pretty little liar...

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Minho mi ha lasciato sola perché era il suo turno di controllare le porte. Sono stesa sul letto ad occhi chiusi senza dormire e a pensare a quanto sia freddo questo posto senza di lui. È andato via credo da una mezzora scarsa ma già sento la sua mancanza. È stato bello stare tra le sue braccia anche se per poco. Mi ha stretto e io ho poggiato il viso sul suo petto cullata dal calmo ritmo del suo battito cardiaco. Lui mi ha poggiato il mento sulla testa e siamo rimasti così in silenzio.... Non ci occorreva altro. Ad un certo punto lui ha parlato dicendo:- devo andare. Sono di guardia- ha sciolto l abbraccio lasciando mi quasi vuota. Si è chinato su di me e ha lasciato un bacio sulle mie labbra fredde. Non l ho visto uscire, ho solo udito la porta sbattere. Ero troppo impegnata ad essere sopraffatta dai miei dolori.
Mentre resto in questo stato catatonico sento un debole scricchiolio alla porta. - P.. Posso entrare!- la voce mi fa quasi svenire di nuovo. Jacob. Riesco a intravedere parte della sua figuretta tra lo stipite e la porta socchiusa.- si certo- rispondo con voce incerta. Lui entra a piccoli passi e resta ad osservarmi dal fondo del letto.- ehi!- esclamo tirandomi su - mica ti picchio! Avvicinati!- si siede accanto a me e mi guarda, o meglio mi studia. - sai.... Ora comincio a credere che tu sia davvero mia sorella.- - ah si?- gli dico ricambiando il suo sguardo - ricordo qualcosa di noi. Insomma... Non un granché ma...- - dai dimmi qualcosa.- si passa una mano tra i ricci infuocati e dice:- mmmm... OK. Allora, ricordo quando eravamo piccoli e tu mi nascondevi i giochi perché io ti rubavo le scarpette di danza.- - cosa? Io facevo danza?- - si eri molto brava e a tutte le feste le persone ti guardavano ballare... Io ero geloso..- - ma dai!? Non ci credo....- - poi però ti hanno portata via i dottori.- si rabbuia lui fissandosi le mani - vai avanti.... Se puoi - ho paura che gli possa venire un altro attacco epilettico. - da quando te ne andasti tutto cambiò. La mamma divenne pazza e la sua malattia peggiorava. Tu mi mancavi tanto e non riuscivo a dormire la notte perché mamma urlava in continuazione. Poi un giorno, dopo alcuni anni, mi sono venuti a prendere i dottori. La mamma non ha fatto nulla per impedirgli di portarmi via. Non ha fatto nulla nulla nulla...- ha cominciato a tremare e a colpire il letto con le mani. Lo blocco e lo stringo per i polsi.- la mamma lo ha fatto per salvarti....- mi guarda improvvisamente calmo - tu pensi sia viva?- mi chiede speranzoso. Non so che dirgli, all improvviso mi torna in mente la madre di Gally e se la mia era nelle sue condizioni non può essere viva. - non lo so, jacob non lo so. Ma quando usciremo da qui la troveremo ok?- - OK- mi risponde. Ci abbracciano e io sento le lacrime pungermi. Lacrime di menzogna.

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