Chapter 6

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"Caro diario da un po' di tempo non riempio le pagine, sono stata molto impegnata con il trasferimento, l'ospedale, in più sono stata male il clima qui non è mai stabile ti devi abituare agli sbalzi di temperatura di questa città. Ieri sono stata al Children's Hospital in Sunset Boulevard, molto grande come struttura, praticamente ti puoi perdere, come lavoro diciamo che non c'entra niente con l'Italia, qua i dottori non stanno mai fermi, sempre in movimento, in una giornata ho fatto un check-up completo. Aspetto la loro chiamata per fare il farmaco, consiste in cinque dosi di medicina che vengono iniettati in una flebo, mi pungono il braccio e il farmaco entra nel mio corpo e un macchinario regola le dosi, durerebbe cinque o sei ore, è veramente una palla, poi ogni fine mese mi fanno fare degli esami per vedere l'efficacia della "droga", no sto scherzando, un po' d'ironia la possiedo anche io, quando voglio so essere spiritosa. Ho fatto un giro per il vicinato gli appartamenti con giardino sono molto curati, le strade pulite e i vicini ci hanno accolto bene. Certo abbiamo dovuto chiamare una ragazza che ci impartisce lezioni, io me la cavicchio invece i miei fanno fatica, ma Catrin è positiva ha detto che è questione di tempo e impareremo ci ha anche consigliato di uscire per negozi ascoltare le persone e guardare molta tv, ancora non sono molto contenta della situazione, non sono convinta che questa medicina possa aiutarmi, le paure sono tante, ma cerco di non pensarci. Catrin si è offerta di stare con me nella mia nuova scuola la LA High School, vado a visitarla tra un po', mi sto trovando bene con lei anche se la conosco da poco, viene da una famiglia Italiana i suoi si sono trasferiti qua trenta anni fa. Adesso vado devo andare a farmi la doccia saluti la povera malata"

La cassettina si è rotta durante il viaggio, ci sono rimasta molto male, tenevo molto a quell'oggetto, è una banalità ma mi sentivo sicura a mettere dentro il mio diario. Non è passato molto che Catrin mi ha portata in un negozio dove ho comprato una cassettina più grande di quella che possedevo prima, c'erano dei tavoli e mi ha aiutata a decorarla è stato bello, quando è venuta la prima volta nella mia nuova casa pensavo che mi giudicasse o non volesse stare con me, invece non è successo niente di tutto questo, piano piano stiamo facendo amicizia e i miei sono molto contenti. Eccola la ragazza dai capelli lunghi castano chiaro, occhi azzuri, alta, in forma, con il suo sorriso che contagia anche me ha sedici anni . -Stronzetta sei pronta? Cosa combini?-, abbasso lo sguardo e mi accorgo di avere ancora il diario tra le mani, scendo dal letto e lo rimetto subito al suo posto, chiudo tutto e metto la chiave in tasca, -Nour che ti prende?-, -Perdonami Cat ma non sono ancora pronta a farti leggere il mio diario-, -Tranquilla quando sarà il momento me lo farai leggere, allora sei pronta o no?-, mette le braccia conserte non ama perdere tempo, -Devo ancora farmi la doccia, mi aiuti?- sono imbarazzata perché da sola non riesco a lavarmi, perché le braccia mi fanno male e non riesco ad arrivare in certe zone, -Stronzetta non devi vergognarti a chiedermi aiuto, di me ti puoi fidare, non ti giudico, non è colpa tua se sei in questa situazione, io ti aiuterò-, mi porge la mano, vorrei piangere ma il mio carattere da dura non permetterà che una lacrima bagni il mio viso. -Bene adesso riscaldo il bagno, dove tieni la biancheria intima?-, apro i cassetti e prendo tutto, l'acqua è già calda e Cat mi aiuta ad insaponarmi, dopo un paio di minuti ho già finito, -Biancheria intima rossa woow che sexy manca il pizzo-, Cat deve sempre scherzare su queste cose, -Cat smettila, mi fai arrossire-, facendo finta di essere imbarazzata, il tempo trascorre a ridere e scherzare, -Nour e Cat dai è tardi dovete andare a scuola, vengo con te?-, preferisco che Asma non ci sia e che lasci affrontare a me questa esperienza, -Mà, no meglio di no, per una volta voglio sbrigare le mie cose da sola se non ti dispiace-, -Ok tesoro, sono contenta che ci sia Cat con te, sono tranquilla-, saluto mia madre con un semplice gesto della mano, salgo nella jeep della castana e sfrecciamo via verso la LA, -Sei gasata?-, sorride anche se non mi guarda dato che deve prestare attenzione alla strada, -Non tanto, ho paura di frequentare questa scuola, non so cosa mi aspetterà-, segue qualche minuto di silenzio è come se la ragazza accanto a me stia pensando a cosa dire, -Non ti preoccupare ci sono io, e vedrai qua andrà meglio, certo gli idioti ci saranno comunque, ti insegnerò delle piccole mosse per stenderli sono semplici li puoi fare anche tu-, mi viene da ridere me la immagino mentre fa a pugni con dei ragazzi, -Non sapevo che fai karate-, -Non faccio karate, ho fatto un corso di sei mesi sull'autodifesa, mi ha aiutata molto, aiuterà anche te-, -A mala pena riesco a lavarmi e mangiare, figurati se riesco a prendere a cazzotti degli idioti-, -Mai dire mai stronzetta-, ci ha preso gusto a chiamarmi così, non mi dispiace in fondo lo sono, si intravede la scuola è molto grande, Cat parcheggia e mi aiuta a scendere dato che un po' alto, percorriamo una scorciatoia che porta direttamente all'entrata della struttura, finalmente posso vedere gli armadietti a schiera, la mensa è enorme, la palestra sembra uno stadio, il teatro e infine i vari laboratori. Vedevo tutto questo solo da uno schermo, ma vederlo dal vivo è tutta un'altra storia. Arriviamo in presidenza e ci accoglie la preside alta, snella, molto curata sulla quarantina con degli strani occhiali da vista. Il primo passo verso la LA, mi aspetteranno parecchie avventure e non mancheranno le delusioni, non mi sento pronta, ma è come la vita non si ferma per nessuno devi stare a passo con lei, e io devo essere così, pronta o non pronta domani sarò a lezione


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