Capitolo 6

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*La foto ritrae Sophia*

Mi risveglio con il sorriso sul volto. Ieri sera è andata benissimo, avevo ragione quando dicevo che saremmo diventate ottime amiche.
Dopo aver mangiato, abbiamo fatto un giro in moto e poi mi ha riaccompagnata a casa. Anche se è passata subito, è stata davvero una bella serata.
Guardo l'ora e sono solo le 07:00. È ancora presto, così decido di fare le cose con calma. Scendo in cucina e trovo la tavola imbandita. Gli occhi mi guizzano su un piatto di frittelle con sciroppo d'acero, ho una fame tremenda!
La giornata non poteva iniziare meglio. Addento una frittella assaporandone ogni morso.
"Buongiorno tesoro." mi saluta mia madre.
"Buongiorno." rispondo con il boccone pieno.
"Buongiorno." una voce impastata dal sonno mi distrae.
Io e mia madre ci giriamo verso mia sorella che adesso è alla fine delle scale e si strofina gli occhi.
"Buongiorno Megan." risponde mia madre.
"Fai colazione e subito dopo va' a prepararti, altrimenti farai tardi a scuola." ordina mia madre e mia sorella obbedisce e si siede a tavola.
Senza neanche accorgermene, ho già finito le frittelle.
Salgo in camera e scelgo i vestiti da indossare. Opto per un paio di leggins, la maglia blu di Superman e le vans dello stesso colore. Dopo essermi preparata e truccata, prendo lo zaino ed esco da casa, subito dopo aver salutato Megan e mia madre.
Probabilmente mio fratello dormirà ancora.
Supero la porta con la convinzione di andare a scuola con l'autobus, ma mi blocco quando il suono del clacson di una macchina mi fa sussultare. Mi giro e vedo Matt che mi guarda da dentro la sua auto. Scuoto la testa. L'ho perdonato, ma non voglio ancora dargliela vinta, così decido di fingere di essere ancora arrabbiata.
"Ehi, rossa! Sali su." dice Matt dopo aver abbassato il finestrino.
"Se mi va!" dico avvicinandomi all'auto e aprendo lo sportello, ridendo di sottecchi.
"Qui qualcuno è di malumore!" dice ridendo anche lui. Non posso resistere al suo sorriso, è contagioso, è la cosa più bella del mondo.
"Forse." dico continuando a reprimere le risa.
"Comunque, buongiorno piccola!" cerca di baciarmi, ma mi scanso un'altra volta, proprio come ieri.
Se continua così, non so quanto potrò ancora resistere.
"Ruffiano! Buongiorno anche a te." affermo quasi scocciata.
"Posso sapere cos'hai adesso?"
"Nulla, portami a scuola."
"Non metto in moto fino a quando non mi dirai che cosa ti prende." dice assumendo un'espressione seria.
"Secondo te!? Fatti due domande e datti due risposte."
Lui abbassa lo sguardo.
Si sente colpevole, e fa bene!
Ammetto però che non posso vederlo stare così, mi sale la voglia di saltargli addosso.
"Pensavo avessimo chiarito! Lo so, sono stato un coglione. Tu sei l'unica ragazza che voglio, la mia prima vera ragazza. Solo con te ho provato, e ancora provo, emozioni così forti da farmi sentire un intero zoo che balla la samba dentro il mio stomaco. Sarà una frase stupida, ma è vera. Tu sei la prima ragazza di cui mi sono veramente innamorato. Mi hai fatto capire la differenza tra amore e divertimento, tu mi hai portato sulla giusta via. Queste sensazioni le provo solo con te! Sophia mi fa schifo. Io amo te e non voglio che la nostra storia si rovini per colpa di una ragazza che vuole intromettersi. Se é questo che vuoi, la mando a fanculo."
Le mie orecchie non potevano sentirgli dire frase più bella!
"M-ma" Non finisco la frase che mi interrompe
"Ti prego, perdonami! Se hai bisogno di tempo, io te ne concedo quanto ne vuoi, prenditi il tempo di cui hai bisogno. Ma non posso prometterti che riuscirò a starti lontano. Dimmi cosa vuoi che faccia ed io lo farò, giuro!"
Non gli resisto più. Premo le mie labbra sulle sue mentre avvolgo le mie braccia sul suo collo in modo da avvicinarlo di più a me. È un bacio dolce e lento.
Dopo un po' ci stacchiamo e lui mi guarda.
Nel suo sguardo noto un pizzico di speranza e stupore.
"Q-questo vuol dire che mi hai perdonato!?" dice balbettando.
Sembra quasi imbarazzato, chi l'avrebbe detto!
"Si, ma ad una condizione."
"Dimmi, sono pronto a tutto per te." dice con un sorrisino sul volto.
"Devi stare alla larga da Sophia, devi mettere le cose in chiaro con lei!"
"Mi aspettavo di peggio" dice ridendo.
"Ah-ah, spiritoso! Adesso però andiamo altrimenti arriveremo in ritardo."
"Agli ordini, capo!" accende la radio e cominciano a cantare come pazzi.
Arriviamo a scuola in ritardo, proprio come pensavo, così decido di saltare la sosta per l'armadietto. Mi dirigo verso la classe mano nella mano con Matt.
Quando sono davanti l'aula saluto il mio ragazzo con un bacio a stampo.
"Questo lo chiami bacio?" mi chiede.
"Come dovrei chiamarlo?" chiedo di rimando io, non capendo dove volesse arrivare.
《Cosa c'è da capire? Non gli piace come baci. 》
Da quanto non si ci vede,eh?!
《Io ci sono sempre, specialmente in momenti come questo!》
Non é necessario che tu ci sia.
Sto diventando pazza!
Adesso parlo pure con la mia coscienza.
"Chloe, mi ascolti?" chiede Matt confuso.
"Stavo pensando, scusa."
"Come al solito... Dicevo che per me non è un bacio come si deve, non farti strane idee."
Mi conosce troppo bene.
"Ah, si?! Come lo vorresti allora?" Lo provoco.
"Non so spiegarlo, è meglio se passiamo direttamente alla pratica." ha uno strano sorrisino sul volto.
Non rispondo. Lo guardo semplicemente, chiedendogli con gli occhi di farlo, di baciarmi come solo lui sa fare.
"Posso?" chiede avvicinandosi.
Annuisco agitata, come se fosse il primo bacio.
Siamo ad un centimetro di distanza.
"Sei bellissima quando ti imbarazzi."
"Non sono imbarazzata." sussurro.
Dopo questa frase mi bacia con passione.
È così dannatamente sexy!
Ci stacchiamo dal bacio per riprendere fiato.
"Ci vediamo alla ricreazione?" chiede speranzoso.
"Certo ciuffo." gli scompiglio i capelli.
"Forse è meglio se entri in classe prima che ti becchi una nota." mi prende in giro perché sono la nuova arrivata, è un'ingiustizia!
Ma d'altronde, abbiamo ripreso a scherzare, dimenticandoci di quanto accaduto.
"Anche tu."
"Allora a dopo, rossa!"
"A dopo, ciuffo!" e lì, si avvia lungo il corridoio.
Entro in classe e, per mia fortuna, il prof non è ancora arrivato. Senza perder tempo, vado a sedermi al mio posto. Mi guardo intorno e noto che mancano molti ragazzi tra cui Amber. Dove diavolo è finita? Da quello che ho capito ieri, lei è una ragazza che non ama essere in ritardo. Sono immersa nei miei pensieri, quando il rumore della porta li interrompe. Guardo verso essa ed entra il prof seguito da Amber. Ora capisco il detto "parli del diavolo e spuntano le corna".
Amber viene verso di me e mi abbraccia.
"Buongiorno" dice sciogliendo l'abbraccio e venendo a sedersi accanto a me.
"Giorno, compagna di banco." dico ridendo.
"Come mai in ritardo?" chiedo.
"Non ci voglio pensare, odio il ritardo!" la sua espressione seria la fa sembrare una cosa di vitale importanza.
"Ieri sera, dopo averti riportata a casa, mi sono dimenticata di fare benzina alla moto. Così, stamattina, quando ho provato ad accenderla, non partiva." sospira.
"Capisco. E quindi, come sei arrivata a scuola?"
"Secondo te?" chiede quasi ridendo.
Faccio spallucce.
"Sei proprio una scema." sorride scuotendo la testa.
"Ehi." fingo di essermi offesa e metto il broncio.
"Con l'autobus, stupida" ridacchia.
"Mi offendi ancora!" corrugo la fronte e sorrido.
"Ragazze, la lezione è cominciata già da un po'!" dice il prof guardandoci male.
Smettiamo di bisbigliare e poniamo tutta la nostra attenzione alla lezione di matematica.
Finita la lezione, sento un coro di angeli cantare.
É confermato, sono impazzita!
Non ho neanche il tempo di alzarmi per sgranchire le gambe perché entra il professore di italiano che, per mia sfortuna, avremo per tre ore consecutive.
Credo che saranno le tre ore più lunghe della mia vita.
La prima ora passa velocemente lasciando spazio alla ricreazione.
Mi alzo velocemente per raggiungere Matt.
"Amber, vado da Matt. Vuoi venire?"
"Chi è Matt?" si incuriosisce.
"Già, non te ne ho parlato, scusa. Si chiama Matt Henderson, é il mio ragazzo."
"Non preoccuparti. Comunque grazie dell'invito, ma preferisco restare in classe ad ascoltare musica, dato che oggi Jo non c'è." afferma e conferma quando esce il suo I-phone 4 e le rispettive cuffie, portandosele alle orecchie e poggiando i piedi sul banco, da perfetta maleducata.
Esco in cortile e cerco Matt con gli occhi, ma non lo vedo. Vedo però qualcuno che viene verso di me. È lontano e si nota solo la sagoma, ma man mano che si avvicina capisco che è Sophia.
"Ehi, sfigata." mi chiama quando arriva davanti a me.
Decido di rispondere a tono e di non farmi mettere i piedi in testa solo perché sono nuova.
"Ehi, troia!"
"Cosa hai detto?!" ha il viso rosso dalla rabbia.
"Troia!" ripeto sfidandola.
"Sai con chi stai parlando?"
"No, non lo so."
"Non so chi ti credi di essere, ma sono sicura che ci sia il tuo zampino. Matt non mi aveva mai respinta."
"La sua ragazza. Stagli alla larga, non tutti vogliono te! Scendi dal piedistallo una volta ogni tanto, gatta morta!"
Lei sta per rispondere ma poi guarda dietro di me e si zittisce.
"Non la passerai liscia."
Le porgo il dito medio prima di vederla voltarsi e andarsene.
Poi, mi giro per capire chi stava guardando e vedo Matt.
"Ehi, piccola. È successo qualcosa con Sophia?"
"Tranquillo." rispondo nervosa.
"Non mentirmi! Ti ha importunata ancora?"
"Non mi va di parlarne ora."
"Allora oggi passerai il pomeriggio con me, così potrai raccontarmi tutto."
"Come vuoi." rispondo dolcemente.
Trascorro il resto della ricreazione a parlare con Matt del più e del meno.
La campana è suonata da cinque minuti così decido di avviarmi verso la classe per non far arrabbiare il professore.
Le altre due ore trascorrono velocemente in compagnia di Amber. Non fa altro che fare battute. Questa ragazza è un fenomeno, è sempre allegra!
Manca soltanto un'ora e, fortunatamente, ad ultima ora avremo educazione fisica. Il prof entra in classe e ci chiede cortesemente di prendere le divise e di raggiungerlo in palestra.
"Hai portato la divisa?" mi chiede Amber.
"No, non sapevo cosa bisognava portare. È solo il secondo giorno in questa scuola per me."
"Mmh, già..."
Usciamo dalla classe discutendo sulle materie che avremo domani. Solo adesso mi ricordo che ci sarà italiano e che il libro l'ho lasciato nell'armadietto.
"Amber, mi accompagneresti al mio armadietto?"
"Certo! Che devi andarci a fare?"
"Domani avremo italiano, e ieri ho dimenticato il libro lì."
"Andiamo, dai." scuote la testa e schiocca la lingua contro il palato. Per un attimo ho visto Dustin in lei.
Prendo il libro e chiudo l'armadietto.
Mi avvio verso la palestra, ma Amber mi blocca tenendomi per il polso.
Mi giro e la osservo con sguardo interrogatorio.
Lascia la presa.
"Chloe, quando hai aperto l'armadietto ti è caduto questo." dice porgendomi una busta bianca.
La prendo in mano. Credo che non sia mia dato che io non ho scritto nessuna lettera.
"Ma io non ho messo nessuna busta nell'armadietto!" affermo confusa.
"Può darsi che l'abbia messa lì qualcuno."
"Ma sei sicura che sia mia?" chiedo.
"C'è scritto il tuo nome." indica la busta.
La controllo e noto che c'è realmente scritto il mio nome.
Chi può essere stato?
"Aprila!" mi incita Amber
Io annuisco e apro lentamente la busta. Guardo all'interno, ci sono delle fotografie. Le prendo e rimango senza parole!
"Chloe, tutto bene?"

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Ehi!
Ecco a voi il sesto capitolo!❤
D'ora in poi pubblicheremo una o due volte a settimana.
Ringraziamo i lettori.🎀

-C&M 🐼🦄



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