Capitolo 14

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Oltrepasso quel nastro e già mi viene il voltastomaco.

La vittima è stesa lì, con il viso coperto di sangue ed indossa solamente una canotta rosa e degli slip abbinati.

Mi avvicino al corpo, ma Olinski mi allontana subito.

"Che pensi di fare, eh? Lascia posto al medico legale e alla scientifica. Interroga l'uomo che ha ritrovato il corpo. È da quella parte" mi dice il detective, indicando un ragazzo biondo, nell'angolo della scena del crimine.

Mi avvicino al ragazzo e quasi mi cadono le braccia appena vedo chi devo interrogare.

È Jeremy.

Ma che diavolo ci fa lui qui? Non doveva essere al college a quest'ora?

Jeremy, dopo il liceo, ha fatto domanda per entrare alla Chicago University Economics. È stato preso e ora studia lì. In teoria. Ma visto che è qui, dubito fortemente che stia studiando.

"Che diavolo ci fai qui?" domando al mio ex, infuriata, ma allo stesso tempo sono anche perplessa sul motivo perché lui si trova sulla scena.

"Calmati! Stavo facendo un giro da queste parti e una macchina nera ha scaricato dal posto passeggero la donna e ho chiamato la polizia. Mi sono avvicinato alla donna per vedere se respirava e ho capito che era morta, ma non ne avevo dubbi, visto come era ridotta" risponde il testimone, con quell'aria da prepotente. Tipico di Jeremy. Quando si tratta di cose serie, lui le trattava con sufficienza, come se tutto fosse scontato.

Alla sua risposta, mi arrabbio così tanto che mi veniva di urlargli contro tutte le cattiverie che mi vengono in mente, ma la fortuna vuole che mi venga incontro Halstead e che mi dice di tornare in Centrale.

"Non allontanarti dalla città. Passa al distretto per la deposizione" dico, senza nemmeno guardarlo negli occhi.

"Certo. Ciao Val" dice, facendomi un mezzo sorriso, con la speranza che ci rispecchi un'altra volta, ma si sta solo illudendo.

"Lei è l'Agente Hopkins. Porti rispetto" dice Jay al mio ex, e lui se ne va via, come se il mio collega non gli avesse detto nulla.

"Grazie Detective, ma non ce n'era bisogno. Me la so cavarsela sola" dico al Detective, riconoscente per il gesto, ma con un tono fa fargli capire che non sono una bambina con il bisogno costante di essere difesa.

Mi avvio verso la macchina di Erin, quando mi di avvicina Voignt dietro le spalle e quasi non mi viene un infarto.

"Hopkins, tu vieni con me. Dobbiamo parlare" mi dice quasi come se fosse un ordine, invitandomi di salire nella sua auto, con Dawson.

La cosa mi preoccupa, ma non glielo do a vedere; non voglio che mi creda una fifona. Mi dirigo verso la macchina e salgo dietro.

Il tragitto è stato silenzioso, per un certo verso inquietante.
L'agitazione è alle stelle e incomincio a sudare. Che cosa vorrà dirmi Voight? Perché c'è anche Antonio?

Arriviamo in un posto poco fuori Chicago; sembra una fabbrica abbandonata.

Ecco. Ora sono ancora più agitata.
Delle volte, Anne mi diceva che Kevin e Voight venivano qui per mettere paura o far sparire dei criminali.

Il terrore cresce e, non appena il Sergente scende dalla macchina e viene verso di me, sento quasi mancarmi il respiro.

"Cosa sai di questo Jeremy Samuels?" mi domanda Hank Voight con un tono che si può definire decisamente inquietante.

"È stato il mio ragazzo al liceo. Perché me lo chiede?" domando stupida della domanda, ma anche sollevata, visto che non mi vuole pestare o uccidere.

CHICAGO || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora