Capitolo 12

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"Vivian, sei pronta?" Chiede mio padre entrando in camera mia. Annuisco e prendo il cappotto infilandolo. Prendo anche il cappello e l'ombrello. Oggi sembra che ci sia il diluvio mondiale.
Entriamo in macchina correndo per non bagnarci. Mio padre guida verso il ristorante per la cena di lavoro che si fa ogni anno.

Dove l'anno scorso c'era anche Harry.
Chissà cosa sta facendo ora. O dov'è.
Lo chiamo? Sì. Digito il numero che so ormai a memoria e lo chiamo senza sapere esattamente cosa dirgli.
Forse sarà dall'altra parte del mondo e starà dormendo.
Porto il telefono all'orecchio sperando che risponda.

"Il numero da lei chiamato é inesistente."
Riguardo il numero. Non è sbagliato. È questo! L'ha cambiato? No! Dannazione.
No, meglio così.

Avevo detto che avrei voltato pagina.
Lui l'avrà già fatto da un po' di tempo.
È giusto che sia andato da sua madre, quella vera. Ma non è giusto che mi abbia illuso che sarebbe tornato quando evidentemente non l'ha fatto.

Ma basta ripetere questo dilemma.

Entro al ristorante e vedo subito Des e Lauren, che a loro volta, quando vedono me, ci irrigidiamo e non sappiamo cosa dire. Mia madre, accorgendosene, mi prende sotto braccio e ci avviciniamo a loro salutandoli.
Sapevo che c'era la probabilità che li avrei visti, ma non ho pensato cosa dire nel caso ci fossero stati.

Vedo il bambino che l'anno scorso ha provato a fare la spia sul fatto che Harry mi avesse baciato.

Forse lui non si ricorda di me, ma io sì.
La paura di far sapere a mio padre che fossi fidanzata con Harry e che per colpa sua stavo per uscire allo scoperto, mi fa ricordare di lui.

Perché ogni cosa abbinata ad Harry mi ricorda lui.
E mi chiedo perché.
È un ragazzo come altri mille.
Ma è stato il mio primo ragazzo.
E non è uguali agli altri.
Lui guarda il buono in te e ciò che è brutto lo trasforma in bello.
Mentre lui è perfetto e straordinariamente illusionista.

Tutti si siedono ai tavoli per mangiare e mia mamma mi dice che devo sedermi con loro e, fortunatamente, non con i mocciosi.
Ma la sfiga vuole, che devo avere proprio Des e Lauren davanti a me.

I miei iniziano a parlare con loro e chi li circonda mentre io mi limito ad ascoltare, non sapendo cosa dire.

"Parlate ancora con loro?" Chiedo all'improvviso a Des e Lauren, i quali capendo che mi stessi riferendo a loro mi guardano senza rispondere. "Gemma ed Harry, parlate con loro?" Richiedo.

"È difficile a causa del fusorario, ma a volte sì." Risponde Lauren. Quindi non sono affatto vicini.

"Dove sono?"

"Gemma è in Canada per lavoro, Harry... non posso dirtelo. Lui vuole che lo sappia nessuno." Risponde Des.

'Infatti voi lo sapete, perché voi siete nessuno ' penso.
"Scusate, esco un minuto" borbotto alzandomi e camminando verso l'entrata, mi siedo sulle scale e chiudo le mani sul mio viso respirando lentamente. Cosa posso fare? Li uccido? Li insulto?
Con quale risultato?
Non posso farci niente, quindi è meglio rimanere qui in silenzio e ascoltare la pioggia forte battere su ciò che va contro il suo cammino.

"Credevo avessi superato la fase Harry" sospira mia mamma appoggiando il mio cappotto sulle mie spalle.

"Lo credevo anch'io." Alzo le sopracciglia per poi riabbassarle subito. "Non so perché, prima non lo pensavo quasi più. Ma in questo periodo sto tornando a pensarci e ripensarci."

"Arriverà qualcuno, prima o poi. "

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Blocco il telefono rinfilandolo in tasca senza prendere briga di rispondere al messaggio di mia mamma che nemmeno ho letto.

Without Him • spin-offDove le storie prendono vita. Scoprilo ora