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(Nell'immagine: Kyle Monahan)

Samuel Fairfield era innamorato di Mark Leeson da quando, al primo anno di università, aveva incrociato i suoi occhi castani con quelli color carbone dell'uomo.

Erano capitati, per caso, nella stesso dormitorio. Samuel non riusciva a capire, i primi mesi passati in sua compagnia, come mai il suo cuore battesse all'impazzata ogni volta che se lo ritrovava davanti. Dover condividere la stanza con lui, vederlo dormire la notte, svegliarsi la mattina e osservarlo per almeno mezz'ora e poi svegliarlo come se nulla fosse, avevano reso la vita di Samuel un inferno, tanto che, alla fine del primo anno, senza che Mark, ormai amico, lo venisse a sapere, aveva fatto richiesta per spostarsi in un altro edificio e, con la scusa dei corsi di laurea differenti, era riuscito a nascondere la verità.

Eppure Samuel, a trent'anni suonati, non era riuscito a dire di no all'amico, neanche quando questi, dopo tre anni alla Stevenson- un'azienda per cui Mark si era allontanato da tutte le sue amicizie, tornando nella città natale, New York e mettendo, così, ancora una volta, la carriera al primo posto- era tornato a Boston a testa bassa alla ricerca di un posto di lavoro.

Perché, dopo tutti questi anni, ne era ancora innamorato e sembrava che questo sentimento sarebbe durato ancora a lungo.

Come si suol dire, chiodo scaccia chiodo, ma Samuel ci aveva provato tante, troppe volte a dimenticarlo e, puntualmente, Mark si ripresentava nei suoi pensieri, con una telefonata o, come in questo caso, con la sua presenza eccessiva, spodestando tutti i piani del biondo riccioluto.

Quando frequentavano il secondo anno al college, Mark si era preso una sbandata per Jay Coleen, "uno stupido idiota figlio di papà", come usava chiamarlo Samuel. Un tizio di discreta bellezza ma molto fascino che aveva passato un paio di notti con Mark e poi si era fatto vedere con una ragazza in giro per il campus, presentandola come la sua ragazza. Mark non si era innamorato, forse non aveva mai amato nessuno prima di Thomas, per quel che ne sapeva Samuel, ma Jay Coleen per lui, fu come una doccia d'acqua gelata perché, abituato ad ottenere chiunque volesse, ritrovarsi improvvisamente dall'altra parte del palco, proprio come tutti i ragazzi con cui era stato fino a quel momento, lo mise, forse, in crisi, tanto da portarlo a una profonda sbronza e dritto nel letto di Samuel.

Infatti, quella notte, Mark si era presentato nella stanza di Fairfield, a un paio di edifici di distanza dalla sua, aveva bussato ininterrottamente alla porta gridando il suo nome e aveva insistito talmente tanto da svegliare chiunque vivesse in quel piano. Samuel, preso alla sprovvista durante il sonno, si era trasportato verso la porta senza neanche rendersi conto di quello che stava succedendo e, altrettanto alla sprovvista, aveva accettato, di buon grado, le labbra morbide e desiderose di Mark che, ancora con una mano poggiata sullo stipite della porta, si era buttato, letteralmente, sopra l'amico.

Samuel non poteva credere a quello che stava succedendo, quello che ormai desiderava da quasi due anni, stava proprio avvenendo e, senza porsi altre domande, si era lasciato spogliare dall'amico il cui alito di birra e tequila divenne un mix letale che gli fece perdere il senno.

Samuel ricorda ancora amaramente quella notte. Era riuscito a farsi amare completamente da Mark che, senza un briciolo di sentimento né di consapevolezza, si era preso tutto quello che Samuel potesse offrirgli, svegliandosi, l'indomani mattina, come se nulla fosse, salutando l'amico con una pacca sulla spalla e ringraziandolo per averlo sostenuto durante quella "sbandata momentanea".

Solo che Mark non si era preso solo il corpo di Samuel, ma anche la sua prima volta  e il suo cuore.


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Brady mandò un sms ad Alexa, con le mani tremanti e il cuore che si poteva sentire attraverso il petto.

Love Made Me Do ItDove le storie prendono vita. Scoprilo ora