Derek protettivo, troppo protettivo!

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I giorni passavano lentamente, una lentezza logorante. Da quando era venuta a conoscenza del mondo che si nascondeva dietro, la bella e perfetta cittadina di Beacon Hills, era diventato tutto più strano. Derek le stava appiccicata come una sardina, l'accompagnava ovunque. La conseguenza era che Jenna provava un costante senso di soffocamento, che l'assillava giorno per giorno, ormai non riusciva più a reggere la situazione. Per quanto gli volesse bene, questo comportamento le dava molto fastidio, non le lasciava i propri spazi.

Stranamente non aveva paura, era molto tranquilla, l'unica cosa che la inquietava era che qualche volta, si sentiva osservata, non sapeva come, ma percepiva questa costante sensazione di essere fissata da... non sapeva neanche lei chi, ma si era calmata quando aveva chiarito a sé stessa di essere esageratamente paranoica. Anche se sentiva costantemente questa sensazione di bruciore sotto quello sguardo ignoto e forse inestistente, concentrava i suoi pensieri su quell'incubo avuto la notte dopo il pomeriggio al luna park. Ció che l'assillava di più era che non si ricordava di essere tornata a casa e neanche di essersi addormentata, e sinceramente non capiva quando avesse iniziato realmente a sognare. Si ricordava di aver lavorato, di aver visto Peter e il branco al bar, si ricordava ogni minimo dettaglio ma non era sicura che fosse successo realmente, forse anche quello faceva parte del sogno? Era come se non riuscisse a distinguere la realtà dall'incubo.
Quindi, come sempre, il caos regnava nella sua vita e la stava portando alla paranoia più totale.
Ma continuava a vivere ogni giornata. Facendo finta di niente, come una ragazza normale, all'oscuro delle atrocità del luogo che la circonda; anche se dentro di sé avrebbe solo voluto scappare da quell'assurda situazione in cui si era accidentalmente ritrovata.

"Jenna, dove sei?!" chiese Derek mentre entrava nel loft.
"Sono qui!" si sentì la veloce risposta della ragazza.
Il moro si diresse verso la fonte della voce, aprì una piccola porta verso l'esterno, ed uscì sull'ampio balcone.
"Hey" la salutó lui cingendola da dietro.
"Hey" rispose lei cercando di non far trasparire il suo fastidio.
"Che succede?" chiese Derek staccandosi bruscamente da lei; aveva sentito benissimo le emozioni della ragazza.
"Niente, perché?" il suo cuore batteva più forte. Bugia.
Derek aveva colto il suo fastidio, ma non disse nient altro, preferendo rimandare quella conversazione, ad un altro momento,

Jenna voleva liberarsi del moro, era brutto da dire, ma non sarebbe resistita ancora tanto sotto l'impulso protettivo dell'amico.

Ogni scusa era buona per uscire di casa ed allontanarsi da lui, ma si accorse, col tempo, che finiva sempre, in qualche modo, per scoprire la sua presenza. Due erano le tattiche del moro per spiare i suoi movimenti. Le aveva scoperte, dopo un paio di volte, che era uscita da sola, per schiarirsi le idee, o seplicemente per godersi una giornata all'insegna della pace ( giornate del genere, erano ormai rare nella sua vita)

-primo metodo usato da Derek per tenerla d'occhio era una tattica stupida e che lei odiava. In poche parole lui si presentava da Jenna, affermando che 'casualmente' si era trovato in quel posto, dove 'casualmente' c'era anche la bionda. Ed infine, ogni maledetta volta, chiedeva se poteva unirsi a lei. Rovinando così una splendida giornata;

- il secondo metodo era ancora più stupido, ma meno invadente.
Jenna si sorprese col tempo, a scoprire che alcune volte, l'uomo sembrava un vero serial killer pronto ad ucciderti da un momento all'altro. Palrando in generale, si era accorta che quando era serio, il suo volto si irrgidiva, rendendo ogni suo lineamento aspro; poteva far morire di paura chiunque con quello sguardo micidiale. Ma la cosa ancora più spaventosa, a cui aveva fatto veramente difficoltà ad abituarsi; erano le sue comparizione. Era sua abitune, presentarsi all'improvviso, in un modo talmente silenzioso, che era impossibile sentire e quindi ogni fottuta volta, che Derek appariva in quel modo, rischiava di morire d'infarto.
Quindi questo infallibile metodo era comparire all'improvviso, a metri di distanza,( magari dietro un albero o nel bel mezzo della folla) e stare lì, impassibile, a guardare la ragazza, come se fosse una preda; infine si dileguava come se niente fosse.
All'inizio non ci aveva fatto caso, ma un giorno le capitó di vederlo; era fermo, in piedi a fissarla, al centro di un negozio di vestiti.
(Immaginatevi un uomo con abiti scuri, quello sguardo truce e persuasivo, le labbra serrate, che formano una linea perfettamente dritta, gli occhi verdi che ti guardano.  Nessuno lo nota, nonostante la sua corporatura sia più che evidente come d'altronde il suo atteggiamento inquietante. Nessuno si ferma, passano avanti come se non esistesse. E scapperesti più veloce di Bolt se quell'uomo non fosse il tuo migliore amico!)

I Suoi Occhi Erano Come Ghiaccio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora