Capitolo 4

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*La foto ritrae Matt*

《"Adesso che è andato via, sputa il rospo."
"Okay. Mi dispiace dirtelo,ma..." si ferma.
"Ma cosa?" lo incito a parlare.
"Dustin, parla!" 》

"Mamma deve fare un viaggio per lavoro e, dato che io sono qua solo il weekend e non vi avrebbe comunque affidate a me, tu e Megan dovrete stare da zia Debbie."
"Cosa? E papà? Quando torna?" chiedo allungando la o di 'cosa'.
"Purtroppo non potrà tornare questo mese... Dovrà volare a Londra, in Italia e in Giappone."
"E quanto si intratterrà?"
"Questo non lo so, ma di sicuro non pochi giorni. Sono viaggi molto lunghi, con andata e ritorno."
"Mmh... E mamma? Dov'è che dovrebbe andare?"
"Deve occuparsi di alcuni accertamenti da fare in azienda. Se ricordo bene, ha detto che andrà a New York. Starà via solo per qualche settimana."
Mio padre fa il pilota di aerei di linea e mia madre gestisce un'azienda di architettura che ha più sedi in più città e di tanto in tanto fa qualche viaggio per assicurarsi che tutto vada bene e sia in regola, o per dare una mano quando hanno bisogno di lei.
È difficile avere i genitori sempre fuori per lavoro, ma nulla è facile nella vita. 'Per ogni risultato, serve un sacrificio'. Questo è il motto di mia madre. È stupido, ma è vero.
"Ci vuole tutto questo tempo per fare qualche accertamento?" chiedo sconfortata.
"Cosa vuoi che ne sappia io?! Chiedilo a lei!"
"Okay." sbuffo.
"E tu? Dove starai?" mi sto confondendo.
"Qui, dove vuoi che vada?!"
"Oh, giusto."
Scuote la testa e fa schioccare la lingua contro il palato, poi se ne va.
Non voglio stare da zia Debbie, sa cucinare soltanto biscotti.
Ha cinquantacinque anni, ma è come se ne avesse quindici, cerca sempre di comportarsi come un'adolescente. È per questo che odio stare da lei, è veramente stancante.
Ho sedici anni, potrei prendermi cura io della casa e di mia sorella. Invece siamo costrette a stare da lei perché mia madre non si fida... A volte è davvero odiosa!
Sono sullo stesso punto in cui mi ha lasciata Dustin da un bel pò ormai... Mi immergo troppo nei miei pensieri, ogni volta perdo il senso di orientamento.
Guardo il cellulare sopra il comodino e mi ricordo dei messaggi di Matt.
Mi siedo sul letto e lo afferro.
《Chloe, dobbiamo parlare, sul serio. 》
《 Non può finire tutto così, non possiamo farlo. 》
《Per favore, è la prima volta che litighiamo, non possiamo arrenderci al primo ostacolo altrimenti significherebbe che il nostro amore non è poi così forte.》
《Ti ho già fatto cinque chiamate, rispondimi almeno ai messaggi. Perdonami, ti prego. Ti amo troppo per perderti così. 》
Mentre leggo mi scappa un sorriso. Mi ama davvero.
Forse sono troppo paranoica.
Poi noto un altro messaggio che prima non avevo visto.
《Ehi, sono Amber... Ti va di andare a fare un giro? :) 》
Ci eravamo già scambiate i numeri, ma non mi aspettavo mi scrivesse così presto. Comunque mi sembra un'ottima idea, almeno mi svago un po'.
《Ehi, mi piacerebbe molto. 》
《Perfetto, allora ti passo a prendere alle 19:00? Vengo con la moto;) 》
《Va benissimo, a dopo allora!:) 》
Guardo l'ora sul mio Casio dorato, sono già le 18:00. Se non mi do una mossa, non sarò pronta per l'arrivo di Amber... Fortuna che la sua amica Jo abita proprio accanto a me e la mia famiglia, almeno non avrà problemi a trovare casa mia.
Faccio una doccia e scelgo i vestiti da indossare. L'armadio è pieno zeppo di roba che ormai non metto più, dovrò chiedere a mia madre di sbarazzarsene.
Indosso una camicia a quadri bianchi e neri, dei pantaloncini neri a vita alta con le borchie ai lati, stivaletti neri e un giubbotto di pelle nera, anch'esso con le borchie, ma stavolta sulle spalle.
Mi arriccio i capelli con la piastra e un pò di schiuma e mi trucco con un po' di eleyner, un po' di mascara e rossetto color sangria.
Poi, prendo la mia grande borsa nera, su cui non possono mancare le borchie che per me sono come una fissazione. Infilo le chiavi di casa e della mia vespa nera, portafogli e rossetto, nel caso si togliesse, dentro di essa e mando un messaggio ad Amber.
《Sono pronta, puoi passare se vuoi. 》
Risponde subito.
《Tra cinque minuti sono lì. 》
Arriva subito, come un fulmine. La vedo davanti la porta di casa mia con un casco in mano ed uno sulla testa.
Devo ammettere che ha una bella moto, una Yamaha MT-125.
È strano vederla lì su, lei è così piccola in confronto a quel mezzo.
Non mi ero accorta di essere da sola in casa, mio fratello dev'essere uscito subito dopo mia madre che sarà andata dalla zia con Megan.
Mando un messaggio a mia madre per avvisarla che sto uscendo con un'amica e che non tornerò per cena, poi apro la porta ed esco, andando incontro ad Amber.
"Chloe!" mi abbraccia.
"Ehi."
Mi prende le spalle e mi guarda dalla testa ai piedi.
"Complimenti, bello stile."
"Grazie, anche il tuo." le sorrido.
È davvero vestita bene, anche se è un look semplice.
I jeans a vita alta le fasciano la vita perfettamente e la lunga maglietta bianca lascia intravedere il suo reggiseno nero. Gli anfibi le stanno davvero bene, come la sua leggera giacca nera. Nel complesso, semplice ma elegante.
Mi porge il casco ed io lo metto.
"Dai, salta su che andiamo a divertirci un po'."
"E dove avresti intenzione di andare?" chiedo accovacciandomi sulla sella e agganciando il casco.
Mette in moto e non sento altro che il forte rumore della marmitta che scoppietta.
"Lo scoprirai presto." grida tra un fastidioso scoppiettio e l'altro.

Matt's pov.
Mi avvicino a lei per baciarla, ma si scansa.
Poi si avvicina al mio orecchio e mi sussurra qualcosa.
"Terminiamo dopo il nostro discorso." dopo aver detto questo, lascia un delicato bacio sulla mia guancia.
Suo fratello sbuffa.
Ora mi sta davvero stancando. Sono otto lunghi mesi che sopporto lui e il suo carattere scontroso e non sono mica pochi.
Gli passo davanti e gli lancio uno sguardo d'avvertimento. Lui lo afferra e ricambia. L'avrà presa come una sfida, beh, che faccia pure, io non mi tiro di certo indietro.
Esco da quella casa soddisfatto, con la convinzione che tutto è andato per il meglio.
Amo davvero Chloe.
Non riuscirei ad immaginare una vita senza di lei.
Prendo le chiavi della mia BMW e mi metto alla guida.
Sento il suono di una notifica. Sblocco il mio iPhone 6S e leggo il messaggio che mi è appena arrivato.
《Seratina in discoteca? 》è Travis.
《Stasera non posso, fratello. 》
《C'entra Chloe, dico bene?》mi conosce troppo bene ormai.
《Ti racconterò più tardi. Sono in macchina, a dopo. 》
《Passo da casa tua fra un'ora,non prendere impegni, se non ne hai già. 》mi arrendo, parlerò con Chloe domattina.
《Okay, non ne prenderò. 》
Metto in moto e mi avvio verso casa mia, voglio proprio sapere cosa si inventerà stavolta il mio caro amico Travis.
Sono davanti il vialetto di casa mia e vedo uscire mio fratello Ethan con la sua ragazza, che presto sarà sua moglie.
Parcheggio e scendo dall'auto, appoggiandomi contro ad essa.
"Ciao Matt." mi saluta mia cognata sorridendomi.
"Ciao, Vicky." ricambio il sorriso.
"Matt, dov'eri? Mamma ti cercava." si intromette mio fratello.
"Buonasera anche a te, Ethan." scuoto la testa e rido fra me e me.
"Su, entra dentro altrimenti si preoccuperanno."
"Si, stavo per farlo."
"Bene, a dopo fratellino." mi scompiglia i capelli e Vicky si scusa per lui con un sorriso.
"Non farlo mai più." mi lamento sbuffando.
Entrano nell'auto di Ethan e, dopo aver messo in moto e avermi salutato con la mano, se ne vanno.
Entro in casa e sento i miei parlare di me.
"Nicole, credi che abbiamo fatto la cosa giusta?"
"Non lo so John, ma sarebbe un bene per lui."
"Matt non la penserà allo stesso modo quando lo scoprirà."
"Quando scoprirò cosa?" li interrompo cogliendoli di sorpresa.
Girano le loro teste verso di me, spaventati.
"Matt, noi..." comincia mia madre.
"Noi abbiamo fatto qualcosa che forse adesso non ti piacerà, ma un giorno ci ringrazierai." continua mio padre.
"Che avete combinato?" chiedo un po' agitato.
Si guardano per qualche secondo, poi mia madre guarda me mentre mio padre abbassa lo sguardo.
"Noi ti abbiamo iscritto all'Università di medicina, hai il sogno di diventare medico sin da piccolo."
"Si, e fra qualche anno potrai realizzarlo." cerca di persuadermi mio padre.
Serro i pugni cercando di trattenere la rabbia, se non mi controllo romperò qualcosa.
"Non dici niente?" chiede mia madre.
"Cosa dovrei dire? Avete solo deciso il mio futuro." urlo l'ultima frase.
Salgo in camera mia, chiudo la porta sbattendola e mi sfogo come solo io so fare.

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Ecco a voi il quarto capitolo fateci sapere se vi piace lasciando una stellina o un commento. ❤

-C&M 🐼🦄

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