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Come promesso, con Romeo e i miei due più cari amici, Jenny e Vito, andiamo a far baldoria nel solito locale, il Barracudas.

Un tempo c'era gusto ad agghindarsi super fighi per fare un ingresso alla grande, ora per prudenza si entra d'accordo con il proprietario dalla porta di servizio e ci si rintana nel privè.

Questo locale è l'unico dove possiamo stare tranquilli, è di proprietà di Lorenzo, un amico di vecchia data di Romeo, per noi si è ben organizzato nel tenere lontano i paparazzi. Se ci beccassero insieme, comunque, Romeo ha già la scusa pronta. Lavinia crede troppo nella sua buona fede, crede a tutte le balle che lui le dice.

Questo locale è ben organizzato anche per tenere alla larga la stessa Lavinia. Lei detesta Lorenzo, è l'unico capace di levarle il sorriso, la prendeva in giro al Liceo e non sa resistere dal farlo tuttora, quindi, se può evitare di andare nella tana del lupo, lo fa ben volentieri. Inoltre, Lavinia è stata abituata dalla sua ricca famiglia a saper scegliere dove andare, solo posti di classe frequentati da gente di un certo livello. Il Barracudas non fa per lei. In compenso è perfetto per noi.

Come sempre, seduti ai soliti posti di combattimento, si beve, balliamo, però non riesco a divertirmi come al solito. Anche il deejay è contro di me! Già il livello di buonumore è basso, se poi mette su pure un pezzo lento!

Dall'alto osservo la folla con un'espressione di sconforto e noia totale. Fra le tante coppie in pista, una in particolare attira la mia attenzione. L'unica composta da veri innamorati. Si vede lontano un miglio che si amano alla follia. È anche fin troppo speciale e magico l'influsso di serenità che emanano quei due!

Invidiosa e stanca di dover vedere quello spettacolo d'armonia irreale, salgo sul tavolo e urlo rivolta al deejay: «Basta con questa lagna! Che palle! Dai vita a 'sto locale! Siamo qui per divertirci!» A mio sostegno intervengono i miei amici con schiamazzi vari. Si cambia musica. Soddisfatta mi scateno ballando come non mai.

Poi a un tratto mi fermo.

«Ehi! Cos'è? Hai visto un fantasma?» mi chiede Romeo.

Resto immobile, il mio sguardo si è posato ancora una volta verso quella coppietta, che è rimasta lì, come se nulla fosse cambiato. Quello che vogliono più di ogni altra cosa è restare insieme, abbracciati stretti, se ne fregano della musica, degli altri, del mondo!

Come vorrei poter dimenticare anch'io tutto e tutti e vivere con Romeo alla luce del sole, senza più sotterfugi e paure.

Loro sono bellissimi, trasognati, meravigliosi, avvolti da un bagliore paradisiaco... mentre intorno si scatena l'inferno! È facile scorgere in un locale gli spacciatori nei paraggi dell'ingresso ai cessi, gli ubriachi, i fatti, le donnacce, i magnacci, i poveri fessi... un concentrato di mondo in pochi metri quadri. Un mondo dove prevale il peggio, la feccia, di cui purtroppo, se sono qui, ne faccio parte.

L'amore è una cosa meravigliosa, ha detto qualcuno, se così è, dovrebbe farci stare bene, farci sentire migliori. Allora perché io che ho un amore nella mia vita, mi sento così vuota e sporca?

«Ho visto il vero amore in mezzo al nulla».

«Come? Ma che dici? A te recitare Shakespeare fa male! Ma di brutto!» mi risponde Romeo e scoppia a ridere sguaiatamente, è totalmente ubriaco.

Guardando quell'essere insensibile, dall'espressione e i modi deformati dall'alcol, capisco che da uno come lui non potrò mai avere quell'amore profondo e sincero. Lui non si decide a fare sul serio con me? Bene, ho aspettato anche troppo, è ora di troncare la nostra storia. Questa idea mi ronzava in testa da tempo, ho provato a reprimerla, ma ritornava sempre a galla, e adesso ne sono certa, è così che devo agire. Domani gli parlerò. Non voglio più restare qui.

Cerco i miei più cari amici, Jenny e Vito, li vedo ridotti per via dell'alcol peggio di Romeo. «Ma guardatevi... due merde! Come altro potrei definirvi?» mi viene spontaneo esclamare. «Io vado a casa! Oggi non è serata!» rivolta a Romeo.

«No, dai, amore... »

Lui cerca di trattenermi per il braccio, ma sono troppo infuriata, mi vergogno per lui delle condizioni in cui è ridotto, lo allontano in malo modo: «Ma guardali! E guardati!».

«Dai raga', a casa! Datevi una mossa!» A quell'ordine Vito scatta in piedi e si mette la giacca, peccato che la mette al contrario.

«No... mi stavo divertendo... un altro po'...» bisbiglia articolando male Jenny, mentre tento di alzarla. Vito, intanto, esce dal privè e saluta tutti con abbracci e baci come se fossero vecchi amici. Anche se fuori di testa totalmente, perlomeno, a differenza di Jenny, è pronto ad andarsene e ce la fa da solo, senza darmi troppi problemi.

«Nadia! Jenny! Guardate quello, guardate quello! Ho visto l'uomo della mia vita! Ehi, bello!»

«Vito, ma dove caspita vai?», come non detto!

Romeo approfitta del momento, cerca di trattenermi con le sue solite smancerie, ma è inutile, sono decisa, recupero al volo Vito e trascino via con me i miei due amici ubriachi fradici.

Lascio Romeo senza star lì a dargli spiegazioni più di tanto, sarebbe del tutto inutile, non mi ascolta quando è sobrio, figuriamoci ora!

Lui beve tutto d'un fiato un altro bicchiere e rimane instabilmente in piedi a guardarmi andar via, finché non arrivano due ragazze a consolarlo. Che bastardo!


La Maledizione dello YorkshireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora