SAM'S POV
"Aaaaah!!"
Fiamma si accascia a terra toccandosi la pancia.
Il panico si impossessa immediatamente del mio corpo, sto tremando come una foglia e sudo freddo.
Mi arrabbio moltissimo quando i paramedici mi dicono di non poter salire dell'ambulanza insieme a Fiamma, e che una volta arrivato in ospedale devo rimanere in sala d'aspetto.
Non è possibile, la bambina che porta in grembo la ragazza che è appena diventata mia moglie sta per venire al mondo e io non potrò assisterla per confortarla e per farle forza.
Quella creatura potrbbe essere mia figlia e io non sarei riuscito a sentire il suo primo vagito.
Arrivo alla clinica mentre l'agitazione regna sovrana.
Vedo le infermiere che corrono da una stanza all'altra e medici che urlano loro qualsiasi tipo di ordine.
Sento un dottore che dice: "Paziente della stanza 407, cesareo d'urgenza, sofferenza fetale!"
Anche se non lo posso sapere con certezza, me lo sento che sta parlando di Fiamma.
Sono determinato a volerla vedere.
Faccio per entrare nella sua stanza quando un infermiere mi blocca il passaggio.
"Lei non può entrare qui"
"La prego, sono suo marito. Ci siamo appena sposati" dico alzando la mano sinistra per mostrargli la fede scintillante che porto all'anulare.
"Mi dispiace, ma non posso. La stiamo per preparare per la sala operatoria".
"Fiamma!"
Non avrei voluto ma lo dico urlando.
"Scusi ma devo chiederle di allontanarsi dalla stanza e di accomodarsi in sala d'aspetto. Appena l'operazione sarà terminata e la paziente sarà riportata nella sua stanza la chiamerò e solo allora le sarà permesso di vedere lei e la bambina"
Rassegnato mi reco in sala d'aspetto.
Durante il tempo in cui mia moglie si trova sotto i ferri ho modo di pensare.
Penso a lungo a tutto quello che mi è capitato dalla mattina in cui Fiamma mi è caduta addosso con il suo caffè bollente tra le mani.
Non solo ho ritrovato il mio primo e unico amore, ma abbiamo imparato a conoscerci e siamo cresciuti insieme a quel meraviglioso sentimento che ci lega.
Anche se durante il periodo in cui siamo stati lontani abbiamo fatto esperienze diverse e ognuno ha intrapreso una strada differente, il destino ha voluto che ci incontrassimo di nuovo, anzi io l'ho sorretta tra le mie braccia per evitare che cadesse.
"Il bianco abbraccia il nero", per l'appunto.
Sono tante le scene che si susseguono nella mia mente, dalla prima sera che abbiamo passato a casa mia, a tutte le volte che abbiamo fatto l'amore, da quando mi ha presentato ad Emma, a quando quella stessa sera ci hanno detto che era incinta, da quando siamo partiti per le Hawaii, a quando le ho chiesto di sposarmi.
Sono trascorse appena poche ore da quando abbiamo promesso solennemente di amarci e abbiamo pronunciato il nostro "Si", eppure sembrano passati giorni, anni.
Fortunatamente abbiamo firmato tutti i documenti per convalidare il matrimonio all'inizio della cerimonia, e non alla fine, quindi siamo ufficialmente sposati.
Grazie al cielo, mi viene da aggiungere.
Rimango in attesa per un tempo che non riesco a quantificare.
Vado continuamente avanti e indietro, non so quante volte percorro la sala in lungo e in largo, sono fuori di me.
Voglio soltanto che qualcuno venga a darmi notizie di Fiamma e di Luna.
Non sarei riuscito ad aspettare ancora per molto.
Finalmente la vedo mentre la portano in camera.
È addormentata, mi dicono che è svenuta.
Mi sono aspettato che accadesse, Fiamma perde i sensi ogni volta che vede una goccia di sangue, e in questa occasione ne avrà visto tantissimo.
Finalmente mi permettono di entrare in stanza insieme a lei, e dopo qualche istante arriva l'ostetrica insieme a Luna.
Finalmente l'avrei vista.
Quando me la porge mi sfugge un'imprecazione piuttosto colorita: questa bambina è bellissima, però ha la pelle bianchissima.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime e in men che non si dica diventano un torrente in piena.
Luna è chiaramente figlia di Gabriel.
Ho fallito.
Mi sono solamente illuso.Quando Fiamma si sveglia la prima cosa che fa quando mi vede con in braccio la bambina è uno dei suoi meravigliosi sorrisi.
E io mi sciolgo.
Le porgo la piccola e tento di mascherare il mio disagio, ma non ci riesco proprio del tutto.
Prima che possa fare domande se la ritrova in braccio, e soltanto guardandola capisce la causa della mia tristezza.
Anzi, più che tristezza è un grandissimo senso di frustrazione.
Non abbandonerei mai Fiamma, voglio che le sia ben chiaro e glielo spiego, però ho bisogno di riflettere.
Lei come sempre è comprensiva, e anche se a malincuore, mi lascia solo.
Vado dall'ostetrica e lei mi spiega con molta calma che se la bambina avesse avuto la carnagione scura come la mia, non ci sarebbero stati dubbi sulla paternità, mentre nel caso di Luna, siccome Fiamma ha la pelle chiara avrebbe potuto benissimo essere figlia mia e aver preso dalla mamma.
"Aaah il miracolo della natura!" Dice con un gran sorriso.
L'unica cosa che mi resta da fare per togliermi ogni pensiero è il test del dna.
Se non sarà figlia mia con il tempo proverò a farmene una ragione, però almeno non sarei più rimasto con il dubbio.
In qualunque caso, Luna avrebbe avuto bisogno di una figura di riferimento che l'avrebbe aiutata a crescere.
Mi immagino a dar consigli ad un'adolescente in crisi perché il ragazzo che le piace non se la fila o sul colore di ombretto che avrebbe dovuto abbinare alla maglietta che indossa.
Ecco il padre che vorrei essere.Prendo coraggio e mi reco a fare il test del dna.
Appena mi prelevano il sangue ho come l'impressione di essere su una scala e di essere salito su un gradino, facendo diminuire la distanza dalla cima.
Mi fanno attendere ancora in sala d'attesa.
Inizio ad odiarla.
Ho capito che il mio compito di oggi è solo uno: aspettare seduto in sala di attesa.
"Aspetti lì intanto che operiamo sua moglie"
"Aspetti lì intanto che le chiamo l'ostetrica"
"Aspetti lì intanto che arriva l'infermiera per farle il prelievo"
"Aspetti lì intanto che arrivano i risultati"
Sto iniziando a perdere la pazienza.
Sento che il prossimo che mi avesse detto di aspettare per una qualche cosa l'avrei mandato a quel paese.
Ricevo due chiamate, la prima da parte dei miei genitori e la seconda da parte di Mike e Larry.
Entrambe le telefonate hanno come argomento comune Fiamma e Luna.
Ovviamente.
Mike e Larry sarebbero dovuti partire, però prima vogliono passare a vedere la bambina.
Grazie al cielo prima di loro arrivano i risultati delle analisi.
L'infermiera mi consegna una busta sigillata che prendo con mani tremanti.
Voglio aprirla insieme a Fiamma, e in quel momento il mio nervosismo di percepisce a chilometri di distanza.
Mi avvio verso la sua stanza, però quando sento la voce dei genitori e di Emma mi fermo, non voglio disturbare.
Quando escono, Emma mi salta in braccio e mi da un bacio, mentre Robert mi stringe la mano e Mary mi sorprende con un abbraccio.Entro.
Fiamma mi sorride, e per la seconda volta non riesco a ricambiare.
Sono nervoso, e la mano che stringe i risultati sta tremando tanto che sembra affetta dal morbo di Parkinson.
Mi fa segno di sedermi al suo fianco, e così faccio.
"Non ho voluto aprire la busta, volevo che tu fossi al mio fianco. Qualunque cosa ci sia scritto su quei fogli voglio dirti che ti amo"
Lei mi prende la mano e apre la busta.
Dopo quasi nove mesi è arrivato il momento della verità.
Rimane in silenzio mentre legge e poi mi guarda.
Le piace tenermi sulle spine e ad essere sincero la cosa non mi piace affatto.
Dopo quella che pare un'eternità, Fiamma mi dice sorridendo
"Sam, Luna è tua figlia"
Il suo sorriso diventa ancora più ampio.
Mi lancia addosso il documento per farmelo leggere.
Sono talmente fuori di me dalla felicità, che dopo aver baciato Fiamma e Luna corro fuori dalla stanza e mi reco nella cappella dell'ospedale.
Anche se è una cosa che non faccio spesso, accendo una candela e ringrazio il Signore.
Ancora non voglio crederci. Luna è mia figlia.
STAI LEGGENDO
Il Colore Diverso Dell'amore
Literatura KobiecaFiamma. Un nome così caldo per una ragazza così fredda, capelli biondi e occhi grigi, ma nessun tratto del suo aspetto è glaciale quanto il suo cuore. Dopo anni di bullismo e depressione a causa di un amore finito male, è riuscita a realizzarsi. Or...