Chapter 2

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Sono le 09:00, mi affaccio al balcone e inspiro un po' di aria fresca, meno male che non c'è mia madre, altrimenti mi farebbe la ramanzina di coprirmi perché potrei prendere un malanno avendo le difese immunitarie basse sono sempre soggetta a raffreddori, bronchite ecc ecc, indosso un semplice pigiama leggero, siamo in pieno dicembre e dovrei tutelarmi, ma come al solito poco mi importa, Roma non è di buon umore stamani il cielo è grigio, arriva una forte brezza da sud, se non erro nelle mie zone dovrebbe esserci la neve, evidentemente ha contagiato l'Italia, rientro in camera, apro l'armadio e prendo i primi vestiti che trovo, cioè un jeans strappato sulle ginocchia, una felpa larga, rossa dell'adidas, la mia preferita mi sento protetta con indosso questo indumento, copre tutte le mie imperfezioni, poi prendo le scarpe ortopediche, certo perché Noura Aloui non può indossare delle fottute Nike, Converse, Adidas o altro, sia mai!, devo mettere delle schifose scarpe "speciali", come le chiamano i dottori, si mi trattano ancora come se avessi due anni, non li sopporto quando fanno così. Vado in bagno mi lavo la faccia, i denti, e pettino la mia chioma castana a caschetto, almeno questo lo posso fare e non ho bisogno di mammina o papino, perché sarebbe umiliante, ed ecco mio padre che da fuori la porta urla

-Noura sbrigati! Rischiamo di arrivare in ritardo-, sbuffo, esco e vado a prendere il mio cellulare dopo di che scendo in soggiorno dove trovo mia madre che sta indossando il suo lungo cappotto, essendo della religione musulmana, le donne non tutte indossano il velo, devono coprire le forme e fare la preghiera cinque volte al giorno, quella del velo è una scelta, e mia madre dopo anni senza ha deciso di indossarlo e affidarsi alla fede, -Sarebbe questo il modo di andare in ospedale?-, ha sempre da dire sui miei outifit, devo vestire elegante, devo essere presentabile, non sto andando a una serata di gala, io sono me stessa così, che gli piaccia o no, -Mamma non rompere di prima mattina please, di certo non salirò a cambiarmi-, mia madre sbuffa e alza gli occhi al cielo, sa che sono testarda, particolare preso da mio padre. Saliamo a bordo della mia fiat bravo alla volta del Gemelli, Roma è una grande città e perdi almeno un'ora per arrivare a destinazione, mio padre non ha molta pazienza, infatti sbuffa di continuo e si lamenta, - Di questo passo perderemo la visita-, cerca di controllarsi stringendo con ambo le mani lo sterzo fino a farle diventare rosse, -Alì calmati per favore, ripetiamo dei versetti del Corano-, mia madre riesce sempre a calmarlo, non so come ci riesca, ha troppa pazienza, per fortuna il traffico viene sgomberato dall'arrivo del vigile e noi arriviamo in tempo nella struttura, conosco il luogo a memoria ogni angolo, ogni stanza, ogni percorso, anche i segreti più misteriosi. La routine è arrivare al reparto Pediatria dare la cartella agli infermieri e aspettare il turno in sala d'attesa, in poche parole la fretta è solo per prendere il numero dato che siamo almeno una ventina a voler parlare con il Dottor Colajanni e con la Dottoressa Gentili. Nel mio zainetto non manca mai l'mp3, un libro e le cuffie, nonostante siamo più o meno tutti nella stessa barca, ci sono quei soggetti che ti guardano perché per loro sei un alieno venuto da Nettuno per distruggere gli umani, mi viene da ridere, potrei capire le persone esterne agli ospedali, ma trovo difficile capire chi più volte al mese viene qui, tutti i presenti hanno figli con problemi, e quindi perché ci dobbiamo guardare?, poi mi ricordo che sono figlia di immigrati, che mia madre ha il velo, e che abbiamo occupato il loro territorio, nonostante i miei sono in Italia da quattordici anni, ma per alcuni non fa differenza da quando risiedi qui, devono comunque criticare o tirare dei presupposti, non siamo tutti uguali non tutti non rispettano le leggi o rubano o vogliono occupare il lavoro agli altri, pensateci bene a chi farebbe piacere abbandonare la terra da dove sei nato, cresciuto e dove hai vissuto fino alla maggiore età? A chi farebbe piacere lasciare la famiglia di origine? I miei se se la passavano bene, non gli sarebbe mai passato per la testa di andare in un'altra Nazione, -Aloui-, un infermiera interrompe i miei ragionamenti mi alzo e entriamo nel ufficio dei medici, li trovo come al solito con un sorriso smagliante, gentili, beati loro che sono sempre di buon umore, di certo questa energia positiva non arriva alla sottoscritta, - Salem-, fa pure finta di sapere l'arabo a suo modo o vuole fare lo spiritoso, i miei fanno i finti sorpresi e sorridono, mentre la mia faccia è sempre la stessa non ho mosso un muscolo, purtroppo ho un brutto carattere o meglio colpa della malattia, -Accomodatevi, allora come và Noura?, ti vedo più cresciuta-, il dottore lo fa per compiacermi ma come al solito fallisce nel suo tentativo, io mi sento sempre la stessa neanche migliorata di mezza virgola, -Se lo dice lei-, sono le uniche cose che riesco a dire, Colajanni ride abituato al mio modo di essere sa che do risposte brevi, -Sempre positiva, ma comunque abbiamo analizzato la tua cartella, le ultime analisi fatte, c'è un leggero peggioramento degli organi e della vista per non parlare dell'udito, ho contattato i miei colleghi da Los Angeles hanno studiato a fondo la situazione della ragazza, per loro non è il primo caso, da un anno è in sperimentazione un farmaco che dovrebbe tamponare la malattia, cercando di non far accumulare le mucose nel corpo, più di trenta pazienti si sono sottoposti al progetto, voi potrete essere inclusi se firmate il consenso-, guardo i miei genitori è sono molto contenti i loro volti sono come pieni di luce, -Ma il consenso dice chiaramente che se firmate vi prenderete la responsabilità di un eventuale decesso di vostra figlia-, non sono meravigliata da questa frase, mentre il mondo sembra essere crollato per le due persone che mi hanno messo al mondo, -Dottore questo farmaco può non dare i giusti effetti?-, mia madre si asciuga le lacrime, -Signora questo è un farmaco salvavita, ma dipende dall'organismo dei pazienti, da come reagisce, potrebbe anche portare alla morte come no, non possiamo saperlo, ma questo è uno dei problemi ci sarebbe un'altra cosa che devo dirvi-, -Cosa, dottore-, mio padre è molto preoccupato anche se non si nota, ma ho imparato il suo linguaggio del corpo, quando stringe i suoi jeans significa che è nervoso, -Dovreste trasferirvi a Los Angeles-, sbarro gli occhi e la mia bocca si apre automaticamente, Noi a Los Angeles?...........

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