Capitolo 6

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Il tempo passò: giorni, settimane, mesi senza sentirsi. Ogni tanto un messaggio per ricordare i "bei tempi".
Ormai erano diventati diversi. Erano cresciuti. Un po' per le delusioni, un po' per le sofferenze, tutto li aveva rafforzati e aveva fatto diventare il loro carattere impassibile, i volti indifferenti, il cuore freddo e loro senza sentimenti.
Le uniche volte in cui veniva riesumato dal profondo del loro animo il bene che si volevano era a causa dell'alcool.
Le serate in discoteca. Alcool. Bicchieri vuoti. Assenza di freni inibitori. Del tipo "drink vodka and fly". Loro che si abbracciavano ricordando i tempi d'oro e i baci. A volte non mancavano neppure le offese, le imprecazioni per tutto ciò che uno aveva fatto passar all'altro. Grazie all'alcool si dicevano tutto ciò che non si erano detti nel tempo.
Odio e amore. Guerra e pace. Tutto e niente. Non una via di mezzo.
Erano innamorati l'uno dell'altro. Ma forse quell'amore iniziava a non essere più per loro stessi ma per il ricordo che avevano dei momenti passati assieme.
Quella situazione era talmente difficile che Caterina non capiva più se quel ragazzo che aveva amato tanto tenesse più a lei e, come se non bastasse, tutto iniziò a diventare più complicato una sera. La sera di Pasqua. Una serata in discoteca. Una serata in cui la ragazza si accorse che pur provandoci con Riccardo, lui non voleva baciarla. Non capiva. Perché? Cosa stava succedendo? Perché accadeva proprio a lei? Eppure Riccardo baciava chiunque, non gli importava se conosceva o no, "andava" con chiunque, e perché con lei no? Che aveva di diverso dalle altre? Non riusciva proprio a capirlo. Odiava questo fatto, odiava lui, odiava il suo comportamento, odiava che non lo potesse avere tra le sue braccia, che non lo potesse baciare e coccolare, odiava che non fosse più suo.
Nonostante ciò Caterina non essendo una scema vedeva che Riccardo era triste. I suoi occhi non luccicavano più, dimostravano solo tristezza; sul suo volto ogni tanto spuntava un sorriso, un sorriso usato come maschera per non preoccupare i suoi amici; stava male e Caterina stava ancora peggio sapendo di non poterlo aiutare.

Non posso stare senza teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora