16. I want your love, give me your love, give it to me

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Fanculo.
Jordan è davvero squallido. Non pensavo arrivasse a tanto.
Non lo capisco il motivo per cui abbia messo in atto tutta questa scenata.
Per umiliare me, per umiliare Samira.
Giuro che quando mi ha visto, su quel palco, era così imbarazzata che avrei voluto portarla via.
Voglio portarla da tutto questo schifo.
Mi sono sentito nauseato.
Jordan e gli altri uomini presenti allo spettacolo acclamavano eccitati e a me si contorceva lo stomaco.

Jordan l'ha insultata e uno dei tipi dello staff lo ha rimesso in riga, ed io l'ho trascinata in questa stanza dove probabilmente lei dovrebbe concedersi a qualche cliente ed io mi sento male all'idea.
Voglio che sia mia. Solo mia. Che non la tocchi nessun altro. Che nessun altro metta le mani sulla sua pelle candida, che nessun altro sfiori il suo corpo fragile, non lo tollero.
Ed ora siamo qui, soli, e nessuno dei due sa cosa dire.
Le do la mia giacca, e lei si copre e non riesce nemmeno a guardarmi.
«Non mi piace tutta questa situazione» dico.
Samira finalmente mi guarda. Ha le guance arrossate.
«Nemmeno a me». Si stringe la giacca sul corpo.
È davvero imbarazzata.
«Non puoi farlo, Sam. Non puoi stare qui e...».
Non riesco nemmeno a finire la frase. Mi si contorce lo stomaco.
E scoparti Jordan. O chiunque altro.
Deglutisco, provando a scacciare via l'idea di Jordan che festeggia il suo addio al celibato con Samira.
Samira mi guarda. Sospira. Le sue guance sono ancora rosse.
Vorrei portarla via con me.
«Devo stare qui, Frank. Non posso andarmene».
Sembra rassegnata e nervosa.
Sono nervoso anche io. Voglio portarla via da qui, vorrei solo portarla via da questo squallido posto. Lei non c'entra niente con questo posto. Con questa gente.
«Non voglio vederti qui. Non voglio vederti ballare completamente nuda davanti a tutte quelle persone. Non voglio sentire i commenti depravati di quella gente. E non puoi passare la notte con Jordan. Ti prego, vieni via con me».
Lei si morde il labbro. È nervosa e glielo leggo in faccia.
«Non posso andarmene, ok? Non posso. Jordan ha già pagato e se me ne vado Tina e Ron si arrabbieranno da morire e non posso farlo, non posso metterli nei casini!».
Che cazzo! Non ha senso, non ha davvero senso.
«Chi se ne frega di Tina e di Ron e di chiunque altro!» sbotto. La vedo stringere i pugni. Forse vorrebbe colpirmi.
«Cristo Frank, smettila! Se me ne vado da qui Jordan vorrà i suoi soldi indietro e se succede per me sarà davvero un casino, ok!? Non posso andarmene. È qui che devo stare, devo stare qui e fare il mio dannato lavoro perché questo è quello che faccio per guadagnarmi da vivere!».
Sta urlando, ed è davvero arrabbiata. Mi guarda come se fosse tutto ovvio ed io dovessi capirlo ma non ci riesco.
Non voglio che stia qui. Non voglio che vada a letto con Jordan. Non voglio che svenda il suo corpo. Non davanti a me. Non stasera. Non qui.
«È questo il punto? Sono i soldi il problema? Quanto ti pagano per questa serata? Quanto vuoi, mille dollari? Duemila? Te li do io, cazzo, ma vieni via con me».
Non so nemmeno quello che sto dicendo, o perché lo sto dicendo. Credo di averla ferita, perché mi guarda seria ed è ancora rossa in volto ma stavolta non credo sia per la vergogna. Credo sia arrabbiata.
E vedo i suoi occhi farsi lucidi e probabilmente vorrebbe piangere e mi sento davvero in colpa. Non voglio farla piangere. Voglio solo portarla via da qui.
Chiude gli occhi per qualche secondo. So che sta cacciando indietro le lacrime. Poi fa un lungo respiro. Prova a calmarsi.
Si toglie la giacca e me la porge. Apre la porta della stanza.
«Vattene Frank» mi dice. Senza aggiungere altro. Senza nemmeno guardarmi in faccia.
Tiene la mano sulla maniglia e guarda un punto indefinito nella camera e non dice nient'altro.
Mi sta cacciando via.
Io vorrei solo portarla via da qui e lei invece mi sta cacciando via.
Mi sento intontito per qualche secondo. Vorrei dire qualcosa ma non esce un suono dalle mie labbra.
Vorrei chiederle scusa per come ho reagito e dirle che volevo solo portarla via da qui. Dirle che non voglio, non riesco a vederla con altri uomini, che l'idea mi fa davvero male, che soffro nel vederla così, che lei qui non c'entra nulla e che voglio che venga via con me. Dirle che è troppo bella per svendersi così. Dirle che merita di meglio.
E che la amo. Che sono innamorato di lei e per questo voglio solo portarla via da qui.
Ma Samira non mi guarda. Guarda un dannato punto indefinito nella stanza ed aspetta che io me ne vada.
Vuole che io vada via. Che la lasci in pace. Che le lasci fare il suo lavoro.
Che le lasci vendere il suo corpo.
Perché questo è quello che fa per guadagnarsi da vivere.
Allora mi si spezza il cuore, perché credo che nemmeno sapere che sono innamorato di lei cambierebbe le cose.
Così non le dico nulla e vado via.

SAMIRA

Sono solo un corpo alla mercé di chi fa l'offerta migliore. Sono solo questo.
Mi sento sporca e vuote e dannatamente sola.
Sono una stupida.
Mi sono illusa di poter vivere davvero una storia d'amore, di potermi innamorare ed essere ricambiata.
Ma chi vuole amarla una come me?
Ci ho creduto davvero. Ho creduto in me e Frank. Ed è stata un'illusione bellissima.
Ci ho creduto così tanto che quando l'ho cacciato via ho sentito il mio cuore infrangersi in mille pezzi.
Ha fatto come gli ho detto. Se ne è andato.
Così posso fare quello che devo fare.
Perché sono solo un involucro ed anche stanotte sarò il passatempo preferito di qualche uomo al quale di me non interessa nulla.
Bisogna essere forti per fare questo lavoro. Per portare questo peso sulle spalle.
Non ho mai creduto di essere forte.
Ho sempre mandato giù il magone, ho trattenuto le lacrime finché ho potuto, ho sorriso quando in realtà avrei voluto scappare via.
Mi sono concessa il lusso di piangermi addosso quando ero completamente sola, nella mia stanza. O sotto la doccia, cercando di lavare via dal mio corpo i segni del passaggio di quegli uomini per cui io non sono stata altro che un involucro nel quale svuotarsi.
Avrei dovuto immaginarlo che affezionarmi a Frank non mi avebbe portato da nessuna parte.
Avrei dovuto prevederlo. Avrei dovuto dare ascolto ai consigli di Tina.
Lei lo sa bene che le puttane non possono avere una vera storia d'amore.
Chi mai vorrebbe stare con una come me?
Cerco di non piangere. Mi guardo allo specchio e provo pena per me stessa.
Faccio un respiro profondo, mi sistemo il trucco con le mani, cerco di sembrare un'inutile prostituta senza anima e sentimenti, ed esco dalla stanza.
Trigger mi ferma sulle scale mentre sto scendendo al piano inferiore.
Mi guarda nervoso.
«Dove cazzo sei stata fino ad ora? Il festeggiato ha chiesto di te, muovi quel culo e vai da lui!» mi dice, ed io obbedisco.
Trovo Jordan seduto sulla sua poltrona, mentre le gemelle gli sculettano davanti e lo accarezzano e gli sussurrano delle cose nell'orecchio.
La musica pompa ad alto volume e tutti i clienti hanno già bevuto un bel po'.
Sento una mano sfiorarmi il sedere.
Fingo un sorriso e continuo a camminare verso Jordan.
Diana si sta occupando di Rob, Gemma deve essere in qualche privé con Mikey.
Quando Jordan mi vede scansa via le gemelle e mi sorride. Vorrei prenderlo a pugni.
Invece devo ricambiare il sorriso e farmi forza. So che vuole distruggermi. Che vuole vedermi crollare, vuole annientarmi per tenere il controllo su Frank.
Mi faccio coraggio e quando mi tende la mano la afferro e lui mi tira a sé facendomi sedere sulle sue gambe.
«Sei davvero carina. È ovvio che Frank voglia averti tutta per sé» mi dice prendendomi un seno tra le mani.
Vorrei vomitare.
Poi mi fa scendere dalle sue gambe e si alza. Mi strizza il sedere e mi tiene la mano «Ma conoscendolo, gli farà davvero schifo l'idea di stare con te dopo stanotte, dopo che ti avrò scopata io».
Giuro che è davvero viscido. È schifoso.
Mi schifo di me stessa mentre lo seguo verso il piano superiore. Mentre lo assecondo senza dire una parola, quando vorrei solo vomitare.
Da quando faccio questo lavoro, non mi sono mai sentita così disgustata.
Entriamo in una camera e Jordan chiude la porta. Mi trascina sul letto e mi fa sdraiare.
Si spoglia dei pantaloni e dei boxer e si tocca il membro duro da solo, poi prende la mia mano e la circonda con la sua muovendo su e giù come se fossi la sua bambola.
Mi guarda negli occhi e sembra davvero contento di ciò che sta facendo.
Mi chiedo come abbia fatto Frank a stare con lui. Ad amarlo.
È davvero squallido. Quello che sta facendo è perverso. Si lecca le labbra ed allunga una mano tra le mie gambe.
«Voglio scoparti» dice.
Voglio morire.

What A Wonderful Caricature Of Intimacy - #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora