addosso ovviamente
"Ciao."Saluti la mia nuova compagnia.
"Ciao,piacere,io sono Carlotta."-Sorrise.
"Piacere mio."-Ricambiai il sorriso.
Guardai avanti a me e vidi un alto ciuffo castano,mi sembrava di averlo già visto,forse in questi pomeriggi,non ricordo,e accanto un altro ragazzo con piccoli ricci neri.
"Com'è la classe?" Chiesi a Carlotta.
"Ti dico da chi devi riguardarti: da questo che hai avanti,si chiama Alessio ed è un vero e proprio puttaniere, sta con una ragazza diversa al giorno. Però, ha avuto un'adolescenza difficile e complicata alle spalle. Poi, da quelle due lì al primo banco e quella con i capelli neri nel banc dietro,sono il trio delle troie della scuola,si chiamano Veronica,Carla e Claudia. Poi,ci sarà quella lì che non ti darà confidenza,perché non la dà a nessuno,è la solita secchiona,si chiama Ludovica. Poi ci sono Flavio e Daniele che se gli fai simpatia bene,sennò ti prenderanno in giro,ah,e danno soprannomi a tutti. Bella nel complesso,dai."
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"Il Mio Jack."-Alessio Bernabei.
Fanfiction"Brutto stronzo, lasciami stare!" "So che mi ami." "Cazzo Alessio! Sì, ti amo. Volevi detto questo? Sono completamente pazza di te." "Ei, calma. Sono pazzo di te anch'io." -- Due normalissimi ragazzi:Fabiana e Alessio. Antipatia reciproca fra i d...