Interrompiamo la trasmissione in corso per mostrarvi un documento di eccezionale valore scientifico inviatoci pochi secondi fa dall'ente spaziale internazionale.
Come sapete 2 mesi fa la sonda inviata dagli scienziati alla ricerca di vita extraterrestre ha scoperto un pianeta simile al nostro con massiccia presenza di infrastrutture di elevatissima complessità costruite senza dubbio da una forma di vita di intelligenza paragonabile alla nostra.
Quello che abbiamo creduto fino ad oggi è che la civiltà creatrice di queste strutture fosse misteriosamente scomparsa in un lasso di tempo brevissimo e per cause misteriose, probabilmente pandemiche.
Dopo sette cicli alcuni nostri astronauti hanno raggiunto il pianeta, terzo a partire dalla sua stella, iniziando ad analizzare e decifrare tutti i documenti trovati.
Abbiamo scoperto che gli abitanti di quel pianeta definivano loro stessi "umanità", la loro stella "Sole" e parlavano una moltitudine di lingue che persino i nostri traduttori automatici hanno faticato a decrittare. Erano tecnologicamente poco meno avanzati di noi.
La scoperta più grande è avvenuta due micro-cicli fa, i cosmonauti hanno trovato un essere appartenente all'umanità che ha discusso con loro prima di morire, vittima dello stesso morbo che ha sterminato, a suo dire, altri 7 miliardi di suoi simili.
Questo il resoconto integrale:
Astronauta: ho appena terminato di tradurre i vostri linguaggi, credo di aver capito che le lingue più conosciute dalla vostra civiltà fossero l'inglese ed il cinese oltre al portoghese, quale preferisci utilizzare?
Umano: l'inglese andrà benissimo.
A: noi siamo il gruppo di spedizione da Azat, pianeta che voi definite Ogle-Tr-56b, io sono il capo spedizione. Hai un nome?
U: si. I mie simili mi chiamano Mark, anzi mi chiamavano visto che sono il solo rimasto di sette miliardi che eravamo.
A: cosa è accaduto? Come vi siete estinti?
U: tutto merito di un nuovo virus ibrido creato in laboratorio. Si tratta di un virus della dimensione di un elettrone, con una massa quasi nulla. Dopo 12 anni di tentativi eravamo riusciti a creare un essere quasi-vivente in grado di trasmettersi tanto nei sistemi biologici quanto in quelli informatici; un supervirus chiamato Biomalware.
A: come conosci queste cose?
U: ero nel team di sviluppo del Biomalware. Lo scopo era quello di liberarsi con facilità di avversari politici tanto quanto di potenze straniere, ma era uno strumento imperfetto e molto complesso da utilizzare.
Innanzitutto, la natura organica del virus lo spingeva a mutare in continuazione rendendolo instabile e difficile da controllare; così ci cautelammo, per essere infettati era necessario una esposizione compresa tra 10 e 50 minuti per almeno tre volte a settimana. Fuori da questa finestra temporale il virus moriva. Inoltre era necessario che il soggetto ricevente avesse un certo "coinvolgimento" con il materiale digitale, in poche parole una e-mail non avrebbe mai funzionato.
L'ultimo muro da superare per il virus era il numero di contagiati; se avessimo voluto mettere in ginocchio una nazione era necessario infettare un piccolo numero di individui per via telematica.
Questi avrebbero portato per due mesi il virus all'interno dell'organismo affinché adattasse le sue caratteristiche al genotipo colpito e, al momento giusto, avrebbe infettato con precisione chirurgica solo gli appartenenti ad un determinato pool genetico. Insomma, una popolazione specifica. Se il virus avesse infettato troppe persone o si fosse diffuso troppo rapidamente si sarebbe reso inattivo e inefficace.
A: sembrano misure di sicurezza insormontabili, cosa accadde?
U: accadde che vidi la luce, venni arruolato nella milizia degli angeli caduti.
A: sembrerebbe una sorta di setta religiosa. Cos'era?
U: Gli angeli caduti predicavano la fine delle cose umane, l'umanità stessa per noi era il cancro che corrodeva lo splendore della terra. Ormai era infiltrato perfettamente nei centri di ricerca e per rubare il virus mi bastò inviare una e-mail al covo dove si era stabilito una cellula di angeli caduti. Poi finsi la mia morte aiutato da altri potenti membri della setta e così sparii dalla faccia della Terra per tornare un giorno come un angelo della morte.
A: se il virus era così complesso da utilizzare come è possibile che abbia distrutto l'intero genere umano?
U: qui viene la parte geniale del mio piano, dovevo trovare qualcosa che riguardasse solo un piccolo numero di utenti della nostra rete telematica, internet, e che fossero affezionati e coinvolti da quello che veniva loro proposto. Se avessi trovato questa cosa e se fosse stata valida almeno nei più grandi paesi del mondo avrei prima infettato questi individui e solo dopo molto tempo avrei fatto la mossa finale condannando tutti.
Io stesso sto morendo, solo ora poiché decisi di utilizzare un blando agente ritardante per vedere l'esito della mia missione prima di morire.
A: ma come riuscisti a immettere il virus?
U: trovai la chiave del mio progetto. Infettai poche migliaia di persone, qualche decina per ogni nazione. Alla fine del 2013 era tutto pronto e, a febbraio dell'anno successivo, il numero di morti superò i 300 milioni al giorno. A fine marzo dell'umanità non restava traccia.
A: ma quale era questa chiave?
U: una cosa abbastanza stupida in effetti. Brevi racconti del terrore che appassionavano chi li leggeva e che li teneva in contatto con il virus per il tempo necessario; credo le chiamassero creepypasta.