5.

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La vista era confusa, un mal di testa opprimente, costringeva Sammy a tenere le palpebre chiuse e non ci volle molto prima di capire che, il saporaccio che sentiva sulla lingua, era quello delle tante birre che, probabilmente, la sera prima, si era scolato. Passò qualche secondo prima che il riccioluto potesse aprire gli occhi e guardarsi intorno. La stanza era la sua, almeno questo, ma la cosa che lo fece trasalire fu il corpo caldo dietro il suo. Poteva sentire distintamente una gamba sopra le sue e una mano sbucava da sopra il suo fianco come se, la persona che a quanto pare aveva passato la notte con lui, lo stesse abbracciando.

Sammy si passò una mano sul viso, si voltò piano pregando tutti i santi che non fosse Mark, non di nuovo e, non appena riuscì a distinguere il profilo assolutamente affascinante del ragazzo contro cui si era scontrato la sera prima, fece un piccolo sorriso.

"Com'è che si chiamava?", pensò Sammy, continuando ad osservarlo mentre, come una serie di flashback, apparivano nella sua mente le immagini della notte di fuoco appena passata.


12 ore prima...

«Scusami ancora, avevo la testa completamente da un'altra parte» sorrise, guardando gli occhi chiari del giovane cameriere.

«Uno scontro fortunato almeno» sorrise il giovane.

Sammy lo osservò confuso, stavano forse flirtando?

«Sei qui per cenare o porti via?»

«Ehm...porto via»

«Panino e tv?» domandò ancora il giovane, mentre con le dita scorreva il menù sul tablet per ordinare direttamente in cucina il cheeseburger di Sammy.

«Esattamente» rispose Sammy, continuando a guardare in direzione di Mark e il suo assistente e sperando di rimanere nell'ombra, per quanto fosse possibile.

«Ti faccio una proposta» tuonò Kyle, sorridendo e mostrando i denti bianchi. Sammy lo osservò curioso. Sì, stava decisamente flirtando. «Io stacco tra dieci minuti. Anziché cenare solo, potremmo cenare in compagnia. Aggiungo un altro cheeseburger e andiamo. D'altronde mi devi un favore...» disse l'ultima parte avvicinandosi all'orecchio di Sammy per quanto fosse possibile visto che tra loro si trovava il bancone «Non so cosa ci sia tra te e i tizi seduti a quel tavolo da cui ti nascondi da dieci minuti, e non mi interessa, ma finora sono riuscito a mantenerti in incognito. Quindi un favore a te e uno a me» bisbigliò, si allontanò guardandolo negli occhi e gli fece un occhiolino.

Sammy era di certo affascinato da quel giovane ragazzo molto, molto bello e molto, molto provocante, ma pensava che avrebbe passato la serata davanti alla tv a vedere un film d'azione e a piangersi addosso. Ma d'altronde, quando le cose non le desideri, ti piovono addosso.

«Offro io» rispose poi.


Tempo reale...

«Buongiorno...» mormorò Kyle, sorridendo a Sammy, ancora intento ad osservarlo, tenendo soltanto un occhio aperto.

«Buongiorno...»

«Ch ove soo?» domandò sbadigliando. Sammy ridacchiò e poi, prendendo il cellulare tra le mani, lesse l'ora.

«Le sette»

«Le sette?!» il giovane si alzò sul posto con gli occhi sgranati, uscì dal letto senza vergogna, mostrando il sedere sodo a un Sammy piuttosto divertito e si mosse per la stanza alla ricerca dei suoi vestiti. «Cazzo è tardissimo! Sono fottuto!» Sammy continuava ad osservarlo con un sorriso a trentadue denti.

«Vuoi una mano?»

«Hai un teletrasporto? Devo essere dall'altra parte della città entro mezz'ora»

Love Made Me Do ItDove le storie prendono vita. Scoprilo ora