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SAM'S POV (PARTE 1)

Fiamma sta dormendo beata di fianco a me.
Guardo la sua pancia alzarsi e abbassarsi, il suo respiro regolare mi trasmette una gran tranquillità.
Una lacrima mi scorre sulla guancia mentre osservo il frutto del nostro amore.
Sono davvero felice.
Ho la sensazione che la bambina che porta in grembo sia mia figlia.
Anche se non lo fosse stata ho deciso di renderla tale a tutti gli effetti, riconoscendola legalmente ma soprattutto amandola ogni giorno come ogni padre può amare la propria piccola, e lo stesso avrei fatto con Emma.
Le poso una mano sulla pancia.
L'amo con tutto me stesso, e adesso che mi è stata data una seconda opportunità, glielo avrei dimostrato, cercando di starle accanto in questo momento molto delicato.
Faccio un sorriso ripensando a come ha saputo tenere testa a Lara.
È davvero forte, la vita le ha posto davanti tante sfide e lei sta riuscendo a superarle tutte.
È molto cambiata dal nostro primo incontro, più matura e determinata.
Ricordo ancora il nostro primo giorno in classe insieme al liceo.
Se ne stava in disparte mentre leggeva un saggio di psicologia.
Mi ha colpito la serietà con cui si è presentata agli altri compagni, mentre le ragazze più in vista le rivolgevano delle risatine di scherno per il suo nome alquanto insolito e per il suo aspetto non molto curato.
Devo ammettere di essere stato anche io un grande stronzo con lei.
A dispetto del suo nome era fredda, e si vedeva che non le interessava entrare a far parte del nostro gruppo.
Non rivolse mai la parola a me e agli altri compagni di classe, era una tipa solitaria.
Durante il quarto anno mi iscrissi al laboratorio di teatro.
Mia madre aveva insistito tanto che alla fine mi arresi e la accontentai, e poi avevo bisogno di crediti, dato che avevo ricevuto alcuni richiami per via del mio "comportamento poco consono al contesto scolastico" -volendo usare le parole della preside- e quindi aveva deciso di convincermi ad iscrivermi.
Da ragazza era una ballerina davvero brava, avevo visto insieme a lei alcuni filmati delle sue esibizioni.
Dopo un brutto infortunio, però era stata costretta ad abbandonare il suo sogno.
Aveva riposto in me, il suo unico figlio, la propria fiducia.
Così ho iniziato a frequentare dei corsi di danza soltanto per compiacerla, però con il passare del tempo mi sono appassionato per davvero.
Un pomeriggio mi presentai in teatro per compilare la mia iscrizione.
Dall'ingresso si sentiva una ragazza che cantava. La sua voce era davvero celestiale, da far venire la pelle d'oca.
Dovevo assolutamente entrare in quella sala per vedere di chi si trattasse.
Quando la vidi restai a bocca aperta, non volevo credere che quella voce stupenda appartenesse proprio a lei.
Lei mi vide e smise subito di cantare.
Rimase pietrificata, probabilmente pensava che fossi lì per prendermi gioco di lei, ma per una volta non ne avevo proprio intenzione.
Mi misi in un angolo a compilare l'iscrizione e con la coda dell'occhio la vidi che mormorava un frettoloso "ciao" al regista e che correva verso l'ingresso.
Tornato a casa, non riuscii a togliermi dalla testa la meravigliosa voce di Fiamma.
Sul palcoscenico si trasformava, non era più la persona timida che conoscevo, diventava sicura di sé.
Durante le ore di lezione ci comportavamo normalmente, so che è brutto da dire, ma avevo una reputazione da difendere.
Durante le prove per i musical invece ci iniziavamo a conoscere meglio.
Alla prima prova, il regista formò le coppie per imparare un ballo, e io e lei finimmo insieme.
Secondo lui il fatto che eravamo in classe insieme aiutava l'interpretazione.
Lei mi fulminò con lo sguardo appena appoggiai la mia mano sulla sua schiena, non era per niente a suo agio e si vedeva.
Io avvampai, e grazie al cielo avere la pelle scura come la mia era una gran fortuna, perché lei non si accorse di niente.
Le sorrisi, ma lei non ricambiò, anzi, la sua espressione si fece sempre più dura, iniziavo ad aver paura che mi avesse picchiato, ma si vedeva che comunque lei era davvero agitata per questo contatto tra di noi.
Il tempo passava, e con questo gruppo mi sentivo davvero a mio agio.
Nonostante li avessi sempre reputati degli sfigati dovetti ricredermi. Erano davvero delle persone simpatiche.
Fiamma iniziava a piacermi, facevo di tutto per rimanere più tempo possibile insieme a lei, ma a quanto pareva questo sentimento non veniva ricambiato, anzi più io cercavo di starle accanto, più lei diventava distante e fredda.
Mi domandavo spesso a cosa avessero pensato i suoi genitori quando scelsero questo nome per lei.
Era tutto fuorché calda come il fuoco. Non solo nel carattere, ma anche nell'aspetto.
Era pallida -anche se in confronto a me lo sarebbe stato chiunque- e aveva i capelli biondi lunghi fino alla schiena e sempre legati in una treccia.
Come avrei voluto affondarci le dita e scioglierla per toccare i suoi morbidi capelli!
I suoi occhi erano meravigliosi ma allo stesso tempo rappresentavano la sua freddezza.
Erano grigi, davvero bellissimi, anche se venivano nascosti dietro le lenti dei suoi occhiali.
Dopo la prima prova di ballo, mi resi conto di avere bisogno di un continuo contatto con lei.
L'occasione perfetta si presentò quando la compagnia organizzò la gita in campeggio che facevano tutti gli anni.
Quando passai dal regista per lasciare il mio nominativo sentii la voce di Fiamma.
"Mi dispiace ma io non posso venire, non ho mai dormito fuori casa, non me la sento"
"Dai Fiamma, non farti pregare, ci siamo tutti, manchi solo tu"
Dopo quella che sembrò un' eternità, lei disse: "E va bene, mi hai convinta, vengo anche io"
Ero davvero sollevato, anzi ero felice. Avrei passato un weekend intero accanto a Fiamma.
Magari sarei riuscito anche a parlarle e a dirle che mi piaceva.
Mia madre entrò nella mia stanza mentre preparavo la valigia e vide che ero piuttosto su di giri.
"Dai Sam, dimmi come si chiama" disse sorridendo.
"Chi?" Facevo finta di non capire.
"Guarda,caro mio, che sono nata prima di te, e riconosco una cotta quando la vedo, soprattutto se si tratta di mio figlio"
Continuava a sorridere.
"Mamma, guarda che se continui a sorridere ti vengono le rughe" dissi per prenderla in giro.
"Si, si, continua a cambiare discorso"
"Eh va bene, si chiama Fiamma e ci sarà anche lei in campeggio"
Dissi tutto d'un fiato.
Il volto di mia madre si illuminò e uscì dalla mia stanza senza dire una parola, anche se si vedeva che era felice per me.
Quella notte non chiusi occhio. Ero davvero nervoso.
Speravo che avremmo fatto qualche improvvisazione teatrale solo per sentire la sua splendida voce, non ne avevo mai abbastanza, e così fu.
Fu un weekend davvero bello, pieno di divertimento.
L'ultima sera eravamo tutti riuniti intorno al fuoco per cantare accompagnati da una chitarra.
Io e Fiamma condividevamo la stessa coperta. Eravamo vicinissimi.
Se durante il giorno la temperatura era mite, la sera scendeva il freddo.
Sentivo Fiamma che tremava, allora non ci pensai due volte, mi tolsi la giacca e gliela misi sulle spalle.
Lei rimase sorpresa per il mio gesto, si voltò e mi mormorò un "Grazie"
Si sentiva che era a disagio.
Le misi un braccio intorno alla schiena per scaldarla e cominciai a giocare con i suoi bellissimi capelli, che stranamente quella sera portava sciolti.
Erano davvero morbidi come sembravano e profumavano di camomilla.
Ad un tratto non riuscii più a resistere e feci quello che avrei voluto fare dal momento in cui l'avevo sentita cantare per la prima volta.
La baciai.
Iniziai dalla guancia, per poi spostarmi verso il collo ed infine arrivare alle labbra.
Lei all'inizio si irrigidì, ma poi sembrò lasciarsi andare e rispondere al mio bacio.
Ad essere sincero non me lo aspettavo, anzi, credevo mi avrebbe dato uno schiaffo urlandomi contro.
Avrei corso questo rischio.
Non mi interessava se intorno a noi c'erano altre persone, e a quanto pare ci stavano guardando, però in quel momento volevo solo Fiamma.

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