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L'orologio segnava l'una e 10 del pomeriggio, quando l'équipe medica percorse i corridoi del reparto di terapia intensiva dell'ospedale, per far visita ai pazienti.

Fino a quel momento tutto era filato liscio: il paziente successivo era un uomo sui 28anni che aveva cercato di togliersi la vita.

avvelenamento da medicinali e tagli sui polsi.

Presto, l'avrebbero trasferito in un altro reparto; gli avevano praticato una trasfusione sia per compensare la perdita di sangue, sia per ridurre la concertazione dei medicinali che aveva ingerito.. ma, già quando era arrivato, i suoi valori non erano drammatici: forse si sentiva abbandonato e aveva solo cercato di attirare l'attenzione dei famigliari..

comunque fosse, presto non sarebbe più stato un problema dell'ospedale.

Il dott. Erik, si fermò davanti alla porta, chiuse la cartella clinica che stava sfogliando e annuì brevemente verso i suoi colleghi:

" sarebbe stata una vita rapida."

La prima cosa che notarono entrando nella stanza, fu il letto vuoto: nel lavandino era appoggiato un mazzo di fiori, il vaso sul comodino si era rovesciato, le lenzuola giacevano abbandonate sul pavimento e la cannula della flebo, prendeva dal trespolo.. in bagno non c'era nessuno: l'armadio era stato svuotato di tutti gli effetti personali del paziente e il cassetto del comodino, tolto e rovesciato.

Sinon era sparito!

dopo un'ora di ricerche, la conclusione fu che non si trovava nell'ospedale e nessuno aveva idea
del perché.

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To be Continued

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