15. Here Again.

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song of chapter: Is There Somewhere - Halsey

Un mese dopo

Io e Simmons eravamo nel laboratorio. La vergogna che avevo addosso quando uccisi Will era ancora presente e non avevo il coraggio di parlare con Jemma. Faccia a faccia.
"Rapporto freddo e professionale" mi dicevo. Mi dovevo mantenere in questo ambito. Solo lavoro.
"Fitz, puoi controllare se mi sfugge qualcosa?"
Era la voce di Jemma. Lei invece cercava disperatamente qualsiasi contatto, un minimo segno che ero ancora lì.
Mi girai, fece un leggero sorriso senza sentimento e mi avvicinai.
Stavo osservando delle strisce sul terreno lasciate da qualcosa di davvero pesante e girandomi verso Lincoln, che si era unito al nostro team, accennai ad un si.

Il team degli inumani era più ricco adesso, Mack era stato rapito da una nuova inumana Elena, che però non gli aveva fatto del male e aveva collaborato con noi.
Lo S.H.I.E.L.D era ancora un guerra con l'Hydra e Coulson stava facendo di tutto per avere più informazioni. Per vendicare Rosalind.
Fece rimettere in moto la macchina per far ricordare e interrogo il giovane Strucker. Doveva e pretendeva informazioni e ci riuscì.

Io intanto stavo lavorando al mio nuovo progetto, la mano di Coulson, ma questa volta una mano vera, semi-vera. Con le stesse funzioni e gli stessi gesti di una mano vera. Ero fiero di me, dopo il mio incidente in fondo all'oceano avevo fatto tanti progressi da ritornare com'ero prima.
Sentì Simmons entrare, disse qualcosa ma l'unica parola che colpì la mia attenzione fu "Mi manchi."
Alzai gli occhi. "Ecco." "Mi manchi."
Mi girai e l'unica cosa che dissi fu "Io sono qui." Lo sguardo di Simmons era sofferente e ansioso ma continuò.
"Siamo.. Così professionalmente freddi ed è come se ci fosse questa voragine al centro della stanza..."
Si fermò per un istante. "Il nostro bacio, la morte di Will."
Si fermò e pensai di dover dire qualcosa, di dovermi giustificare un'altra volta.
"Mi dispiace di questo Jemma. Perché se ci fosse stato un altro modo."
La mia voce era netta ma lei lo capì. Capi che ero dispiaciuto, le avevo fatto una promessa e non l'avevo mantenuta.
"Sei quasi morto per salvarmi. Quello che hai fatto è stato uccidere quella cosa."
Prese un respiro come a non volerla dire quella parola "Quel mostro."
"Per tutto questo tempo sei stato straordinario."
La mia espressione cambio radicalmente, dove voleva arrivare?
Camminó verso di me "Possiamo ricominciare da capo, da dove abbiamo inziato?"
Il suo tono voce era speranzoso, stava quasi sorridendo.
"Sedicenni e tremendamente timidi?" Disse ridendo.
Lei mi diede una spiegazione "Due persone molto curiose in procinto di iniziare una relazione che avrebbe potuto cambiare la loro vita ma non sa dove li porterà."
Lo disse tutto in un fiato e il cuore dentro il mio petto si fermò per un attimo.
Quello che avevo sempre voluto si stava materializzando sotto i miei occhi. Lei si avvicinò di più quando capì che ero totalmente d'accordo e mi porse la mano.
"Jemma Simmons, biochimica."
Sorrisi. "Leopold Fitz, ingegnere."

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