19. Come on let me hold you, touch you, feel you always

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Sento dei rumori provenire dal salotto, cosi mi alzo dal letto sperando di riuscire a mettere piede fuori dalla camera prima che Van apra la porta.
Solitamente la mattina se non sono sveglia prima di lui, viene a chiamarmi e a chiedermi di preparargli la colazione.
Non posso rischiare che veda Frank nel mio letto.
Non porto un ragazzo in casa praticamente da una vita e Van fa sempre un sacco di domande e non voglio mettere Frank in imbarazzo.
Oltretutto era così sbronzo da essere crollato in un profondissimo sonno e mi chiedo se al suo risveglio ricorderà perché si trova qui o cosa mi ha detto prima di addormentarsi.
Esco dalla mia stanza e richiudo la porta dietro di me.
In cucina ci sono Tina e Van che chiacchierano amorevolmente.
«Buongiorno!».
Do un bacio sulla testa di mio fratello ed apro il frigo per cercare qualcosa per preparargli la colazione.
«Vuoi dei pancakes?» gli chiedo. Van annuisce, ancora un po assonnato.
«Posso prendere il tuo portatile?» mi chiede dopo un po.
Il mio portatile è sulla mia scrivania, nella mia camera, dove Frank è nel mio letto addormentato.
«Che devi farci? Ti sei appena svegliato» gli dico provando la ramanzina del "Non hai nemmeno aperto gli occhi che vuoi già rincoglionirti al computer".
Van sbuffa «Ieri c'è stato il matrimonio del cantante dei Dead Romance e voglio vedere se ci sono le foto in internet. Scommetto che c'erano un sacco di musicisti. Voglio vedere cosa hanno twittato!».
Mio Dio, mio fratello è un fan di Jordan.
Scuoto la testa «Cosa sei, uno stalker?».
Van mette il broncio «Sono un fan. Un vero fan. Ah, ma tu non puoi capirlo» sospira.
Con la coda dell'occhio lo vedo alzarsi dalla sedia.
«Dove stai andando?» gli chiedo preoccupata.
«A prendere il portatile!» dice lui facendomi una smorfia.
Agito in aria la frusta da cucina, schizzando preparato per pancake ovunque.
«Sam che cazzo!» si lagna Tina, pulendosi il volto.
«Van! Vieni subito qui! Se entri nella mia camera giuro che ti uccido!» urlo agitandomi.
Lascio tutto sul bancone e provo a raggiungerlo.
Van mi guarda sorridendo e sollevando un sopracciglio con aria di sfida «Fammi vedere che sai fare!».
Mette una mano sulla maniglia e la abbassa lentamente.
«Non osare!» urlo sperando che mi dia ascolto.
«Troppo tardi!» dice con tono di trionfo spalancando la porta.
Sta per succedere un gran casino.
Van guarda all'interno della stanza e resta immobile.
«C'è un ragazzo nel tuo letto!» esclama prima che io riesca a raggiungerlo per tappargli la bocca.
Sento Tina avvicinarsi mentre richiudo immediatamente la porta.
Frank non si è mosso di un millimetro.
«Chi c'è nel letto di Sam?» chiede rivolta a Van.
Mio fratello sembra paralizzato.
E menomale che Frank non è nemmeno nudo.
«N-non lo so» mormora Van «C'è un tipo sdraiato sul letto di Samira».
Non lo ha riconosciuto. Non so se esserne contenta o meno.
Mi piazzo davanti alla porta, nel caso Tina volesse sbirciare.
«Ok, possiamo andare in cucina?» chiedo nervosa.
Van mi guarda tra il sorpreso e il disgustato.
«Perché c'è un ragazzo nel tuo letto?» mi domanda.
Faccio un respiro profondo «È... È passato a trovarmi e si è addormentato, ok? Non c'è bisogno di andare nel panico».
Van incrocia le braccia sul petto «Guarda che non sono stupido! Andrew Potter ci ha detto quello che fanno i grandi quando sono a letto insieme, si chiama sesso ed è proprio una cosa da vomito!».
Non so se ridere o piangere.
«Il tuo amico Andrew Potter è un idiota e non ne sa nulla, ok?» dico, aggiungendo mentalmente alla lista delle cose da fare il discorso dell'ape e del fiore o qualcosa del genere. E non voglio nemmeno pensare alla sua reazione se dovesse mai scoprire quello che faccio io in realtà per guadagnare qualche soldo.
«Chi è, comunque?» mi domanda Tina seria, portando le mani sui fianchi e guardandomi con aria di disapprovazione.
«Possiamo per favore andare a parlarne in cucina?» la supplico cercando di prendere tempo per pensare a come spiegare tutta la situazione.
La porta della stanza di Diana si apre e lei esce fuori con la mascherina per gli occhi tirata su sulla fronte e l'aria stanca «Cos'è tutto questo casino!? Mi avete svegliata!» si lamenta irritata.
«C'è un ragazzo nel letto di Sam!» le dice Van indicando la mia camera e sperando che lei capisca il suo disgusto.
Ma Diana spalanca gli occhi e mi guarda sorridendo «Sul serio? C'è un ragazzo nel tuo letto!? Un vero ragazzo? Hai dormito nella tua camera della castità con un ragazzo? Che non ha otto anni e non è tuo fratello?» dice sorpresa ed eccitata.
Van annuisce «Si! Che schifo, Potter ci ha detto di aver visto i suoi genitori fare un gioco davvero schifoso nella loro camera da letto!».
Diana ride di gusto «Ah, ragazzaccia!» mi dice dandomi un buffetto sul braccio e strizzando l'occhio «Voglio vederlo!».
«Non puoi! Non è un animale allo zoo, ok?».
Che situazione ridicola.
Van fa una smorfia «Ma hai sentito cosa ti ho appena detto? Gli adulti quando dormono insieme fanno delle cose disgustose!».
Diana solleva un sopracciglio «Oh, lo so bene. E fidati, non è poi così disgustoso. Quando crescerai lo capirai».
«Non credo proprio» borbotta Van.
«Oddio Sam, giuro che non ci credo. Da quant'è che non portavi un ragazzo a casa?» mi domanda Diana.
Sto per risponderle ma Tina mi anticipa «Dai tempi di Travis. E non è certo finita bene».
Rieccoci.
Sempre la solita storia. La conosco a memoria.
E non muoio certo dalla voglia di ascoltarla ancora.
Riesco in qualche modo a farmi seguire in cucina.
Si siedono tutti e tre al tavolo e mi guardano come se dovessi dare delle spiegazioni.
«Stai davvero esagerando» dice Tina seria accendendosi una sigaretta.
«Ma non ho fatto niente!».
Mi sento come una bambina beccata a rubare le caramelle. Con l'unica differenza che non sono una bambina e sopratutto non sto rubando niente.
Sapevo che sarebbe stata una tragedia, ma non credevo fino a questo punto.
«Come mai è venuto qui?» mi chiede Diana e so che non vede l'ora di sapere tutti i dettagli.
Dettagli che non ci sono, tra l'altro, visto che Frank è venuto, ha blaterato qualcosa di veramente insensato e si è addormentato.
«Volevo vederlo».
Tina sputa fuori dalla bocca una nuvola di fumo «A che ora è venuto?».
«Alle cinque».
Diana emette un gridolino «Oh Dio è venuto alle cinque del mattino, è una cosa così romantica!».
«Dici?» le chiedo.
Lei annuisce.
«Quindi, è il tuo ragazzo, ora? State insieme? È una cosa seria?» domanda Tina.
Van mi guarda accigliato «Hai un fidanzato? E nemmeno me lo hai fatto conoscere?» mi chiede, dispiaciuto.
Cristo che strazio!
Vedo Diana, Tina e Van ammutolirsi improvvisamente, guardando dietro di me.
Mi volto anche io, e Frank è in piedi nel salotto con l'aria stravolta che prova a sorridere in evidente disagio.
«S-salve» dice con voce assonnata provando a lisciarsi sul corpo la camicia stropicciata.
«Wow» gli occhi di Van si spalancano. Resta a bocca aperta «Frank! Wow!» guarda prima lui, poi me «È Frank! Sam, c'è Frank! Il chitarrista dei Dead Romance ha dormito qui! Ommioddio quando lo racconterò ad Andrew Potter non ci crederà! Frank ha dormito nel letto di mia sorella!».
«Non lo racconterai a Andrew Potter!» esclamo arrossendo.
Voglio sprofondare.
Frank si avvicina a noi e sorride a Van scompigliandogli i capelli «Posso sedermi?» gli chiede indicando la sedia accanto a lui.
No no no non sederti, scappa finché sei in tempo!
Van annuisce «Frank Erdly seduto nella mia cucina! Non riesco a crederci!» esulta «È il giorno più bello della mia vita!».
Anche Diana sembra contenta, mentre Tina guarda Frank come se fosse un demone venuto a strapparci via l'anima o qualcosa del genere.
«Vuoi un po di caffè?» gli domanda spengendo la sigaretta nel posacenere.
«Si, grazie mille signora...».
Tina fa una smorfia «Non azzardarti a chiamarmi signora» lo rimprovera, acida.
«Ok. Mi scusi».
Posso benissimo percepire l'imbarazzo di Frank, anche se continua a sorridere a mio fratello e a fingere che sia tutto ok.
«Dunque...». Tina porge una tazza di caffè fumante a Frank e si rimette a sedere a capotavola «...quali sono i vostri progetti?».
Frank mi guarda come per chiedermi di suggerirgli la risposta esatta. Come se ce ne fosse una.
Vedo Diana alzare gli occhi al cielo.
«Ehm, non abbiamo progetti. Nessun progetto» mi affretto a rispondere.
«Ma lo hai portato qui... Sai che significa, no? Non portiamo uomini in casa, a meno che non sia qualcosa di serio. L'hai richiesta tu questa regola, ricordi?».
«Si, Tina, lo so» mormoro nervosa.
Cristo santo perché deve per forza fare una tragedia per ogni cosa?
Frank beve un sorso di caffè, poi mi prende la mano e fa un respiro profondo.
«In realtà, io qualche progetto lo avrei...» dice guardando Tina.
Oh, ti prego Frank non aggiungere altro.
Tina si sposta la frangetta bionda dagli occhi «Sentiamo...» lo invita a parlare.
Vedo Frank fare un lungo respiro.
«Adesso basta, ok? Frank mi dispiace, è stata davvero una cosa stupida chiederti di venire qui» gli dico mortificata.
«E di cose stupide ne stai facendo parecchie, ultimamente» commenta Tina con aria saccente.
Frank mi guarda e mi tiene la mano e mi sento davvero in imbarazzo perché probabilmente sta pensando che siamo tutti pazzi in questa casa.
Però mi sorride «Non preoccuparti, ok? Tanto prima o poi avremmo dovuto affrontare questa conversazione, no?».
Ma quale conversazione? Credo capisca la mia confusione così si avvicina al mio orecchio «Mi riferisco a quello che ti ho detto prima di addormentarmi» sussurra.
Ah, certo, è il momento ideale per mettere altra carne sul fuoco, Tina ne sarà entusiasta.
Scuoto la testa «No, Frank, non darle spago» lo supplico «E poi eri ubriaco e le cose che si dicono da ubriachi non hanno valore, possiamo dimenticarcene, non mi offendo lo giuro».
Frank fa una smorfia «Ero ubriaco quando te l'ho detto, ma ti giuro che ci ho pensato parecchio. Da lucido. Senza nemmeno un goccio di alcool il corpo».
«Di cosa state parlando!?» chiedono all'unisono Diana e Tina, la prima curiosa e l'altra spazientita.
«Di nulla» rispondo sperando di smorzare la voglia di Frank di blaterare.
Ma lui sembra deciso ad esporre quest'idea totalmente infondata che non so davvero come possa sembrargli così geniale «Ho chiesto a Samira di sposarmi».
Non so tra Van, Diana e Tina chi sia più sorpreso.
«Ommiodio! Frank Erdly ha chiesto a mia sorella di sposarlo! Sarai tipo, come si dice, mio cognato!? Wow devo dirlo ai miei compagni di classe!» esclama Van eccitato.
Diana mi guarda coi suoi occhioni pieni di gioia «Oh, è una cosa così romantica!».
Mi chiedo come faccia Frank a starsene seduto a tavola. Io vorrei scappare. Il più lontano possibile.
«Sposarvi» mormora Tina sollevando un sopracciglio. Accende un'altra sigaretta «Stai scherzando, vero?».
«Si, sta scherzando, Frank è davvero un simpaticone non trovate?» dico nervosa «Ed ora se non vi dispiace vorrei parlargli in privato».
Frank mi guarda con espressione confusa ma senza replicare mi segue in camera.
Chiudo la porta a chiave, anche se so che Diana e Van saranno qui fuori ad origliare tra meno di un secondo.
«Che succede?» mi chiede mentre io mi siedo sul bordo del letto.
«Non possiamo sposarci, Frank. È un'idea stupida e lo sai» dico d'un fiato.
Frank si stringe nelle spalle «Non dico che dobbiamo farlo subito, ok? Non dobbiamo sposarci domani o tra una settimana. Credevo fosse chiaro, non ti ho nemmeno fatto una vera e propria proposta» dice sorridendo e passandomi una mano sulla guancia, delicatamente.
«Una vera proposta, eh?».
«Già... Non sono sicuro che mi metterò in ginocchio ma ho intenzione di chiedertelo in modo più romantico di come l'ho detto stanotte, da ubriaco» dice sedendosi accanto a me «Ma intendevo dire che è quello l'obiettivo, ok? E questo significa che voglio stare con te per costruire qualcosa, qualcosa di serio... Suona meglio, così?».
Annuisco, sorridendo. Suona decisamente meglio.
E magari Tina darà di matto e Van inviterà qui i suoi compagni di classe ogni volta che Frank sarà nei paraggi per mostrarlo come un trofeo. E ci sono un milione di cose da definire, di cose di cui parlare.
Ma per il momento non voglio pensarci, perché mi sento felice.

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