Capitolo 14

386 18 1
                                    

<<Ma lui non stava dormendo?!>> gridai dopo essermi staccata da Alex, rotolando al suo fianco in modo impacciato.
<<Teoricamente.>> rispose Al appoggiandosi sui gomiti, per niente scosso da ciò che stava succedendo.
<<Si ma ora sono sveglio e vi ho visti!>> esclamò il riccio indicandoci e piegandosi in due dalle risate.
<<Cosa c'è di tanto divertente?>> chiesi mentre mi tiravo su.
<<Uhm nulla...>> biascicò prima di ricominciare a ridere.
<<Samuel, cosa c'è? Voglio dire, ok, ci stavamo baciando...>> si intromise Alex.
"Lo aveva davvero ammesso!?"
Arrossii violentemente per quella sua affermazione ed iniziai a torturarmi le mani ripensando a ciò che era successo poco prima.
<<...e quindi? Che c'è? Non è stata sta gran cosa...ho bevuto un sacco e nemmeno mi ricordo come siamo arrivati a questo...>>
Il rossore ch'era trasparito poco prima, scomparve del tutto.
'Non è stata una gran cosa'?
Cosa voleva dire con ciò? Mi aveva baciata solamente perché era ubriaco fradicio e non aveva lì con sè la sua zoccoletta?

'Mhm, probabile.'

"Quanto sono stata stupida a sperarci anche solo per un istante."

'Si, sei stata una stupida Sheryl. Ma che diamine ti è saltato in mente quando lo hai baciato?! Pensavi davvero che gliene sarebbe fregato qualcosa dopo?'

"Oh non ti intromettere pure tu."

La mia coscienza si divertiva spesso a prendermi in giro nelle circostanze peggiori. Era come una grigia nuvoletta di pioggia che trascorreva il suo tempo a seguirmi e ad annebbiarmi le giornate.

'Non farla così tragica, d'altronde dico semplicemente la verità.'

<<Beh questo a me non importa...>> proseguì Samuel con uno strano sorriso stampato sul volto.
A cosa stava pensando? La sua faccia mi inquietava e la tensione creatasi non fece altro che innervosirmi ulteriormente.
<<Samuel? Cos'hai in mente?>> chiedemmo all'unisono io ed Al.
<<Venite a vedere cosa ho fatto!>> disse il riccio cercando di trattenersi dal ridere, ma con scarso risultato: si formò una strana smorfia sul suo viso che risaltò le sue guance rosse, seguita da un sorriso tirato e da una risata finale che mostrava, finalmente, le sue adorabili fossette. Ma aveva comunque un non so che d'inquietante...
Mi avvicinai a lui e lo stesso fece Alex; Samuel sfilò dalla tasca il suo cellulare e dopo averlo sbloccato, ci fece segno di guardare il display.
<<Ma cosa?...>>
Mi alzai sulle punte dei piedi appoggiando il mento sulla sua spalla per vedere meglio e non appena fui abbastanza vicina da riuscire a leggere, spalancai gli occhi per lo sconcerto. Stavo per aprir bocca, ma Alex mi precedette.
<<ODDIO, MA CHE CAZZO HAI FATTO? MA SEI DEFICIENTE PER CASO!? LEVALA SUBITO.>>
Fece come per strappargli il telefono dalle mani, ma il riccio lo fermò, allontanandolo con un braccio.
Samuel aveva avuto la brillante idea di scattarci una foto mentre ci stavamo baciando e l'aveva pubblicata su Instagram; aveva ricevuto immediatamente centinaia, se non migliaia di like e di commenti. Ed il peggio era che aveva anche aggiunto la nostra posizione.
<<E perchè mai dovrei farlo?>> sorrise malizioso.
<<Paura che qualcuno venga a sapere il tuo segreto, Turner?>>
Aspetta un attimo... Turner? Mi era famigliare quel cognome, dovevo averlo già sentito da qualcuno anche se non mi ricordavo bene da chi. E poi a quale segreto si riferiva il riccio? Al fatto che ci fossimo baciati o a qualcos'altro?

Turner, Turner, Turner...

Mhm... niente. Il vuoto. Non riuscivo ad associarlo a qualcosa.
<<Mi spiegate cosa sta succedendo?>> mi intromisi fra loro nel vano tentativo di fermarli prima che iniziassero a picchiarsi: difatti Alex era ad un soffio di distanza dal volto di Samuel, i suoi occhi erano scurissimi, forse a causa del buio della notte o per l'ira momentanea, ed emettevano uno strano luccichio. Il riccio invece se la rideva a crepapelle talvolta appoggiandosi alla spalla di Al per non rotolare sulla sabbia; aveva ancora il cellulare in mano.
<<Mi state ascoltando?!>> chiesi infuriata incrociando le braccia.
<<NO!>> risposero all'unisono.
<<Un giorno mi farete impazzire...>>
<<Ma fino ad allora...>> riprese Samuel.
<<Fino ad allora niente! Hai tolto quella cazzo di foto?!>>
<<Uhm...>>
<<Uhm niente! Dammi quel cellulare.>>
<<Ah ah, solo se riesci a prenderlo, TURNER!>> disse prima di cominciare a correre per la spiaggia, sbracciandosi.
Era una scena a dir poco esilarante e Alex non potè fare a meno che ridere assieme a me, piegandosi in avanti.
Quando si tirò su i nostri sguardi si incrociarono per un istante:
non riesco a ricordare bene cosa vidi in quei due profondi buchi neri, notai soltanto una serietà improvvisa e il suo mandar giù un grosso boccone amaro.
Iniziò a rincorrere Samuel ed io mi sedetti, distendendo le gambe verso il mare. Era tutto così calmo che perfino i miei pensieri si erano placati, senza però svanire. Un po' come quando mangi un cioccolatino per non sentire l'amaro della medicina: hai la certezza di sentirlo dopo aver ingoiato il tutto. Un'onda bagnò la suola delle mie scarpe, così mi spostai più indietro sdraiandomi sulla sabbia ormai fredda. I miei capelli, mossi dalla leggera brezza marina, si riempirono di piccoli granelli di sabbia, quasi fossero innumerevoli stelle incastonate nelle innumerevoli volte dei miei boccoli galattici. Girandomi su di un fianco, vidi Alex salire sulla schiena di Samuel per prendergli il telefono; ma caddero immediatamente entrambi facendo un enorme ruzzolone che li trascinò in acqua. Si rialzarono sempre continuando a rincorrersi ed io chiusi gli occhi, sperando vivamente che quell'istante sarebbe durato in eterno.

<<Sheryl, andiamo?>>
<<Mmh?>> mugolai rannicchiandomi al di sotto di una coperta inesistente.
<<Dobbiamo andare, ricordi?>> riconobbi la voce di Alex torturarmi l'orecchio indolenzito dal sonno.
<<Ma stavi dormendo?!>> urlò Samuel dietro a me, dalla parte opposta di Alex.
"Ma lo stavano facendo di proposito?"
Mi ero addormentata mentre si stavano rincorrendo sulla spiaggia ed ora avevano addirittura intenzione di svegliarmi urlandomi contro che bisognava partire? Non avevo la minima intenzione di alzarmi e le mie gambe si rifiutavano di eseguire i miei ordini; mi rannicchiai ancora sperando di chiudermi all'interno di una corazza insonorizzata, in modo da poter continuare a dormire ancora per un po'.
<<Catherine ha chiamato ancora, ma le ho messo giù perché non mi andava di concludere la nostra giornata così e tu dormi? Nossignore!>> gridò il riccio prima di prendermi in braccio ed iniziare a correre verso il lungomare.
<<Ma che cazzo fai!?>> iniziai a tirargli innumerevoli pugni contro la schiena mentre sorridevo guardando Alex tentare di raggiungerci correndo, anche se quello a correva più storto era Samuel, sia per l'alcool che per il mio peso, direi.
<<Mi sembri un sacco di patate!>> disse il riccio fermandosi per riprendere fiato, ma senza farmi toccare terra. Questa l'avevo già sentita e mentre cercavo di ricordarmi in che circostanza mi fosse già stato affidato quel soprannome, Alex iniziò a ridere forte, seguito da quell'altro. Scesi imbronciata dalla spalla del riccio, ritrovando finalmente, fra i tanti miei ricordi, quella prima serata con Alex. Dovevo avere davvero una memoria a breve termine se non riuscivo nemmeno a ricordarmi cosa avevo fatto pochi giorni prima.
<<Aspettate, ma la foto? L'hai tolta vero?>> chiesi spalancando gli occhi a quest'altro ricordo: avevo un tempo di realizzazione davvero lungo per essere così giovane.
<<Turner mi ha costretto a toglierla...>> disse il riccio prima di essere fulminato da Alex. Anche quel cognome mi ricordava qualcosa... ci avevo riflettuto a lungo prima di addormentarmi ma ancora non ero riuscita ad infilarlo nel giusto cassetto della mia mente.
<<Ora mi spiegate cosa succede vero?>> chiesi esasperata dopo che Alex si fu avvicinato ulteriormente a Samuel con fare minaccioso.
<<No!>> risposero all'unisono prima di tornare ognuno sui propri passi, lasciandomi nuovamente interdetta e fra i miei pensieri.

<<Ragazzi, ma dove stiamo andando?>> chiesi dopo un po', mentre Samuel era alla guida, sporgendomi fra i due sedili anteriori.
<<Oddio è vero che non posso tornare a casa da Catherine... ehm... qualche idea?>> balbettò il riccio.
Notai lo sguardo di Alex trapassarmi da parte a parte e soffermarsi sulla mia scollatura; mi tirai indietro non dopo avergli detto <<Sei un pervertito!>> al quale rispose con una risata sommessa.
<<Che ne dite se andiamo...>>
Al non fece in tempo a concludere la frase che il riccio inchiodò di colpo urtando contro qualcosa che non riuscii bene a distinguere.
Spense la macchina, abbassò il finestrino e sporse la testa; mi strinsi al colletto della giacca di Alex, spaventata dall'idea che potesse essere qualcuno con cattive intenzioni. Ma scartai subito questa opzione non appena ebbi constatato d'avere una coscienza pulita e di non aver mai commesso torti a nessuno a Los Angeles.
<<E voi chi sareste?>> sentii Samuel gridare seguito da innumerevoli schiamazzi fastidiosi e acuti gridolii femminili.

When the sun goes down |Alex Turner|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora