Capitolo 4

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Perché dovevano capitare tutte a me?!
Il ragazzo sul balcone di prima era davanti alla biondina, la teneva dai fianchi appoggiandola al bancone del bar; mi venne quasi voglia di passare in mezzo a loro e di dividerli, ma mi limitai a socchiudere piano la porta e ad avvicinarmi, nel tentativo di capire di cosa stessero parlando. Nel tratto di bar che ci separava, risposi al messaggio di mamma:

-Come stai tesoro?

-Bene mamma, grazie, tutto okay.

Le risposi frettolosamente, ero troppo curiosa di conoscere Alexander.
Misi quindi il telefono in tasca e rialzai lo sguardo: si erano aggregati anche Miles e Charlie a loro due.
<<Quindi verrai stasera?>> chiese Taylor a lui guardandolo con occhi da cerbiatta, sbattendo velocemente le lunghe ciglia, anche se a me sembrava comunque una gatta morta. Gli occhi però erano davvero meravigliosi...
<<Non saprei...>> le rispose lui; la stava fissando intensamente, forse troppo. Si mangiavano di sguardi quei due. Si inumidì il labbro inferiore passandoci la lingua. Portò una delle mani che precedentemente teneva su un fianco di lei sulla sua guancia, avvicinandola sempre più a sè. Erano anche fin troppo vicini ora!
Mi avvicinai affinché si separassero. Giusto in tempo.
<<Ehi ragazzi! Di cosa si parlava?>> dissi ad alta voce facendo cadere lo sguardo su Miles e Charlie che mi guardarono interrogativi: effettivamente erano appena arrivati anche loro. Spostai lo sguardo sui due piccioncini ed emisi un forte
"Eh-ehm!" per attirare l'attenzione.
Come avevo immaginato, i due si staccarono immediatamente, ma lei non sembrò scocciata; forse era proprio lui a rivolgermi uno sguardo agghiacciante. Ma wow, visto da vicino era ancora più bello: il suo sguardo era così intenso da non permettere al mio di rimanere alto, costringendolo dunque ad abbassarsi. Mi fulminò e si limitò poi ad alzare gli occhi al cielo rispondendomi in malo modo.
<<Della festa di stasera, forse sarebbe meglio non farla in maschera a parer mio.>> disse lui, squadrandomi da cima a fondo.
<<Si la penso così anche io: non saprei proprio cosa indossare altrimenti.>> "Sheryl come ti era venuto in mente di rispondergli così dolcemente quando lui ti aveva quasi fatta sentire inferiore pur essendo nel TUO locale" pensai tra me e me.
<<Va bene! Scartate subito la mia idea, okay.>> disse Miles un po' scocciato mentre si dirigeva verso il retro del bar. Sembrava più un broncio temporaneo da bambino, ma Alexander lo seguì comunque, lo fermò prendendolo da un braccio e gli rivolse parole dolci, cingendogli i fianchi da dietro. Dico 'dolci' perchè a seguito di quelle frasi, Miles si lasciò andare e ricambiò l'abbraccio del ragazzo stringendolo in modo palesemente gay. Riuscii fortunatamente a trattenere una risata.
<<Tranquillo Miles, chi vuol mascherarsi può farlo, altrimenti...>> dissi io con un tono alquanto strano dato che stavo trattenendo una risata.
<<...altrimenti si verrà nudi!>> mi interruppe Alexander.
<<EH?>>
<<No niente, supposizioni.>> tornò a guardare la bionda con sguardo malizioso e, dopo essersi riunito a noi, la trasse a sè con un braccio, rimanendo però rivolto verso di noi.
<<Charlie tu cosa ne pensi?>> cercai di cambiare discorso. Il ragazzo continuò a guardarmi con aria distaccata e quasi d'odio e non riuscii ad intuirne la motivazione.
<<Per me vanno bene entrambe le idee, tanto non penso di esserci alla festa.>>
<<Come no?!>> gridammo in coro.
<<Già, sono parecchio stanco, credo che andrò a dormire presto; magari vi darò una mano nei preparativi ma nulla di più.>> rispose Charlie prima di allontanarsi dietro il bancone.
"È una situazione contornata da molto imbarazzo" pensai, ed effettivamente, quello che accadde dopo, la rese ancora più intima, ma di certo non per me: la biondina buttò le braccia al collo di lui ed iniziò piano ad accarezzargli i capelli intrisi di gel. Lui invece l'attirò più vicina a sè stringendola in un abbraccio mozzafiato. Quando si trovarono poi abbastanza vicini perché i loro nasi si sfiorassero, si guardarono dapprima intensamente, poi le loro labbra cominciarono a schiudersi provocando degli schiocchi rumorosi, che mi fecero immediatamente girare dall'altra parte, sussultando.
<<Uhm... Charlie, io vado.>> riuscii a gridargli mentre mi allontanavo dai due innamorati. Giurai di aver visto Alexander guardarmi, ma forse mi sbagliavo dato che appena mi volsi indietro, stava baciando ancora più intensamente la bionda. La stava tenendo da una gamba e continuava ad accarezzarle la coscia con una e il fianco con l'altra mano. Almeno Miles li stava squadrando con me: non volevano di certo commettere uno stupro qui!
Charlie uscì da dietro al bancone passando di proposito in mezzo a loro, provocando il disgusto di lui, che controvoglia, fu costretto a staccarsi dalla bionda e a guardarci.
<<Va bene Sheryl, ma non far tardi.>> mi rivolse un sorriso affettuoso che dovetti ricambiare.
Nel girarmi per salutare anche Miles, notai lo sguardo di Alexander fisso su di me, mi girai di scatto e arrossii.
<<A dopo Miles!>> mi limitai a dire
<<Ciao Sheryl!>> mi rispose dolcemente.
<<Si è persa l'abitudine di salutare?>> sentii la voce di Alexander pungolarmi l'orecchio e mi vidi costretta a rigirarmi e a rispondere. Ma quanto poteva essere lungo il tratto per uscire dal bar?! O forse era lui a trattenermi qui...
<<A dopo Alexander e Taylor, divertitevi.>>
<<Ciaooo Sheryl!>> sentii Taylor salutarmi in modo amichevole come al solito, mentre Alexander rise in modo amaro per la mia pessima battuta. Continuai a sentire gli schiocchi fino alla porta.
Finalmente ero uscita dal bar.

Le ore fuori passarono veloci e quando tornai, Taylor e Miles stavano già iniziando i preparativi per la festa, mentre Charlie stava al bancone dato che c'erano pochi clienti. Sorrisi appena entrata e mi diressi anch'io dietro al banco, pronta a servire i prossimi ospiti.
<<Allora? Cosa ne pensi di Miles e
Taylor?>> mi chiese Charlie.
Avrei voluto rispondergli che la bionda e il suo ragazzo non mi piacevano affatto, ma questo non aveva importanza e avrei fatto bene a tenerlo per me, ma le parole mi uscirono di bocca contro la mia stessa volontà.
<<A dir la verità Miles mi sembra un tipo a posto, simpatico, alla mano... forse un po' vivace, ma abbiamo davvero bisogno di un ragazzo così per organizzare più eventi! Taylor invece.. non lo so. Non mi piace molto. Mi sembra che falsifichi tu...>> non riuscii a finire la frase che era di nuovo con noi.
<<Ehi ragazzi! Come allestiamo il bar? Colori? Genere di mu...>> chiese la bionda.
<<La musica ce l'ho già io Tay.>> concluse Miles lasciando di stucco Taylor.
<<Beh... il resto? Abbiamo appena finito di pulire tutto il locale. Un tema da apportare?>> disse lei incerta.
<<Mhm... segui il genere di Miles e mi sembra a posto.>> disse Charlie.
Ma aspetta... qual'era il genere di Miles?
Non aveva importanza, sarebbe stato fantastico comunque.
I clienti mancavano, forse sarebbero giunti tutti la sera? Mi allontanai dal bancone, mentre Charlie tornava in magazzino, ed iniziai ad aiutare gli altri due, tra risate e musica attaccata, nei preparativi.
In particolare misero canzoni di vecchia data come: How to save a life dei The Fray, Take your time di Sam Hunt, Mr. Tambourine del mitico Bob Dylan, The sound dei The 1975, Boulevard of Broken Dreams dei Green Day, Summertime Sadness di Lana Del Rey, I Love you dei The Bees che non conoscevo, dove Taylor e Miles si cimentarono in un fantastico duetto, Zoot Suit dei The High Numbers, e infine una canzone della quale non ricordo il titolo, durante cui cantò soltanto Miles, mentre io e Taylor ridemmo a non finire. Aspetta... io che ridevo con Taylor? Forse l'avevo giudicata male e avrei dovuto darle una possibilità... certo, soltanto se non mi avesse più presentato su piatto d'argento una limonata con il suo ragazzo.

Finito il disco di Miles, avevamo finito anche di sgobbare ed era giunta l'ora di cambiarmi. Loro continuarono a cantare a squarciagola, mentre Charlie sbucava di tanto in tanto dal magazzino per vedere chi stava facendo tutto quel chiasso; ma non appena vedeva Miles con una sedia in mano che fingeva di suonarla a mo' di chitarra, e Tay sopra ad un tavolo a ballare e a cantare con una bottiglia come microfono, partiva a ridere e rientrava col sorriso, che non riuscii nemmeno io a trattenere andando sul retro.
Avevo comprato un vestitino corto rosso che mi arrivava circa a metà coscia; non ero solita indossare vestiti, preferivo vestirmi più comoda con degli shorts e delle t-shirt abbinate alle All Stars. Ma questa sera, essendo una festa di benvenuto per i due nuovi baristi, avevo preferito mettere qualcosa di diverso. Inoltre sapevo di per certo che Taylor si sarebbe messa qualcosa di molto più accattivante di una semplice maglia attillata...
Avevo appena finito di indossare le dècolletè rosse con il plateau nero abbinato alla piccola borsa a tracolla che mi portavo dietro, quando, appena uscita dal retro del bar, vidi che era già pieno. Un sacco di gente era già scesa in pista al ritmo di I Bet You Look Good on the Dancefloor degli Arctic Monkeys, cosa che mi disse più tardi Charlie, siccome non sapevo che fossero loro a cantarla. Continuavo a non capire il perché Miles e Taylor si ostinassero ad ascoltarli tanto; certo erano bravi, ma ci doveva essere qualcosa di più, dietro.
Mi addentrai tra la folla per arrivare al bancone, dove intanto era già appoggiato Alexander con un braccio, stravaccato oserei dire. Non appena mi vide, continuò a fissarmi per un po' e io non potei fare a meno che sorridere e divenire paonazza, costringendomi a non guardarlo in faccia, altrimenti sarebbe stato assai peggio.

When the sun goes down |Alex Turner|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora