Capitolo 3

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《"Calmati, Chloe. Discutiamone civilmente."
"Civilmente? Civilmente un cazzo! Fammi uscire Matt, o ti giuro che apro lo sportello ed esco, anche a costo di fare un incidente."
"Dio, Chloe! Mi stai portando all'esasperazione. Capisci che stai facendo una tragedia per niente?"
"Come vuoi tu, faccio da me."
"No, Chloe!" urla. 》

Ferma l'auto di scatto, scaraventando il mio corpo in avanti che poi ricade pesantemente sul sedile. Mi manca l'aria.
Apro velocemente lo sportello ed esco da quell'auto, correndo con il viso rigato dalle lacrime.
Avevo bisogno di uscire da quell'inferno, di prendere un pò d'aria, magari di stare da sola per un po'...
Eravamo quasi arrivati, quindi non ci metto molto a tornare a casa.
Apro la porta di casa mia e corro verso le scale, ignorando mia madre che nel frattempo si era avvicinata per salutarmi con un bacio.
C'è rimasta male, ma al momento non mi importa. Al momento non mi importa di nessuno, voglio solo che questo buco che si é formato nel mio petto scompaia.
Non mi aspettavo questa reazione da parte sua, credevo di stare insieme ad una persona matura.
Chiudo la porta di camera mia sbattendola e mi butto sul letto.
Mi rannicchio su me stessa, portando le ginocchia al petto.
Scaccio via tutti i pensieri che invadono la mia mente.
Voglio solo piangere e sfogarmi.
Le immagini di Sophia attaccata a Matt passano a raffica nella mia testa e le sue parole si fanno spazio in essa rimbombando e risuonando ancora.
Lo odio.
E chissà da quanto tempo va avanti questa storia, forse sin dall'inizio.
Questa ipotesi mi fa stare ancora più male. Mi sento presa in giro.
Continuo a singhiozzare ininterrottamente.
Poi, non sento più nulla. È come se non avessi più lacrime.
E con gli occhi stremati dal pianto, mi addormento lentamente.

Mi risveglio a causa delle urla che provengono dalla cucina.
Guardo l'orologio, sono le 17:22.
Cinque chiamate perse e quattro messaggi.
Controllo il destinatario, é Matt.
È un coglione, avrebbe dovuto pensarci due volte prima di lasciare che quella troia si attaccasse a lui come una cozza.
Chissà cosa vuole adesso.
Ma di lui mi occuperò dopo, perché prima devo vedere che succede di sotto.
Scendo le scale con gli occhi ancora socchiusi e trovo mio fratello Dustin e mia madre che litigano. Era meglio se restavo a dormire!
"Sei tornato soltanto un'ora fa e già mi disubbidisci?" mia madre sta sbraitando come se non potesse sentirla nessuno.
"Disubbidire? Mamma, stai scherzando? Ti sembro un ragazzino? Ho ventun anni, cazzo! So come funziona il mondo, so distinguere il bene dal male. Non puoi continuare a decidere per me, sono maggiorenne già da un po' e responsabile delle mie azioni."
Ma, un attimo... Non dovrebbe essere al college?!
Ma non è questo il momento di farmi domande.
Mio fratello è sempre stato un immaturo.
Frequenta il terzo anno del college, e fortunatamente lo vedo soltanto nei fine settimana.
"Responsabile? Responsabile?" sorride sarcasticamente mia madre.
"Tu non sai neanche cosa significhi la parola 'responsabile'."
"Era tuo compito insegnarmelo, allora."
"Dove hai lasciato tutta l'educazione che ti ho trasmesso da bambino?"
"Di quale educazione stai parlando?Mi sono cresciuto da solo e l'educazione non me l'hai certo..."
"Adesso basta!" li interrompo urlando per sovrastare le loro voci. "Non avrete mica intenzione di litigare per tutto il giorno?!"
"Tu non immischiarti, è una cosa fra me e tuo fratello."
"Se permetti, mi piacerebbe sapere il motivo delle vostre urla, dato che hanno interrotto il mio sonno." rispondo a tono.
Odio essere trattata come se fossi una bambina.
Prima che mia madre possa rispondere, Dustin si avvicina a me e mi abbraccia sorprendendomi.
Poi, prende la mia testa e la stringe fra le sue braccia per poi baciarla.
Mia madre continua ad urlare cose incomprensibili, mentre Dustin, ignorandola, mi prende per la mano e mi porta di sopra, in camera mia.
Ci sediamo sul mio letto, senza dire nulla.
Io continuo a guardarlo, chiedendo spiegazioni con gli occhi e lui lo capisce, perché in quel preciso istante inizia a parlare.
"Non è necessario che tu ascolti certe discussioni..."
"Dustin, voglio sapere cos'è successo questa volta."
"Non ne hai bisogno, non è importante."
"Voglio la verità. Voglio sapere cosa vi porta a gridarvi contro ogni volta."
Fa un profondo sospiro.
"Chloe, sai che..."
Non riesce a continuare la frase perché qualcuno è dietro la porta della mia camera e sta bussando.
Perché devono interrompere sempre i momenti più importanti?!
"Chloe, per favore, apri questa porta!" é Matt.
"Và via!" lo caccio, alzando la voce per farmi sentire.
Non mi sono ancora calmata.
"Ti prego, fammi spiegare. Voglio solo parlarti." continua ad insistere.
Dustin mi fissa con sguardo interrogatorio.
"Ti spiegherò più tardi." gli mimo con le labbra sorridendo e vado ad aprire la porta.
"Finalmente ti sei decisa."
Adesso fa pure lo spiritoso!
"Matt, cosa vuoi?"
"Parlare con te e chiarire quello che è successo."
"Scusate, non vorrei interrompervi ma dovrei passare." dice ironicamente Dustin, per poi rivolgere uno sguardo truce a Matt.
"Ciao Matt, dopo io e te faremo i conti."
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo. Voglio bene a mio fratello, ma a volte è così stupido ed insopportabile... È per questo che sono felice di vederlo solo nei fine settimana, per noi è già abbastanza.
Matt annuisce nervosamente per poi posare nuovamente lo sguardo su di me.
Entra e chiude la porta dietro di sé.
《Con comodo.》penso fra me e me.
Mi risiedo sul letto e lui rimane appoggiato allo stipite della porta a fissarmi.
"Beh?! Non avevi detto di volermi parlare?"
"Ehm, si, ecco..." è imbarazzato.
"Prima di tutto, chi ti ha fatto entrare?"
"Tua madre."
"Deve smetterla di aprire a chiunque. Ma andiamo al punto, non abbiamo tutto il giorno, quindi parla e fà in fretta. Sono tutta orecchie."
"Chloe, scusami, davvero..."si avvicina a me. "Non pensavo ti potesse dare fastidio, non mi è nemmeno passato per la testa che fosse sbagliato il mio comportamento. Mi dispiace, perdonami." adesso è ad un centimetro da me, e tiene i suoi occhi fissi sui miei.
"Io... Non lo so... Matt, mi sono sentita esclusa dalla tua vita. Insomma, guardale, guardami. Loro sono così belle, ogni ragazzo di questa scuola vorrebbe averle. Invece io sono l'opposto, non sono bella, sono paranoica, goffa, a volte anche scema... Non so vestirmi come loro, mi vergogno di mettere in mostra il mio corpo... Beh, loro fanno parte del tuo mondo, non io. Ho pensato che tu volessi una come loro, che fosse diversa da me, per questo ho avuto paura." sto parlando troppo. "Loro ti vogliono, e tu sei mio... Ma se un giorno ti accorgessi del fatto che loro sono molto meglio di me e non mi vorresti più? Cosa farei io?" lo guardo con le lacrime agli occhi. Non voglio mostrarmi fragile, devo resistere.
"Allora sei davvero una scema. Tu sei più bella di tutte loro messe insieme. Sei diversa dalle altre, non sei puttana ed è soprattutto questo che amo di te. Tu sei molto meglio di loro. Sei vera, semplice e naturale, ed io è te che voglio!" mi prende la faccia tra le mani e lentamente si avvicina alle mie labbra, sulle quali lascia un casto bacio.
Mi guarda negli occhi ed io mi perdo nell'intenso azzurro dei suoi.
Non resisto e mi getto sulle sue labbra, infilando le mie mani tra i suoi capelli e tirandoglieli.
Lui geme. Mi prende per i fianchi e mi alza, facendo avvolgere le mie gambe intorno alla sua vita.
Cammina fino al muro su cui fa poggiare la mia schiena.
Comincia a lasciare baci su tutto il mio collo.
"Ti amo." sussurro ansimando.
"An-" veniamo interrotti da qualcuno che bussa violentemente alla porta, che come per vizio chiudo sempre a chiave.
"Chloe!"
"Mettimi giù." sussurro a Matt.
Dopo avermi messa giù, mi do una sistemata e vado ad aprire a mio fratello.
"Dustin, che succede?" chiedo preoccupata.
"Cosa stavate facendo chiusi qui dentro?" ha lo sguardo sospettoso.
"Ehm, noi stavamo solo parlando." rispondo balbettando.
"Mmh, okay. Più tardi mi spiegherai, al momento abbiamo cose più importanti a cui pensare."
"Tipo?"
Dustin guarda Matt e poi me. Poi sposta nuovamente lo sguardo su di lui.
"Ci scuseresti un secondo?" lo sta quasi sfidando.
Non ha mai accettato Matt, lo ha sempre visto come un cattivo ragazzo. Dice che sa riconoscere certa gente e per lui, Matt è uno di quelli.
"Oh, certo." risponde educatamente Matt, alzandosi dal mio letto, sul quale si era seduto mentre facevo entrare Dustin.
Dopo essersi messo in piedi, fa dei passi verso di me.
Si avvicina alle mie labbra ed io mi scanso. Ce l'ho ancora un po' con lui.
"Terminiamo dopo il nostro discorso." gli sussurro all'orecchio e poi lo bacio sulla guancia.
Dustin sbuffa e quando Matt gli passa davanti, si guardano come due cowboy che si puntano le pistole contro.
Mi ha sorpresa, non aveva mai sfidato mio fratello, nemmeno con lo sguardo... Forse il mio bacio gli ha dato sicurezza, forse crede che io andrei contro Dustin per lui, cosa che realmente farei...
"Adesso che è andato via, sputa il rospo."
"Okay. Mi dispiace dirtelo, ma..." si ferma.
"Ma cosa?" lo incito a parlare.
"Dustin, parla!"
...

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Ecco a voi il terzo capitolo, fateci sapere se vi piace lasciando un commento e una stellina.

-C&M 🐼🦄

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