«Non andartene mai più.» mormorò, Sammy, senza staccare il viso dal collo di Kyle, che continuava a tenerlo stretto.
I due non avevano smesso di toccarsi un attimo.
Un lungo abbraccio pieno di significato suggellò quell'unione, tanto che, non si resero neanche conto, dello sguardo di Tyler che, con le braccia incrociate, mimava una smorfia di disgusto, arricciando le labbra.
«Ti amo Kyle.» disse, il più grande, sulle labbra del più giovane. Gli occhi d'acciaio di quest'ultimo, si sgranarono leggermente, lasciando cadere le lacrime che attendevano di fare il loro percorso lungo le guance e, un leggero sorriso, gli portò le labbra all'insù.
«Anch'io ti amo, Samuel.»
**
Tyler osservava Kyle e Sammy, seduti sul divano dell'ampio salone.
Avevano passato dei giorni un po' particolari ma, il piccolino, era ben consapevole dei sacrifici che stava sostenendo il fratello maggiore.
Erano andati in un posto strano, pieno di uomini dalla faccia cattiva che volevano qualcosa da lui e suo fratello. Avevano parlato di Sammy ma, Kyle, aveva mentito, dicendo di non avere niente a che fare con lui.
Poi, si erano rifugiati in un motel.
Non avevano abbastanza denaro per allontanarsi più di tanto e, Tyler, ne era ben consapevole: non aveva detto nulla quando la sua pancia si era lamentata per la fame, non aveva detto nulla quando, con una gran sete, si era svegliato in piena notte ma, ugualmente, era rimasto a fissare il soffitto, stretto al fratello, nel piccolo letto vecchio e sporco che, con le buone, erano riusciti a coprire con i loro stessi vestiti e non aveva detto nulla quando aveva sentito, come ogni notte, le lacrime di Kyle, posarsi tra i suoi capelli.
Poi, finalmente, avevano visto alla televisione la faccia dell'uomo cattivo: l'avevano arrestato, erano di nuovo liberi.
Eppure, Kyle, sembrava non volesse tornare indietro, alla vita che avevano prima. Da Sammy.
"Non possiamo fargli del male", aveva detto.
Ma Tyler sapeva che Kyle voleva tornare da lui, stare con lui. Non lo aveva visto soffrire così tanto neanche quando la loro madre era fuggita, lasciandoli soli. No, Kyle era perfettamente in grado di badare a se stesso ma, quella volta, era come se gli avessero tolto qualcosa. Un pezzo di sé.
Così, per la prima volta, Tyler prese coraggio, disse qualcosa, rispondendo al fratello e cercando di farlo rinsavire: «Se siamo liberi, se l'uomo cattivo è in prigione, perché continuiamo a nasconderci? Torniamo da Sammy. Per favore.» aveva insistito.
E dopo due, tre giorni, finalmente, Kyle, aveva preso la sua decisione: sarebbe tornato da Sammy e, solo guardandolo negli occhi, avrebbe capito cosa fare.
E così, adesso, poteva rivedere il sorriso sul volto del fratello, i cui occhi erano finalmente tornati luminosi. E poteva vedere la felicità anche su volto di quell'uomo che era entrato nelle loro vite con una semplicità disarmante rendendoli, finalmente, una famiglia.
«Ehi vieni qua, pidocchio!» si sentì chiamare dai due e non esitò un attimo prima di abbandonare il suo succo di frutta e correre tra le loro braccia.
**
«E così sei andato fino a Las Vegas e hai incontrato mia madre.» disse, Kyle, passando le dita tra i capelli del compagno. Avevano fatto l'amore, senza staccarsi un attimo e, adesso, erano occhi negli occhi, sdraiati sul grande letto di Samuel, per raccontarsi di quei giorni in cui erano stati lontani e in cui, la nostalgia, rischiava di farli impazzire.
Adesso, finalmente, insieme.
«Già. Se avessi saputo che non ti sei mai allontanato da Boston, avrei smosso la città fino a trovarti.»
«Eagle Rock, eh? Certo che ne ha di fantasia mia madre.» rispose, ironico, il più piccolo.
«Eppure io ci credevo. Quando sono arrivato in quel luogo e ho trovato il capanno, sapevo che non eri lì, perché non sentivo la tua presenza, ma ho sperato fino all'ultimo. Sarei dovuto venire subito a casa, vi avrei evitato questa attesa infinita, anzi, l'avrei evitata ad entrambi.»
«L'importante è che adesso siamo insieme. Per sempre.»
«Per sempre.» ripeté, Sammy. «D'ora in poi, io sarò la tua parte mancante come tu sei la mia. Qualsiasi cosa dovesse succedere, qualsiasi, Kyle, l'affronteremo insieme. Non scapperai mai più perché, noi, siamo destinati a stare insieme. Ficcatelo in quella bella testolina.» concluse, con un sorriso.
Kyle sbuffò, per poi spalmarsi, letteralmente, sul corpo del compagno, ridacchiando felice.
«Anzi, sai che ti dico?» continuò, Sammy.
«Cosa?» domandò curioso, il giovane.
«Ho trovato una soluzione per non farti scappare mai più.»
«Legarmi al letto?» rispose, malizioso, consapevole che, davvero, non sarebbe mai più fuggito da Sammy.
«No, non ho mica bisogno di legarti per averti qui con me.» fece un occhiolino, prendendosi uno schiaffo leggero sulla fronte. «Parlo di qualcosa di più...come dire...ufficiale.» concluse, con un sorriso sornione.
Kyle lo osservò confuso per qualche secondo, tenendosi con le braccia ai lati delle spalle del compagno e le gambe attorno ai suoi fianchi.
«Sposami.» sibilò, non staccando un secondo gli occhi castani da quelli argentati che tanto amava.
Kyle rimase inerme, il volto pallido, sembrava come in uno stato di trance.
«Sposami, Kyle Monahan.» continuò.
Ma, il giovane, rimase silente, osservandolo con occhi liquidi anche quando una lacrima, cadde dritta sulle sue labbra, aperte in un sorriso.
«Smettila di pensare e dimmi di sì.» esclamò divertito, invertendo le posizioni e ritrovandosi sopra il ragazzo.
«Rendimi l'uomo più felice del mondo.» disse poi, serio, passando, leggere, le labbra, su quelle del compagno.
«Sì. Ti sposo, Samuel Fairfield.»
Piccolo, ma colmo di significato :')
Siamo agli sgoccioli!
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Love Made Me Do It
RomanceSpin-off di Glasses Love: la storia di Mark, Brady, Sammy e Kyle. La storia può essere letta singolarmente.