«Che maschio.», dissero in coro, stringendomi i muscoli e strusciandosi su tutto il corpo.
«Ferme tutte!», affermò una donna lungo il corridoio. D'un tratto, si scostarono tutte quante per farle spazio, doveva avere una forte influenza su di loro. Pian piano si avvicinò, la guardavo molto attentamente. Camminava a passo deciso, sicura di sé. Poggiò le labbra su un orecchio, facendomi stranamente rabbrividire.
«Vieni con me.», commentò, baciandomi dolcemente il lobo. «Non te ne pentirai.», aggiunse ritornando al mio sguardo, accarezzandomi con un dito il braccio. Mi piaceva particolarmente, ero sicuro non mi avrebbe deluso. Volevo cancellare tutti i miei pensieri anche per un breve tempo, e quella donna mi avrebbe aiutato parecchio. Le bloccai il braccio, fermando, di conseguenza, il movimento del suo dito. La attrassi a me, scontrando la fronte contro la sua, a pochi passi dalle sue labbra.
«Andiamo.», conclusi con un'espressione convinta. Era come se fosse l'ultima speranza per non arrendermi alla realtà. Avevo fatto un errore molti anni prima. A partire da quella notte, non avrei più sbagliato. Sapevo cosa dovevo fare.
***
Nina's pov.
Non ce l'avevo con te, è solo che ho la brutta abitudine di trattare male le persone a cui tengo. E' una scusa del cavolo, lo so, ma mi dispiace.
Forse dovevo giustificarmi così, ma ormai il danno era compiuto. Mi si sciolse il cuore quando mi parlò con quella tenerezza disarmante. Mi sentivo male al pensiero di averlo distrutto, era lui il cattivo fino a quel momento, e invece si rivelò tutto l'opposto. Non ero per nulla certa del fatto che si fosse convertito in una maniera tanto drastica, nonostante una parte di me lo voleva da morire, l'altra lo allontanava per il bene di tutti. Pur non pensando a fare la paladina della giustizia, mi concentravo sul mio bene. Non potevo mai essere felice con una persona come Miguel, eravamo fin troppo diversi. Buffo dirlo, avevo appena finito di leggere per l'ennesima volta quel libro, e mi sembrava di vivere la stessa situazione. Forse, ancora più complicata. Non sapevo nulla di lui, come lui non conosceva me. Ogni minuto che passava, ero più convinta di aver fatto la scelta più giusta. Probabilmente mi sarebbe mancato vederlo mezzo rincoglionito al mattino, o mi sarei dovuta abituare al fatto che la notte non sarebbe venuto in camera mia come un ladro, o non mi avrebbe più sfiorato con quelle grandi mani. Dovevo smetterla di dipendere dalle sue labbra, e in cambio, avrei guadagnato la mia serenità che sconoscevo da quando vivevo in quella casa. Era meraviglioso far l'amore con lui, ma c'erano troppi ostacoli più grandi di noi, che mi avrebbero fatto godere a pieno di quei pochi momenti passati insieme.
La notte mi aveva portato consiglio, era l'unica cosa da fare.
***
Miguel's pov.
«Ehi, tesoro.», mormorò, appoggiandosi delicatamente sul mio petto. «Stanotte sei stato formidabile.», si complimentò, girandosi verso di me.
Allungai il braccio, afferrando il portafoglio e porgendole gli euro che le spettavano. «Vattene.», la cacciai in modo scontroso. Mi fissò perplessa per un paio di secondi, prendendo i soldi e scappando subito dopo.
Le ordinai di andarsene, come dovevo fare quella notte con Nina. Perché così vengono trattate le prostitute, una botta e via, no? Non avrei dovuto permetterle di intromettersi nella mia vita, non meritava tutte quelle attenzioni che le diedi, oltre a concederle il lusso di vivere a casa mia. Si era approfittata di me a partire dall'addio al celibato, voleva solamente un po' di soldi e un lavoro come si deve, e ci riuscì. Odiavo il modo in cui si prese gioco di me, non dovevo perdere la testa per due tette e un bel culetto. Era riuscita a rovinarmi la vita, il mio futuro con Victoria, la donna che avevo sempre amato.
«Amo Victoria, amo solo lei.», ripetevo ad alta voce, affinchè mi convincessi davvero, una volta per tutte.
«Nina non è altro che una sporca prostituta, mi ha usato per ottenere i miei averi. Era il suo unico obiettivo.». D'un tratto mi squillò il cellulare. Finalmente. Aspettavo solo quella chiamata, si era decisa. Presi immediatamente il telefono, preso dall'euforia.
«Pronto?».
«Miguel, ciao. Sono Victoria.», mi rispose. Mi ero illuso inutilmente, mi sentivo un completo demente. Ma che stavo facendo? Ricevetti una chiamata da Victoria, magari voleva chiarire, voleva perdonarmi. Dovevo essere felice, in teoria.
«Ciao.», uscì dalla mia bocca, senza riflettere.
«Possiamo vederci? Devo parlarti di una cosa molto importante.», spiegò con un tono che mi preoccupava particolarmente. Cosa doveva dirmi di tanto urgente? Mi preparai a tutto.
***
Giunsi al bar, il luogo dell'appuntamento che avevamo prefissato mezzora prima. L'attesa non durò molto. Mi girai, e la trovai dietro di me. Mi alzai, e in un batter d'occhio si buttò tra le mie braccia e iniziò a piangere come una bambina. Rimasi inerte, non capivo il motivo del suo gesto. Mi accarezzò con una mano la guancia, che spostò, molto lentamente, sulla propria pancia. La mia espressione si fece ancora più allibita, spalancai gli occhi e cercai di non pensare in negativo. Aspettavo, abbastanza agitato, una sua giustificazione a tutto quanto, che arrivò dopo alcuni minuti.
«Aspettiamo un bimbo, Miguel.», confessò tra le lacrime, riprendendo a stringermi con un piccolo sorriso sulle labbra.
«A...aspettiamo un bambino?», balbettai incredulo, avvolgendo le mie braccia attorno la sua schiena. Sarò papà. Miguel Cortés diventerà padre.
***
Nina's pov.
Non avevo altre vie di scampo, se non l'avessi fatto io, l'avrebbe fatto Dolores. Non servivo più in quella casa, e mi faceva male pensare che la mia unica utilità lì dentro, dipendeva da Miguel. A quella donna non le importava che mi facessi il culo giorno e notte, le importava solamente che andassi a letto con lui per levarselo di torno. Ancora una volta sfruttata, ero stanca, troppo stanca. Finii di prendere le ultime cose, e mi diressi con il mio piccolo ma gonfio zaino che avevo paura sgonfiasse, nella porta d'ingresso. Era stato bello, finchè durò.
«Nina!», esclamò Victoria, entrando in casa di scatto. Gli occhi le si illuminavano. «Guarda chi è ritornato con noi. Vieni, amore!», lo chiamò, alzando il tono di voce. Alla fine lo perdonò e ritornarono insieme, com'era giusto che fosse. Ci guardammo negli occhi. Avevo paura mi scappasse una lacrima. Mi ripresi, fingendo un sereno sorriso.
«Sono contenta che abbiate chiarito.», dissimulai. Certo che non ero felice, avrei preferito non vedere quella patetica scena mentre la sbaciucchiava.
«Cos'è quello zaino?», mi domandò curiosa Victoria.
«No...», persi un po' di tempo a mio favore, cercando di inventarmi qualche scusa. «Sono i panni sporchi.», dissi nervosa. La seconda bugia in pochissimi minuti.
«Sarà pesantissimo. Miguel, su!», lo spinse a darmi un aiuto. Non mi fece controbattere, che andò verso la cucina, lasciandoci soli. Cercai di evitarlo, e rapidamente scappai verso il giardino, ma mi bloccò il braccio una volta lì.
«Mi lasci, per favore?», chiesi seccata, abbassando lo sguardo.
Dentro quello zaino, non ci sono i panni sporchi, vero?», commentò con sicurezza. Non risposi, notando il suo sguardo che si soffermò sul taxi davanti il cancello. Mi agitai, finchè riuscii a liberarmi. Lo fissai, per l'ultima volta, e gli diedi le spalle, dirigendomi verso l'auto. Aprii lo sportello, ed una voce mi urlò in lontananza.
«Non andare!». Girai lo sguardo verso di lui. Mi uscì un sorriso istintivo, magari perchè immaginavo nella mia mente, che mi desiderava sul serio con lui. Entrai in macchina, comunicando velocemente la via all'autista. Addio, Cortés.
Non esitate a passare a leggere il libro Tears - After the rain di Emi_2808, rimarrete a bocca aperta per questo splendido capolavoro!
Alla prossima!
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Come acqua per il fuoco
RomanceMiguel, uomo a cui non manca nulla: una villa, una bellissima donna affianco, e molta fortuna, fin troppa. In alcuni momenti freddo e rude, in altri romantico e profondo. Nina, 25enne semplice e comune. Completamente sola, cerca di andare avanti fac...