Capitolo 8

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"Ancora non ho capito dove stiamo andando." faccio pressione perché Matt mi dica dove ci stiamo dirigendo. Sto fremendo dalla curiosità, ma lui si ostina a non rivelarmi nulla.
"Manca poco e lo saprai." sorride.
Nonostante tutto, preferisco il suo sorriso. Ha sofferto abbastanza nella vita, come me, e vederlo così vulnerabile mi ha fatto capire che è ora che anche lui abbia un pò di serenità.
Sbuffo. Mi guarda per una frazione di secondo piegando in sù gli angoli della bocca, poi riporta il suo sguardo sulla strada.
Dopo qualche minuto la riconosco. È la strada che conduce in spiaggia, la spiaggia su cui abbiamo fatto l'amore la prima volta.
Sorrido al ricordo.
"Adesso hai capito?"
Annuisco, con ancora il sorriso dipinto sul volto.
Arriviamo e parcheggia l'auto.
Scendiamo e ci dirigiamo verso l'infinita distesa di sabbia, mano nella mano.
Camminiamo con una lentezza disarmante, godendoci l'aria fresca di settembre che ci colpisce il viso.
Ricordo ogni istante trascorso in questa spiaggia, venivamo sempre qua.
"Qui è dove l'abbiamo fatto per la prima volta." fa un segno nella sabbia con un paletto di legno trovato per terra.
"Ricordi?" mi chiede.
"Perfettamente."
Il ricordo è così nitido che sembra stia rivivendo quel momento un'altra volta.
Sbatte il palmo della mano sulla sabbia per fare cenno di sedermi accanto a lui.
Mi siedo e appoggio la testa sulla sua spalla.
"Anche se abbiamo fatto l'amore tante volte, la prima volta rimarrà sempre la più bella."
"Lo credo anch'io." rispondo.
Sospira e bacia la mia nuca.
"Cos'è successo con Sophia? Credo che tu adesso sia dell'umore adatto per parlarne."
"Mi ha accusata di essere la causa del tuo allontanamento da lei. Le ho ordinato di starti alla larga e mi ha minacciata dicendomi che non me la farà passare liscia." rispondo con naturalezza.
"Quella figlia di-" sospira. "Di lei mi occuperò-"
"No." lo interrompo "Lasciala perdere, io non ho paura di lei. Le passerà, tranquillo."
"Lo spero." afferma con tono severo.
Passiamo il pomeriggio in giro per la città. Non ci divertivamo così da molto tempo ormai.
Ma si è fatto buio ed è ora di tornare a casa.
"Matt, credo sia ora di di riaccompagnarmi a casa. Devo ancora preparare la valigia, dato che andrò a dormire da mia zia insieme a Megan per qualche settimana."
"Come mai?"
"Mia madre dovrà affrontare un viaggio di lavoro e non vuole lasciarci nelle mani di Dustin." alzo gli occhi al cielo e lui sorride.
"Non la biasimo." scherza.
Gli do una pacca sulla spalla per intimargli di smetterla, in fondo è sempre mio fratello.
Arriviamo davanti casa mia e ferma l'auto.
"Grazie per la bellissima giornata."
"Grazie a te di esserci stata durante il mio piccolo crollo. E scusa, non avrei voluto che accadesse." abbassa la testa mortificato.
"Ehi, basta adesso. È tutto finito, ci sono io con te." gli circondo le spalle con le mie braccia per consolarlo e gli schiocco un bacio sulla guancia.
"Adesso vado, non vorrei che mia madre mi sgridasse anche la sera prima del suo viaggio."
"Non preoccuparti. A domani, amore."
"A domani, ciuffo." fiocco un bacio a stampo sulle sue labbra carnose ed esco dalla macchina.
Suona il clacson per avvertirmi che sta andando via e lo saluto con la mano. Lui fa lo stesso, poi scompare dal mio campo visivo.
Entro dentro e chiudo la porta dietro di me.
Salgo le scale e mi blocco sullo stipite della porta della mia camera quando sento la voce di mia madre che parla con qualcuno.
"Ho paura che possa ritornare quello di un tempo... Di sicuro non glielo lascerei più vedere."
"Già. L'ho avvertito di non sbagliare o l'allontanerò da lei."
"È un bravo ragazzo, spero non sbaglierà di nuovo."
Entro nella camera da letto e la loro attenzione si è improvvisamente rivolta tutta su di me.
"Di che cosa state parlando? Matt non ha mai scelto di alcolizzarsi, drogarsi o fumare... Lui l'ha fatto per reprimere il dolore che da sempre tiene dentro di sé." li interrompo agitandomi.
"Lo sappiamo, è per questo che abbiamo fiducia in lui."
"Parla per te, io non gliene ho mai data e mai gliene darò." commenta mio fratello.
"Ah, da quale pulpito viene la predica!" dico sarcastica, riferendomi a mio fratello.
Entrambi mi guardano con un vuoto negli occhi, come se avessi detto qualcosa di sbagliato.
E mi rendo conto che in effetti è così. Neanche Dustin ha intrapreso questa strada volontariamente e, anche se ovviamente mia madre non acconsente, non può far altro che capirlo e sostenerlo affinché riesca a superare il dolore e ad uscire da queste dipendenze.
"Scusa Dustin, ma non puoi giudicare lui se anche tu fai la stessa cosa. E poi, non ha fatto nulla che vi possa portare a pensare che stia ritornando su quella strada."
"Almeno io ci provo ad uscirne."
"Tu ci provi, lui ne è già uscito." rispondo con la mascella ed i pugni serrati.
Lui alza gli occhi al cielo. È convinto che non ne sia ancora uscito.
"E poi, tuo fratello non puoi allontanarlo, ma Matt si." si intromette mia madre.
"Perché dovrei? Lui non ha fatto niente di sbagliato."
"Non avete mai litigato in questi otto mesi. L'hai aiutato a tornare sulla buona strada ed eravate felici insieme. Tutto d'un tratto è comparso un problema tra voi due, del quale non sappiamo nulla tra l'altro. L'unica cosa che ci viene in mente è questa!"
"E vi sbagliate, di grosso anche. Siete degli egoisti, pensate a curare le vostre ferite mentre lasciate che quelle degli altri si aprano ancora di più. Non vi permetterò di parlare ancora così di Matt, perché non è un animale, è soltanto ferito come tutti noi!" lascio quella stanza e corro a chiudermi in camera mia.
Mi pizzicano gli occhi e le lacrime minacciano di uscire.
Esplodo in un pianto rigoroso ripensando alle parole di Matt, che tanto mi hanno fatta riflettere. La sua fragilità mi ha aperto gli occhi, mi ha fatto capire che ha solo bisogno di qualcuno che ci sia sempre per lui, di qualcuno che lo capisca e lo sostenga, non che lo attacchi come ho fatto io. Non permetterò più a nessuno di parlare di lui come se fosse una brutta persona. Loro non sanno che non c'è nessuno meglio di lui!
D'un tratto mi addormento senza capire più nulla.

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