Capitolo 15

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<<Sam... cosa sta succedendo là fuori?>> sussurrai con voce strozzata: avevo paura, anche se non sapevo bene di cosa. Quell'episodio me ne aveva ricordato subito un altro, che però non ero riuscita a rivivere interamente con la mente, perché il riccio aveva ritirato la testa all'interno del camioncino e detto:
<<Ah sono soltanto delle fan, nulla di più.>>
"Delle fan? Ma che diavolo...?"
Alex aprì il vetro e si sporse fuori: l'adunanza di ragazze urlanti, si spostò sul suo lato e feci appena in tempo a chiudere il suo finestrino, per poi passare a quello di Samuel ancora aperto, che quelle iniziarono a sbraitare e a tirare pugni tanto forti che, per un istante, avevo immaginato che una di loro fosse stata sollevata e spinta orizzontalmente contro la portiera, come se fosse un ariete.
<<Delle fan?>> domandai alla fine incredula e incuriosita alquanto, spostando gli occhi dal volto di Samuel, a quello di Al, notando con mio stupore, che i suoi erano spalancati, fuori dalle orbite, mentre quelli del riccio divertiti.
<<Ora mi spiegherete tutto quanto, vero?>> squadrai prima Sam, e poi quell'altro demente che aveva ricominciato ad autografare block notes e a fare foto.
<<Ma chiudi quel cazzo di finestrino e ditemi cosa succede, per la miseria!>> gli gridai contro prima di allungarmi su di lui per richiuderlo, notando un'espressione di piacere sul suo volto. Ma nello stesso istante in cui mi chiesi il motivo per cui avesse mai dovuto assumere una tale espressione, vidi dove avevo appoggiato la mia mano per abbassare il vetro.
<<Mh gelosa?>> mi chiese guardando prima le ragazze fuori dal camioncino che continuavano a fare foto ininterrotamente, accecandomi con i loro flash, e poi la mia mano sul suo...
La sua voce roca, mi aveva per un attimo distratta ed incantata, ma riuscii a risvegliarmi subito da quello stato di trance, a spostare la mano e a rispondergli a tono.
<<No! Ma cosa vai a pensare! Non volevo...>>
<<Non volevi... cosa?>> mi guardò con aria maliziosa.
<<Io... io>> arrossii violentemente.
<<Cosa non volevi? Mi sono perso qualcosa?>> Samuel, che stava rovistando fra i vari dischi disposti alla rinfusa in uno sportello sopra alla sua testa, si girò per prendere parte alla nostra conversazione.
<<Lascia perdere...>> risposi a bassa voce portandomi una mano davanti al viso per coprire il rossore formatosi sulle mie guance.
<<No no io voglio...>>
Ma la voce di Samuel fu interrotta dal rumore di una portiera chiusa con violenza, dietro di noi. Mi voltai di scatto per poi notare tre ragazze sedute nel retro del camioncino. Avevano addirittura messo la sicura, dimodochè le altre non potessero entrare.
<<Wow siete dei cazzo di geni: non avete neanche chiuso le portiere!>> asserii esasperata voltandomi prima verso l'autista e poi verso il famosissimo Alex Turner.
<<Ma ti vuoi dare una calmata?>> mi guardò infastidito Al e si aggiunse a lui Samuel: <<Ha ragione lui per una volta!>> beccandosi una sua occhiataccia.
"Ma questi due sono fuori di testa. Con chi mi è saltato in mente di uscire?"
Intanto le tre ragazze continuavano a divorare Alexander con gli occhi, per poi spostare lo sguardo da me al riccio, ridendo piano per non interromperci.
<<Ah quindi loro vengono con noi?>> risposi guardandole interrogativa.
<<Perché no?>> asserì Alex.
<<Giusto! Sii più permissiva con te stessa e gli altri! Vivi come se non ci fosse un domani, Sheryl!>> gridò Samuel prima di mettere in moto e partire, evitando la mandria urlante al di fuori del veicolo, che continuò a seguirci per un breve tratto, o almeno così credevo, fino a quando non scorsi un'altra ragazza davanti a noi.
<<Non sono una guastafeste! Sto solo cercando di capire e la confusione non aiuta, anzi, mi rende soltanto nervosa e aggressiva... Che segreto nasconde Alex? Perché tu hai dovuto cancellare la foto che avevi postato su instagram? Perché c'era un gruppo di ragazze al di fuori del camioncino? Perché Al firmava loro autografi? E perché queste tre...>>
<<Accosta! Accosta!>> gridò una di loro interrompendomi, e Samuel fece come gli era stato chiesto.
"È andato..." pensai, non appena la ragazza raggiunse le altre, sedendosi accanto a me come se nulla fosse.
<<Marti, lei non sa chi è Alex Turner!>>
"Ecco adesso non risponderanno più alle mie domande!" pensai non appena la ragazza con i capelli più corti e castani seduta in mezzo alle altre due gridò:
<<Marti, lei non sa chi è Alex Turner!>>
"Oh wow almeno ora so il nome di una di loro!"
<<No...>> risposi in un sussurro, seguita da un riso generale al quale si unì anche Samuel, prima di ripartire. Alex invece si limitò ad una risata imbarazzata, per poi voltarsi in avanti.
<<Quindi qualcuno mi spiega cosa sta succedendo?>> li interruppi indignata, incrociando le braccia e puntando i piedi per terra: sembravo proprio una bambina e difatti fu quello che mi fecero notare poco dopo, deridendomi.
<<Ma quanti anni hai?>> rise Alex, al quale si aggregò poi il riccio.
<<Alex Turner è il can...>> iniziò Martina, seduta accanto a me, ma venne interrotta da Samuel che ci chiese dove volessimo andare.
"Non poteva aspettare un secondo di più prima di chiedercelo!?"
No Sheryl, sai, sta guidando e deve sapere che strada prendere...
"Anche questo è vero: maledetta coscienza, hai sempre ragione!"
Ma la sua domanda fu seguita da un "Boh" generale, e dunque fu costretto a girovagare senza una meta precisa, mentre i litri d'alcool che aveva bevuto poco prima, continuavano ad andargli su e giù per lo stomaco.
<<Beh come vi chiamate?>> chiese Turner dopo un po', evitando nuovamente l'argomento che più mi interessava, ossia il segreto che celava dietro quel suo ego smisurato.
<<Io Federica, ma puoi chiamarmi Ica.>> rispose la prima che aveva parlato. Era molto carina e particolare, con uno stile tutto suo. I capelli corti e castani a cui avevo accennato prima, riprendevano il colore marrone scuro dei suoi occhi. Aveva un'aria persa nelle sue aspirazioni e sembrava il tipo di persona da cui, secondo il riccio, avrei dovuto prendere spunto: una ragazza che vive la propria vita al massimo, senza avere rimpianti.
<<Io Irene>> rispose quella accanto a lei sorridendo piano.* Mi sembrava una ragazza semplice e timida, ma non eccessivamente come lo ero io. Era timida nel mostrare la sua singolare bellezza, per non farla apparire boriosa, ma questo non intaccava però la sua estroversione. I capelli le ricadevano scuri e lisci sulle spalle ed erano in netto contrasto con gli occhi che ero riuscita a scorgere grazie alla luce temporanea di un lampione, riflessa sul finestrino al quale lei era appoggiata: erano di un azzurro chiaro e allo stesso tempo tanto profondo da farmi ricordare la delicatezza della neve ghiacciata e l'infinità di un cielo sereno.
<<Io Martina>> rispose quella seduta accanto a me.
"Lo so già!" risi sottovoce tra me e me.
Lei aveva invece un'aria simile a Federica, ma contornata da un leggero imbarazzo, simile al mio, dovuto probabilmente alla situazione. I suoi capelli erano di certo più lunghi rispetto a quelli delle altre, ed anche più scuri, come i suoi occhi, e leggermente ondulati. Ciò che mi aveva colpita di più di lei, era stato il suo meraviglioso sorriso, che quasi le faceva brillare il viso, da quanto era grande e luminoso e che contagiava anche il mio. La sua chiarezza era risaltata da un rossetto di colore rosso scuro che avrebbe fatto impazzire qualunque ragazzo.
"Speriamo non Alex..."
Gelosa eh?
"Ma stai zitta anche tu!"
<<Io Beatrice!>> rispose a voce alta e sorridendo la ragazza di fianco a Federica.
Lei mi sembrava invece molto solare e carismatica. Aveva l'aria di essere una ragazza diversa dalle altre, che cercava di non seguire la moda attuale, attingendo da questa soltanto ciò che più le faceva gola.
I suoi capelli erano di un castano chiaro, diverso dal colore nocciola dei suoi occhi, dalla forma, a parer mio, molto dolce e rassicurante.
<<Bene, se abbiamo finito il giro delle presentazioni, io passerei alla fase due...>> si intromise Samuel, interrompendoci per la seconda volta.
<<Che sarebbe?>> gli rispondemmo in coro, infastidite.
<<Andare a casa, no?>>
<<NOOOOOO di già?>> gridarono le quattro ragazze in coro, seguite da un silenzio di tomba.
"Oh cazzo! E adesso?"
Mi ero completamente dimenticata della vita che avevo! Mia mamma doveva aver chiamato chissà quante volte. Charlie doveva essere stato in pensiero tutto il giorno, per non parlare di Catherine, il cui ragazzo aveva continuato ad ignorarla volutamente. Non sapeva nemmeno che io e lui ci fossimo conosciuti! Beh, ben le stava: avrebbe dovuto parlarmene di lui.
<<Quindi davvero non sai chi è Alex Turner?>> Ica riprese il discorso precedentemente interrotto.
<<A quanto pare...>> risposi alzando lo sguardo verso di lei, ma prese la parola Beatrice.
<<È il cantante degli Arctic Monkeys! Sai chi sono... vero?>>

Realizzazione in 3... 2... 1...

<<Oh cazzo!>> gridai non appena tutti i tasselli del puzzle si unirono a formare il quadro completo della situazione.
Ecco svelato il suo segreto: il perché la sua voce mi era sembrata tanto familiare su quel taxi e il motivo per cui non avesse voluto che Samuel pubblicasse una sua foto aggiungendo la posizione. E soprattutto ecco spiegati la faccia iniziale del riccio, non appena aveva visto entrare Alex nel mio appartamento, e il gruppo delle ragazze fuori e dentro al camioncino.
Giurai di aver sentito Alex ridacchiare non appena avevo cacciato quell'urlo, ma la sua risata fu presto interrotta dalla suoneria del telefono di Samuel che tutti iniziarono a cantare, persino Al, tranne me:
Snap out of it.
E mentre tutti erano impegnati ad intonare un coretto perfetto, cercai di arrivare al telefono del riccio, lo presi e lessi sul display: era Catherine.
"Che faccio? Rispondo o non rispondo?"

*Non sono certa dell'esattezza dell'espressione "sorridere piano", perché solitamente quell'avverbio lo si trova associato al ridere e dunque all'intensità della risata stessa. In questo caso volevo solamente rendere l'idea della timidezza con cui la ragazza tenta di sorridere a delle persone che ha appena conosciuto, evitando dunque di fare qualsiasi tipo di rumore, in modo da non attirare troppa attenzione su di sé.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 09, 2017 ⏰

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When the sun goes down |Alex Turner|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora