3. I can't have you, no, like you have me

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Quando gli altri arrivano allo studio di registrazione io sono lì già da un paio d'ore. Ho sonno e sono scazzato perché in una notte intera l'unica cosa che ho appreso è che Juliet non vuole infrangere nessuna regola. Juliet non mi ha detto il suo vero nome. Juliet non mi ha baciato. Ha risposto in modo vago ad ogni mia domanda fino al punto di dirmi "Ok, ora basta, mi stai facendo innervosire con tutte queste domande". E lì credevo volesse cacciarmi via, o qualsiasi cosa. Invece mi ha solo supplicato di smetterla di chiederle cose che, secondo lei, non devono interessarmi. Cazzo, a me interessano. E poi alle 6 di mattina mi sveglia e mi chiede di andarmene, perché lei ha da fare. Ed io ricomincio a fare domande e lei ricomincia a torturarmi con le sue risposte vaghe che non ci portano da nessuna parte. O che non mi portano da nessuna parte, perché probabilmente lei con me in realtà non vuole proprio andare oltre la sua stanza. Quella dove io sono un altro numero, un altro cliente, un altro mazzo di banconote appena ritirate in banca.
Dall'urgenza con la quale mi ha gentilmente cacciato dall'appartamento ho dedotto che forse aveva qualcosa di importante da fare. Ho passato le ore seguenti seduto sul marciapiede fuori allo studio di registrazione, chiedendomi cosa mai debba fare una prostituta alle sei del mattino. E sono rimasto senza un centesimo in tasca. Passare una notte intera con lei ha un prezzo. Cazzo, se ha un prezzo. E con quanto mi è costato io non sono nemmeno riuscito a sapere nulla di chi c'è dentro, dietro, sotto Juliet.
Ho potuto scoprire solo che ha più di 21 ma meno di 25 anni. Che cazzo, perché una prostituta non può dire la sua età ad un cliente? Con tutto quello che mi è costato, tra l'altro...

Devo avere un'aria pessima perché Jordan appena arriva mi guarda quasi disgustato. Poi realizzo che no, non è solo la mia faccia pessima, ma anche il fatto che ieri non mi sono presentato alla sua festa del cazzo per ufficializzare il suo fidanzamento con Liz. Come se morissi dalla voglia di vederla mostrare fiera un anello brillante al dito. Fanculo.
«Dove sei stato?» mi domanda. Nemmeno mi saluta. Mi chiede solo dove sono stato. Come se quello offeso da tutta questa storia deve essere lui e non io. Vorrei dirgli che sono stato lontano da lui e dal pensiero di lui e Liz che trascorreranno insieme l'intera vita e dalla sensazione di schifo e nausea che mi attraversa ogni volta che ci penso. Ma scrollo le spalle accendendomi una sigaretta.
«In nessun posto in particolare...» dico. Jordan sa che sto dicendo una cazzata, perché io so che sto dicendo una cazzata. Quando mi muovo sento ancora il profumo di Juliet. Mi rimane sempre addosso. E' come averla accanto.
E d'un tratto, dallo sguardo infastidito e deluso di Jordan, realizzo che io probabilmente ho lo stesso sguardo infastidito e deluso ogni volta che Juliet risponde in modo vago ad una mia domanda.
«Grazie mille per essere venuto alla nostra festa, ieri. Spero ti sia divertito.» dice lui, acido e sarcastico.
Vaffanculo. Odio quando fa così. Ha l'abilità di diventare la vittima, in ogni situazione. Alla fine gli stronzi sono sempre gli altri. Non di certo lui che prima ti dice "Dovremmo prenderci una pausa, Frank" e dopo qualche settimana si presenta mano nella mano con una tizia appena conosciuta e dopo qualche altra settimana ti dice "Io e Liz andremo a vivere insieme" e dopo qualche altra settimana ti dice "Sto per chiederle di sposarmi" e vaffanculo, perché lo stronzo dovrei essere io anche stavolta!?
«Jordan, fammi il piacere. Vaffanculo. Tanto non sono felice per voi.» borbotto.
Lui deglutisce, e mi guarda arrabbiato, e stringe i pugni e so che vorrebbe prendermi a parolacce ma fa quella cosa del contare fino a dieci per non agire d'impulso.
«Beh, se mi vuoi bene dovresti essere felice per me!» dice poi.
Ah, questa è bella! Mi esce fuori una risatina isterica ed alzo gli occhi al cielo «E se tu mi vuoi bene dovresti smetterla di chiedermi di essere felice per te, cazzo!» dico nervoso, gettando la sigaretta sull'asfalto della strada di fronte a noi.
Rotola un pò, trasportata dal vento. Poi si ferma, passa una macchina, la schiaccia e la riduce in uno strato finissimo di inutilità.
Io sono quella sigaretta, e Jordan è quella macchina, e mi sta calpestando e schiacciando ed io non posso fare assolutamente nulla se non diventare uno strato finissimo di inutilità.
«Frank, perché non riesci a comprendere che lei è la persona giusta per me?» mi chiede dopo un pò. Vorrei morire. Voglio morire. Non può essere vero, non può torturarmi così, non può continuare a farmi così male.
«Perché pensavo di essere io, la persona giusta per te...» mormoro, e fa male anche pronunciare queste parole. Perché a Jordan non interessa. A lui non interessa più nulla. E' arrivata Liz ed io non conto più niente. Io sono il passato.
Mi chiedo come faccia ad essere così egoista. E mi chiedo perché non sia più innamorato di me. Giuro che ripenso ogni giorno ad ogni parola detta, ogni gesto, ogni azione compiuta mentre noi stavamo insieme, e so, lo so cazzo, di non aver sbagliato nulla. Assolutamente nulla.
Sono una persona, cazzo, sono una persona e non puoi stancarti di una persona come di un vecchio oggetto. Io sono una persona ed ho dei sentimenti e Jordan se ne fotte e si sposa e mi lascia dietro, mi lascia nel passato. La sua vita andrà avanti e sarà felice ed io starò sempre qui a chiedermi perché. E' ridicolo.
Odio Liz, ed odio l'amore, ed odio i sentimenti e le emozioni ed odio la vita e tutto ciò che ne fa parte. Fa tutto schifo. La vita è uno schifo. Tutto è uno schifo. Io sono uno schifo.
E Jordan non dice nulla.
Non dice più nulla e non so se così è meglio o no. Perché amo sentire la sua voce, ma non le parole che pronuncia. Bruciano come fuoco. Jordan non è più innamorato di me. Come fai a guardare negli occhi una persona che di botto non ami più? Una persona alla quale stai stritolando il cuore e l'anima? Come si può essere così crudeli?
Sono stanco di tutta questa situazione. Vorrei scappare. Cazzo, non posso scappare. Non posso lasciare la band. E' l'ultima cosa che ho. L'unica che mi è rimasta. Il resto non conta nulla. Ho solo la musica e non voglio abbandonarla.
Volto le spalle ed entro nello studio. Mikey e Robert stanno chiacchierando ed io voglio solo prendere la mia chitarra e suonare e suonare e suonare ancora e ancora. Se penso a suonare non penso a nient'altro. Non penso a Jordan, non penso a Juliet, non penso alla mia vita di merda.

What A Wonderful Caricature Of Intimacy - #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora