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Gli articoli da toilette nel piccolo guardaroba stupirono enormemente
Sinon: non perchè fossero sensazionali, ma perchè erano i suoi.

C'era l'astuccio nero di nylon che portava sempre con sè durante i suoi viaggi, almeno prima, quando ancora viaggiava per il mondo, è ciò che conteneva era stato prelevato dal suo bagno, dal rasoio allo spazzolino da denti al dopobarba.

Su un "omino" c'era una delle sue giacche, appesa sopra una sua camicia, e sotto spuntava un paio dei suoi jeans. Sul pavimento c'erano le sue scarpe marroni, non quelle che avrebbe scelto lui, ma comunque un paio delle sue.. e accanto delle calze arrotolate e alcuni capi di biancheria intima ripiegati con cura.

Erano stati nel suo appartamento!

anzichè comprargli il necessario, in qualche grande magazzino lungo la strada, si erano introdotti nella sua abitazione e avevano preso le sue cose..

Questo, la diceva lunga!

da un lato, significava che ovunque fosse diretto, ci sarebbe rimasto per un bel pezzo! ma significava anche, che volevano che stesse a suo agio..

Lui, era importante per loro!

a prescindere dal motivo per cui l'avevano portato via, volevano che si sentisse come in casa sua; che addirittura si considerasse loro ospite

sarebbe riuscito a sopportarlo..
pensò, anche perchè non aveva altra scelta.

guardò i suoi abiti, poi si levò la camicia dell'ospedale, si vestì e si diresse a piedi nudi lungo il corridoio.

Il bagno era nuovo: e insolitamente ampio per trovarsi a bordo di un aereo.. ma la vasca era comunque molto piccola e gli costò un certo sforzo, lavarsi e sistemarsi.

Sinon, se la prese comoda; si fece la barba, si lavò il busto e i capelli nel lavandino bianco. sentiva l'acqua scorrere attraverso i capelli, era piacevole: e questo lo sorprese.
Godette l'attimo per un paio di minuti, consapevole che qualsiasi cosa lo aspettasse, voleva essere presente e del tutto sveglio.

Mentre stava riflettendo, sentì le orecchie chiudersi contemporaneamente: stavano atterrando?!

strinse le narici fra le dita, e compensò la pressione: adesso lo sentiva anche nel ronzio dei motori, una riduzione di potenza che poteva avere un solo significato! L'aereo continuò a scendere, virò, corresse la direzione: non c'erano dubbi, si stavano preparando all'atterraggio.

ma dove?

Quando so era svegliato, dalla posizione del sole, aveva capito che stavano volando verso est, forse sud-est, a seconda di che ore fossero..
d'altra parte, non era per nulla indicativo: niente garantiva che avessero mantenuto la stessa rotta da quando l'aereo era decollato.. e, stabilire per quanto tempo avessero volato, non era la cosa più facile, il sole era piuttosto alto quando lui si era svegliato, forse, erano le 11 del mattino, o magari, mezzogiorno..
poi, l'avevano addormentato e trasportato in un areoporto...

Mha!

c'è n'erano tanti in zona.. ma dove si poteva caricare a bordo un uomo in stato d'incoscienza senza attirare l'attenzione del personale e della sicurezza?
e se anche l'aereo fosse stato lì ad aspettarli e pronto a partire, non poteva comunque essere passata meno di un'ora da quando aveva ripreso conoscenza.

Era un calcolo molto approssimativo, ma gli forniva comunque qualche informazione: il sole non era ancora tramontato, in altre parole non potevano essere rimasti in volo più di due o tre ore. Certamente, di meno se stavano volando verso est, o di più se invece volavano verso ovest.. ma i suoi calcoli avevano un margine di errore totalmente ampio, the nel quadro generale, quella differenza sarebbe stata trascurabile.

Invece, si concentrò sulle alternative relative alla posizione; da come la vedeva lui, potevano essere le seguenti: o si trovava da qualche parte all'estero, oppure erano sopra l'oceano.. o magari tra i ghiacciai dell'Alaska!

considerò queste alternative..
ma, dove stava la logica?

Rammentò a se stesso che non c'era nulla di logico in ciò che gli stava succedendo.. perchè a lui?
allontanò il pensiero e si rivesti in fretta: a tempo debito avrebbe trovato le risposte!

un'ultima occhiata allo specchio, aveva un aspetto piuttosto in forma per uno che doveva essere morto!

Gli uomini in nero lo stavano già aspettando nel corridoio, proprio accanto alla porta e fuori dai finestrini, brandelli di nuvole sfilavano lungo la fusoliera dell'aereo, mentre piccole goccie di condensa scivolavano all'indietro sul lato esterno del vetro.

"Suppongo che dovrò andare a sedermi e allacciare la cintura!?"

Sinon, sorrideva con cortesia, ma senza alcuna risposta. Forse non era quello il motivo di quel piccolo "comitato d'accoglienza" ed effettivamente, uno degli agenti si fece da parte, come per aprire la strada ai due colleghi.

"Mi dispiace" disse" sarebbe stato più semplice per tutti non doverlo fare"

Sinon capì

e per la seconda volta, vide l'uomo dai capelli rasi muovere un passo verso di lui, con la famosa penna stilografica in mano: un secondo dopo, il brivido cominciò a percorrergli il corpo, spegnendo il rumore del lussuoso areoplano e sprofondando Sinon in un tunnel nero.. l'attimo dopo, crollò addormentato.

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To be continued..

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