20. You can run away with me anytime you want

21 4 16
                                    

Riuscire a spiegare le nostre intenzioni a Tina è un'impresa difficile e capisco tutto il disagio di Samira.
Sembra che Tina non faccia altro che elencarle milioni di motivi per cui la nostra storia potrebbe andare male.
La cosa mi infastidisce, perché non ho alcuna intenzione di mandare tutto all'aria, né di farla soffrire e niente del genere.
Finalmente alla fine si arrende congedandoci con una frase tipo «Ricordatevi quello che vi ho detto: non sarà la favola che immaginate ora» ma a quel punto sia io che Sam non avevamo più voglia di ribattere.
Quando Tina esce per andare a lavoro, Diana trova una scusa per allontanarsi da casa con Van e lasciare me e Samira da soli.
Questa casa è piccola e disordinata e mi ricorda la mia infanzia. Come se avessi dimenticato per tutto questo tempo le mie origini, abituato alle camere d'albergo o alla lussuosa casa in cui vivo da solo, incredibilmente grande e vuota.
«Sai che dovremmo fare...» dico mentre Samira sparecchia la tavola.
Lei si volta a guardarmi e sorride «Qualche idea ce l'ho» dice mordendosi il labbro mentre mi avvicino a lei.
Le sposto i capelli per baciarle il collo.
«Non intendevo questo» sussurro mentre le sue mani si posano sui miei fianchi e lei si spinge verso di me «...anche se non è una cattiva idea».
Le sue mani cercano l'apertura dei miei pantaloni ed io sono eccitato.
La sollevo per farla sedere sul tavolo della cucina, baciandole la spalla, il collo, e poi le labbra. Potrei baciarla per ore, perché non si tira più indietro, perché non siamo più due sconosciuti che si scambiano soldi e prestazioni sessuali, perché finalmente siamo qualcosa di reale.
Interrompo il bacio per guardarla negli occhi, ed è bellissima.
«Ti amo»

Osservo Samira mentre si riveste, e penso che non poteva capitarmi niente di meglio.
Penso di aver passato così tanto tempo a cercare la cosa sbagliata, quasi da non riuscire a credere di aver finalmente trovato la cosa giusta. Qualcosa che mi fa davvero stare bene.
«Dovresti trasferirti da me» le dico, accendendomi una sigaretta.
Samira si affretta ad indossare la maglietta, poi apre la finestra della cucina.
Mi guarda con un lieve sorriso sulle labbra «Stai avendo un milione di idee geniali. È questa casa ad ispirarti?» dice ironica. Accende una sigaretta anche lei, restando accanto alla finestra.
«Sei tu ad ispirarmi» rispondo «Voglio respirare il tuo profumo quando entro in casa. Addormentarmi al tuo fianco ogni sera...».
Sam sospira, l'espressione sul suo volto cambia improvvisamente «Forse hai dimenticato un particolare: io la sera divento Juliet» dice con un velo di tristezza negli occhi.
Giusto. Non è più Juliet per me, ma questo non significa che Juliet sia morta.
Resto in silenzio per un po, pensando a come aiutarla a cambiare la situazione.
«Se vieni a vivere da me potrai risparmiarti i soldi dell'affitto».
Sam scrolla le spalle «Non risparmierei un granché» dice muovendo la mano per indicare le pareti che ci circondano, come a volermi far notare che una casa così piccola e vecchia non può costarle chissà quanto.
Fa un lungo respiro, poi mi dice di aspettarla un attimo e va in camera sua. Quando torna ha tra le mani un quaderno, lo apre sedendosi accanto a me al tavolo «Una volta ho fatto qualche calcolo. Per riuscire a guadagnare quello che guadagno ora, tra l'asilo e Juliet, dovrei lavorare 27 ore al giorno. Impossibile direi» dice sollevando un sopracciglio, indicando la lista di calcoli scritti sul quaderno. Ha appuntato ogni cosa, basandosi su uno stipendio medio. Non ci avevo pensato.
L'unico motivo per cui io mi ritrovo senza soldi ogni tanto è perché verso buona parte dei miei guadagni nel conto bancario di mia madre, o perché ho superato il limite di utilizzo del bancomat e sono troppo pigro per voler andare in banca a cambiare la soglia di spesa mensile.
Mi fa tenerezza immaginare Sam con la calcolatrice alla mano intenta a segnare su un quaderno tutte le entrate e le uscite finanziarie giornaliere nell'intento di trovare un modo per smetterla di vendere il suo corpo.
«...in pratica, l'unica alternativa è continuare a prostituirmi fino a quando Van non andrà al college. A quel punto trasferirò mia madre in una clinica meno costosa e finalmente sarò libera».
Lo dice con una certa risolutezza, come se questa fosse l'unica possibilità.
«Posso aiutarti io, Sam».
Lei scuote la testa «No» dice decisa.
«Perché no? Vieni a vivere da me, ti aiuto a pagare la clinica di tua madre, le spese per tuo fratello...».
Samira sospira «No, Frank. Non voglio i tuoi soldi... Non è per questo che voglio stare con te, ok?» dice accigliata.
«Cristo Sam, lo so. Ma voglio aiutarti. Guarda qui» le dico alzando il quaderno «Non hai fatto altro che occuparti degli altri, lascia che sia io ora ad occuparmi di te».
Samira ci pensa un po su, poi fa una smorfia «Frank, lo apprezzo davvero ma non posso farlo. Non posso lasciare che qualcun altro si prenda carico di tutte le mie spese»
«Perché no?» le chiedo nervoso. Perché non può semplicemente accettare? Non penserei mai che si sta approfittando di me.
Fa un respiro profondo «Se... Se abbandono tutto, se lo faccio, e poi tra noi le cose dovessero andare male-»
«Perché devi essere così pessimista?» la interrompo.
Lei mi guarda seria «Perché devo prevedere i rischi, Frank. Non posso permettermi di distrarmi, perché se qualcosa va male dovrei ricominciare da capo e non sarà affatto facile».
«Tina ti ha fatto il lavaggio del cervello» commento provando a smorzare la tensione.
Ma Sam sembra dannatamente seria «No, Frank. Tina sa quello che dice. Non dico che ha ragione. E spero davvero che le cose tra noi funzionino».
Tiro un sospiro di sollievo, cominciavo a pensare che ci avesse ripensato.
«...ma devo prevedere i rischi. Non posso permettermi di lasciare nulla al caso. Ho... Ho davvero intenzione di stare con te, magari per tutta la vita. Ma so che le cose non vanno sempre bene. Lo so perché mio padre ci ha abbandonati quando Van portava ancora il pannolino e mia madre è impazzita, e... Lei ha fatto proprio come dici tu. Ha lasciato tutto sulle spalle di mio padre e quando lui se ne è andato siamo rimasti senza soldi, con il frigorifero vuoto, con le bollette da pagare e le assicurazioni sanitarie e l'affitto...».
Mi guarda ed ha gli occhi lucidi e mi rendo conto che la sua vita è stata uno schifo e non la biasimo se ha paura che le cose vadano male.
Non credo di riuscire a dire qualcosa che possa sollevarle il morale. Non riesco nemmeno ad immaginare quanto abbia sofferto. Non ne ho la minima idea perché io sono stato fortunato, non ho mai avuto una situazione simile, ho dei genitori che ancora si amano, una carriera che mi ha portato fama e ricchezza, una casa discografica che soddisfa ogni mio capriccio.
Ci penso su, accarezzandole la mano, cercando una soluzione. Non voglio che continui a prostituirsi.
«Ho un'idea!»
Samira mi guarda curiosa. Ho proposto così tante cose oggi che forse si aspetta un'altra idiozia, ma questa volta sento che è l'idea giusta.
«Se, tipo... Parliamo con Tina e Ron, e gli proponiamo un accordo».
«Di che stai parlando, Frank?»
«Sto parlando di un'agenzia di escort di alto livello. E tu non dovrai più venderti ai clienti, ma ti occuperai del trovare per loro le ragazze giuste...»
Sam sorride «Vuoi dire che dovrei fare la pappona?» chiede divertita.
Scrollo le spalle «Più o meno. Apriamo una casa d'appuntamenti, ci mettiamo dentro qualche ragazza... Ti giuro che le tratteremo bene, e tu guadagnerai una percentuale sui loro guadagni...»
«Wow. È un piano diabolico Frank»
«No, è un piano geniale!» dico sorridendo «E poi potremmo... Beh, sai cosa piace fare alle rockstar in tour?».
Samira alza gli occhi al cielo «Si, posso immaginarlo».
«Bene, ora immagina quanto potresti guadagnare rimediando delle ragazze da mandare in tour con le band. Ti assicuro che sarebbero davvero un sacco di soldi».
Vedo Samira sorridere mentre riflette sulla mia idea.
«...e tu non dovresti più prostituirti. E se le cose tra noi dovessero andare male - cosa che non accadrà - avrai comunque il tuo giro, i tuoi guadagni...» concludo, soddisfatto del mio colpo di genio «Ammettilo, questo è un buon progetto».
Lei annuisce.
Mi stampa un bacio sulle labbra e poi sorride.
«Mi piacciono le tue idee. Anche se sono un po' folli e azzardate».
Sembra finalmente rilassata, pronta a decidersi ad abbandonare Juliet e a cominciare una nuova vita.
Ed io sono felice.

---
In teoria questo dovrebbe essere il capitolo finale ma mi sono venute in mente così tante cose che potrei scriverne altri venti XD aiuto
Mi prende male l'idea di dire addio a Sam e Frank D:

What A Wonderful Caricature Of Intimacy - #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora