Non mi diede nessuna motivazione, dovetti accettare le dimissioni e andarmene. Non sapevo darmi una risposta a tale atteggiamento, l'unica cosa di cui ero davvero cosciente, fu come sarei riuscito a mandare avanti una famiglia. Perché lo eravamo, oramai. Toccava a me portare i soldi a casa, avverare ogni desiderio e capriccio di Lucas, e trattare come una vera regina Nina. Le avevo promesso che avremmo lasciato quella brutta pensione, aveva atteso troppo tempo e non mi piaceva affatto. Decisi di non dirle nulla per il momento, si sarebbe rattristita e non volevo darle problemi. La sola persona a conoscenza di tutto, era Gonzalo. Ed era anche l'unico con cui potevo sfogarmi.
«Però, niente male come idea.», disse, guardandosi attorno. «Hai perso tutti i soldi che avevi guadagnato con quel lavoretto, per comprarti una casa che, per carità, tanto di cappello, potevi anche evitare dato che sei stato appena licenziato.», continuò, infilandosi i guanti da boxe.
«Che dovevo fare? Lasciare che vivessero là dentro? Mi sarei fatto anche i debiti pur di comprarla, l'avevamo vista insieme ed era pazza per questa villa.», risposi scaldandomi. «Ho dei risparmi da parte, ce la faremo.», aggiunsi con decisione. Ci credevo sul serio.
«Guarda, amico. Se potessi, ti aiuterei.», poggiò una mano sulla mia spalla. «Ma sono anche io nella merda in questo periodo. Il gioco mi sta mangiando vivo.», spiegò. Leggevo nei suoi occhi un filo di sconforto.
«Non ti sei levato ancora 'sto vizio, eh?», lo richiamai, alzando di poco la voce. «Forza, fatti sotto che voglio umiliarti.», dissi sarcastico, incitandolo a fare la prima mossa. Condividevamo la passione per la boxe, mi rilassava quando ero particolarmente nervoso e agitato.
***
Nina's pov.
Non ci vedemmo per tutto il giorno, infatti restai chiusa nella pensione perché ero molto annoiata. Mi disse velocemente che aveva parecchie faccende da sbrigare, immaginai che avesse portato con sé Lucas perché amava seguirlo e trasportargli la valigetta. Quella sera ero libera, ma decisi di raggiungere ugualmente il pub per affrontare il capo e dirgli di voler smettere di lavorare in quel posto. Sicuramente avrei reso molto felice Miguel, a cui non gli andava proprio giù il fatto che continuassi a fare la spogliarellista. Speravo che il capo avrebbe capito le mie ragioni, senza discutere. Entrai e, come ogni sera, il locale era pieno di gente. Forse, più del dovuto. Mi diressi verso di lui, notando il suo sguardo piuttosto sorpreso.
«Che...che fai qua?», borbottò, cominciando misteriosamente ad innervosirsi. «Devi andartene, devi andartene!», mi urlò, spingendomi verso l'ingresso con presunzione. Opposi resistenza, confusa. Finchè all'improvviso, tutta la folla acclamava una donna che si muoveva divinamente sul palco. Indossava una maschera sul viso. Non mi era nulla chiaro. Mi avvicinai al palco, per guardarla meglio. Continuava a ballare in una maniera talmente sensuale, che quasi la invidiavo. Non aveva un corpo pazzesco, ma ci sapeva fare. Gli uomini erano stregati da lei, ma impazzirono quando si tolse quella maschera. Non credevo ai miei occhi. Era sicuramente un'allucinazione. Il capo si mise a fianco a me, mormorando ad un orecchio.
«Non dire nulla, per favore.». Annuii. «Lavora qui da un sacco di anni, la chiamavano La diosa de Barcelona perché incantava ogni uomo. E' tornata su quel palco da poche settimane, ma il suo unico obiettivo è distruggerti, Nina. Voleva che ti licenziassi, ma non riuscivo a farlo perché sai quanta stima ho verso di te.», confessò, stringendomi le mani. «Ascoltami. E' una donna pericolosa, non si fermerà facilmente, la conosco bene. Stai attenta, e abbi cura di te!», mi abbracciò, senza ricevere lo stesso gesto. Non riuscivo a comprendere quello che stava accadendo, mi intimorirono le sue parole. Corsi via da quel locale, cercando di contattare il più presto Miguel. Ma mi precedette lui, con un messaggio.
«Sta per arrivare una Mercedes rossa diretta proprio qui, da me. Vi aspetto!»
***
Miguel's pov.
Erano passati 5 minuti dall'invio del messaggio, speravo l'avesse letto. Ero entusiasta e allo stesso tempo emozionato all'idea di convivere insieme in una vera casa, finalmente. Sentii il clacson dell'auto, allora aprii il cancello e mi fiondai di fronte alla porta di casa. Scese dall'automobile, e si incamminò molto lentamente verso l'ingresso. Il suo sguardo si illuminò alla vista di quella grande villa, e dalle sue labbra uscì un enorme sorriso di gioia. Corse da me, avvolgendo le braccia attorno al collo.
«Ma tu sei pazzo!», esclamò tra un bacio e l'altro.
«Sono giustificato per queste ore di assenza?», chiesi ironico, stringendola dai fianchi.
«Certo che sì, sei giustificato tutta la vita.», mi sorrise dolcemente, torturandomi il labbro. Si staccò dopo un paio di secondi, girandosi attorno. «Aspetta.», cambiò tono d'un tratto. «Dov'è Lucas?», mi domandò.
«Come...dov'è Lucas?», ripetei perplesso la sua frase. «Non è con te? Mi aveva detto che non c'era bisogno di andarlo a prendere, perché scendeva con un suo amico.», ribattei con un'espressione per niente tranquilla. Cercammo di controllare l'agitazion, finchè mi squillò il cellulare. Lucas. La guardai negli occhi, rispondendo alla chiamata subito dopo. «Lucas, si può sapere dove sei finito?», alzai il tono di voce, mostrando preoccupazione.
«No, tesoro. Non sono Lucas. Sono la tua cara mogliettina, ti ricordi di me?», chiese arrogantemente.
«Che cosa vuoi? Voglio parlare con mio fratello!», replicai.
«Calmo, il tuo fratellino è qui. Diciamo che resterà con me fin quando non mi stancherò, sai...mi è mancato così tanto questo moccioso. Prendilo come un avvertimento, e tieni sempre con te il cellulare, perché alla prossima chiamata ti dirò cos'è che voglio. Intanto, tu e la tua spogliarellista, dormite serenamente e godetevi il nuovo letto. Io continuerò a divertirmi con il piccolo della casa, e mi raccomando: non parlare troppo perché potresti pentirtene. A presto, marito.», e staccò.
Wow, capitolo sensazionale quest'oggi. Credo proprio di non aver deluso le vostre aspettative! Vi informo che manca poco alla fine, ma niente paura perchè penso di fare il sequel. Dipende solo da voi. Alla prossima!
E non esitate a passare a leggere il libro Tears - After the rain di Emi_2808, rimarrete a bocca aperta per questo splendido capolavoro!
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Come acqua per il fuoco
Roman d'amourMiguel, uomo a cui non manca nulla: una villa, una bellissima donna affianco, e molta fortuna, fin troppa. In alcuni momenti freddo e rude, in altri romantico e profondo. Nina, 25enne semplice e comune. Completamente sola, cerca di andare avanti fac...