Capitolo 12:

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Nei giorni successivi il buon umore iniziò lentamente a tornare.

Le giornate sembravano essere più allegre e il nero non era più il colore dominante nei miei indumenti.

Il negozio veniva frequentato sempre da più persone, ormai che il periodo post guerra era praticamente finito tutti avevano voglia di abbellire i loro giardini, o i loro balconi con delle piante e dei fiori.

Grazie alla clientela, e a Thomas in assoluto, riuscii a ritrovare il sorriso anche nelle giornate di pioggia, che amavo tanto.

Trovavo sempre il tempo per correre in giardino la sera, quando diluviava, e anche se non sentivo di correre come una bimba, riuscivo a godermi ogni goccia che scendeva al suolo.

-Vuoi preparata una cioccolata?- domandai a Tom, che stava seduto sul divano

-No grazie tesoro.- 

-Hai lavorato molto oggi, ti meriti un po di riposo.-

-Chi lavora non si riposa mai, non la sapevi questa cosa?- disse lui sorridendo

-No, ma grazie di avermela fatta sapere- risposi io ridacchiando

-Andai in cucina a preparare comunque la cioccolata. Sapevo che anche se aveva detto di no, al solo sentirne il profumo ne avrebbe volute minimo due tazze così misi il preparato sul fuoco.-

-E' odore di cioccolata calda quello che sento?- urlò lui dal salone

Ridacchiai al sentirlo strillare, si capiva subito quando voleva qualcosa.

-Certo ma non per te, mi hai appena detto di non volerne- urlai a mia volta

-Chissà con chi hai parlato, la casa è grande magari con qualche fantasma- aggiunse lui

Io mi feci due risate e poi tornai a mescolare la cioccolata.

Adoravo quel tipo di giornate, in piena tranquillità, stanchi dal lavoro ma mai troppo da non calcolarsi.

La pioggia che scendeva veloce e lenta sui vetri, lo zampillio nelle pozzanghere che si formavano dietro casa, tutto molto rilassante.

-La cioccolata è pronta!- urlai dalla cucina per farmi sentire, non mi sentiva mai quello sbruffone

-Si ma perchè stai urlando?- rispose

Mi voltai e lo ritrovai seduto a tavola, in cucina, onestamente non so da quanto fosse seduto li.. e per poco dallo spavento non facevo cadere tutta la cioccolata fatta.

-Potresti avvisare quando passi da una stanza all'altra?- gli dissi

-Devo avvisare se cammino per casa mia, signorina Marvin?- disse lui

-Certamente signor Hiddleston, mi sembra d'obbligo avvisare in casi come questi- risposi mentre continuavo a versare la cioccolata nelle tazze

-Avrò allora la premura di avvisarla quando mi sposto in casa mia, la prossima volta-

-Gliene sarei infinitamente grata.- dissi infine ridendo sedendomi di fronte a lui

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-Un giorno, tutto questo sarà sotto terra ci pensi?-

-Marnie, stiamo vedendo un film Horror, questo non significa che devi pensare alla catastrofe imminente.-

-Però se ci pensi è vero, anche noi finiremo sotto terra.-

-Marnie..-

-Ma è la verità.- risposi con un tono più adolescenziale, che adulto.

Il film mi aveva preso molto. Questo genere era uscito da poco ed eravamo solo all'inizio dei film horror.

Non capii poi bene di cosa trattasse la storia, in alcuni punti mi nascondevo dietro Thomas per evitare di impressionarmi o schifarmi.

E anche se la situazione, tra il film e una me spaventata facevano davvero ribrezzo, io amavo quel momento. Il fatto che Tom fosse ancora, dopo mesi e mesi, accanto a me.

Da li mi accorsi di un piccolo dettaglio, vedendo il film..

Si dice che quando si guardano i film dell'orrore avendo paura, significa che si ha una vita normale, mentre quando si guardano senza paura, è perchè la tua vita è un vero e proprio inferno.

Beh, in quel momento fui felice di essere spaventata... questo significava che nonostante tutte le insicurezze, anche io, ero una persona normale.

Green Eyes ||Tom Hiddleston||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora