Capitolo 7

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Finalmente la prigionia è finita.

Non avete idea di come siano state queste due settimane chiuse in casa con mia madre. Un vero inferno.

Oggi è il mio primo giorno dopo l'aggressione e non nascondo che adesso sono molto spaventata. Ho paura che capiti di nuovo ed è questo che mi fa riconsiderare di fatto di stare in pattuglia.

Mia madre entra in camera e mi porta la colazione.

In questo periodo, nonostante sia stata attaccata a me ventiquattro ore su ventiquattro, mi ha fatto molto piacere ciò che ha fatto e che abbia preso un permesso così lungo pur di starmi accanto.

Vedo dalla sua faccia che è molto triste; mio fratello è partito per l'Iraq la settimana scorsa e non tornerà prima di marzo.

Dopo la colazione, mi alzo dal letto e vado a farmi una bella doccia calda, per iniziare la giornata nel migliore dei modi.

Mi vesto, prendo il borsone con tutte le cose necessarie e vado verso la porta.

Mia madre mi aspetta in macchina. Vuole portarmi lei al lavoro, non vuole che ci vada da sola dopo quello che mi è successo. Mi fa piacere che lo faccia perché nemmeno io sono tanto sicura di andare da sola in Caserma, ma mi vergogno un po'; ci sono tutti i mie colleghi che mi fisseranno e mi rideranno dietro.

Il tragitto è stato molto snervante, tra traffico e idioti che non mettono la freccia per girare a destra o a sinistra, non so quanto abbia sclerato mia madre. Era fuori di sé.

Arriviamo e vedo subito Anne con Atwater mano nella mano.

Mi sono persa qualcosa o sbaglio? Perché non mi ha detti nulla di lei e Kevin?

Saluto mia madre, che mi da un bacio sulla fronte e mi raccomanda di stare attenta.

Non faccio in tempo a girarmi che mi ritrovo Anne davanti tutta eletrizzata e che mi abbraccia con una forza sovraumana, quasi come Hulk.

"Ehi! Finalmente sei tornata! Mi sei mancata da morire" mi dice, con un sorriso così smagliante che sembra abbia visto DiCaprio, il suo attore preferito.

Dopo questo lunghissimo abbraccio, Kevin mi abbraccia, con meno forza e mi dice quanto sia felice anche lui di vedermi.

Entriamo in Caserma e Kevin ci saluta e va al piano di sopra, dall'Intelligence.

"Mi devi dire qualcosa?" domando curiosa, fissando Atwater che sale le scale.

"La scorsa settimana mi ha chiesto di andare a cena con lui. Dopo siamo andati a fare una passeggiata al parco e poi mi ha portata in un posto dove di vedevano benissimo luna e stelle.
Dopo qualche minuto mi ha preso la vita e mi ha baciato" racconta la mia amica e noto dagli occhi quanto la emoziona parlarne.

Sta per ricominciare a parlare ma, con una puntualità spaventosa, arriva Sean e ci interrompe.

"Ciao Valerie. Sono felice che tu sia qui" e mi abbraccia.

Anne mi fissa con uno sguardo quasi da pervertita e io le tiro un'occhiataccia.

"Grazie Sean" ribatto.

"Finalmente sei tornata tra noi! Quello psicopatico non lo sopportavo più" esordisce Kim, arrivando qualche secondo dopo Adam.

"Non ce la facevo più a rimanere a casa. Mi sei mancata un sacco" dico a Kim, abbracciandola.

"Bene bene. Muovetevi che le non c'è tempo da perdere" dice Platt, ma poi si gira verso di me "ben tornata Hopkins. Mi fa piacere che tu stia bene."

CHICAGO || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora