Capitolo 13:

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Tom uscì presto per andare a lavoro.

Da un lato mi sentivo un po in colpa, per la sera prima. Eravamo rimasti svegli fino a tardi a guardare quel film schifoso, invece di andare a letto.

Di solito svegliava anche me, andavamo a lavoro assieme nonostante il mio turno sarebbe iniziato due ore dopo il suo, cercavamo di stare sempre assieme, e in questo caso cercavamo anche di evitare di fare due viaggi per andare nello stesso luogo.

Io mi svegliai alle 09:00 del mattino, cosa più unica che rara essenndo abituata ad alzarmi ogni mattina alle 06:00. 

Lavai i piatti e sistemai alcune cose per casa, essendo ormai rimasta li non mi andava di non fare niente.

Mentre sistemavo la camera mia e di Tom, un sussurro, quasi come una voce sottilissima, iniziò ad arpeggiare nell'aria.

Non capivo da dove provenisse, ne il perchè di un suono così basso, ma allo stesso tempo acuto..

Mi spostai lentamente, percorrendo tutto il corridoio a passi lenti, incerta di cosa potesse essere quel suono.

Arrivai fino a davanti la porta di casa, e una risata, credo nella mia testa, si manifestò.

Era una risata bianca, piccola ed innocente.. sembrava essere quella di un bambino.

Qualcosa mi spinse ad aprire la porta, mentre quei suoni si facevano sempre più forti.

Non appena il pomello della porta girò verso sinistra, e la porta si aprì, un cielo grigio diede spazio al mio vedere.

Quella voce che era ormai diventata chiara, una risata di bimbo, era come se fosse intorno a me

"Mamma?" sentì pronunciare, non vedendo nessuno.

Mi voltai lentamente verso casa, ma neanche li sembrava esserci anima viva.

Tornai a voltarmi verso il giardino, facendo qualche lento e insicuro passo in avanti.

"Mamma?!" sentì dire con più costanza, e decisione

Questa volta mi voltai spaventata, ma alle mie spalle ancora il vuoto. 

"Mamma." sentì una volta, questa volta un'affermazione.

Mi voltai di scatto in avanti e vidi una bambina, di piccola statura, restare di fronte a me, seduta sul prato.

I miei occhi sembravano sudare nel guardarla, quasi come se fosse faticoso, trattenere il suo sguardo.

-Sai perchè non posso camminare?- mi domandò

-No.- risposi con un filo di voce, terrorizzata

-Perchè voi mi avete uccisa. Facendomi nascere prima del dovuto morta. Non vi siete saputi prendere cura di me, neanche prima che nascessi.. fate schifo.. SCHIFO!- Urlò

Nel sentire le sue parole i miei occhi si inondarono di lacrime e i miei piedi indietreggiavano lentamente. Quell'urlo finale mi fece correre dentro casa, chiudendo subito la porta.

Poggiai la schiena alla porta d'ingresso mentre le lacrime non riuscivano a fermarsi. Avevamo paura anche a guardare con la coda dell'occhio la finestra che avevo accanto, per un momento lo feci e vidi la bambina strisciare verso la casa.

Era come un incubo che non voleva avere fine, iniziai a correre verso il piano di sopra e mi chiusi a chiave nella mia stanza, aspettando e sperando che Thomas avrebbe presto fatto ritorno.

Perchè quelle visioni? Perchè mia figlia? Troppe domande a cui volevo una risposta, ma non in quel momento.. in quel momento avrei solo voluto che tutto, non fosse reale.

Green Eyes ||Tom Hiddleston||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora