FIAMMA'S POV
Quando riprendo i sensi vedo solo buio.
Dove mi trovo?
L'unica cosa che riesco a percepire è un forte odore di fumo e di chiuso.
Faccio per mettermi in equilibrio ma un forte mal di testa mi colpisce all'istante.
Un conato mi sorprende e non riesco a trattenerlo.
Vomito tutto quello che mi è rimasto nello stomaco.
Da quanto tempo mi trovo in questo posto?
Ma soprattutto, mi domando il perché.
Devo aver fatto rumore perché sento una porta aprirsi.
"Amore, questa brutta stronza ha vomitato. Che schifo! Falla fuori e facciamola finita una volta per tutte. Dobbiamo togliercela dai piedi"
Dice una fastidiosa voce femminile che in qualche modo mi pare familiare.
Più familiare ancora però è la voce maschile che gli risponde.
"Devi essere paziente, prima la facciamo soffrire per bene, e poi la rimandiamo al suo caro maritino dentro un sacco"
Quella che segue è una risata all'unisono, talmente glaciale che mi fa venire la pelle d'oca su tutto il corpo.
Vengo pervasa da un brivido e mi viene un altro conato.
Riconosco la voce dell'uomo, però non riesco a spiegarmi come sia possibile.
È morto, ho partecipato al suo funerale più di un anno fa.
Non può essere lui.
"Accendi una luce" ordina.
Quando la stanza viene illuminata da una luce fioca proveniente da una lampadina appesa al soffitto lo vedo.
È proprio lui.Gabriel è tornato dal regno dei morti e vicino a lui c'è Sarah.
Vomito di nuovo e poi svengo per lo shock.
Quando riprendo conoscenza me lo trovo davanti.
Ha un aspetto molto provato e non si lava da parecchio tempo.
La barba e i capelli sono sporchi e lunghi e ha delle occhiaie spaventose.
Anche il colorito della sua pelle non è dei migliori, ha alcune sfumature che vanno dal verde al grigio.
Emana un brutto odore di fumo e di alcol.
Non è affatto il Gabriel che ho conosciuto all'università, il ragazzo che mi aveva corteggiato e l'uomo che mi aveva prima sposato e che poi era diventato il padre di mia figlia.Non so cosa mi prende, ma gli sputo addosso, sono accecata dalla rabbia.
Lui risponde a questa mia provocazione con uno schiaffo in piena faccia.
"Gabriel sei un bastardo. Pensavo fossi morto, ho partecipato al tuo funerale, come è possibile?"
Si avvicina di più a me, mi prede per il mento e mi solleva la testa per far si che lo guardi dritto negli occhi.
Provo un profondo ribrezzo misto ad odio nei suoi confronti e lui se ne accorge perché prima mi da un altro schiaffo e poi inizia a prendermi a calci.
Quando inizio a sanguinare pare soddisfatto e la smette.Dopo essersi sfogato per bene comincia con il suo racconto.
"Dopo che mi hai cacciato di casa volevo fartela pagare. Nessuno avrebbe potuto trattarmi come avevi fatto tu e non sopportavo il fatto di vederti insieme ad un altro. Quando sono venuto a sapere che quello era il ragazzo di cui eri innamorata da ragazza e che eri rimasta incinta da lui non ero più in me. Non potevo permettere che ti avesse. Quando mi hai telefonato per dirmi del bambino ero in macchina con Sarah e la notizia mi ha lasciato talmente di stucco che ho perso il controllo dell'auto e siamo fuori strada. Ce la siamo cavati con qualche graffio niente di più, ma quale miglior occasione per attuare il mio piano? Avevamo bisogno che io fossi morto per non farti sospettare di me"
Vedendo la mia faccia sorpresa mi anticipa
"Ho pagato un telecronista per parlare della mia morte e la cassa che è stata seppellita era vuota. Ti abbiamo sempre tenuta d'occhio. Sapevamo del vostro viaggio alle Hawaii, per cui ho pensato di farvi una bella sorpresa al vostro ritorno. Ho mandato Sarah a casa vostra per lasciarvi dei bigliettini minatori. Siccome tu sei piuttosto monotona ho indovinato subito dove hai sia la cassaforte che le chiavi. Per essere più cauti abbiamo smesso di entrare nel tuo appartamento quando è iniziata a circolare la notizia che la banda di malviventi che aveva messo a segno alcuni colpi nella tua zona era stata presa. Dovevamo far perdere le nostre tracce. Tuo marito ti ha sempre tenuta incollata a lui. Stavamo iniziando a perdere le speranze, fino a quando oggi il tuo caro maritino non ti ha lasciata sola ad Hyde Park. D'altronde perché preoccuparsi tanto se i ladri non erano più in circolazione?""Voglio parlare con Sam"
Gabriel mi risponde con un altro calcio per averlo interrotto.
"Devi soffrire come tu hai fatto soffrire me. Sarah pulisci tutto questo schifo!"
Detto questo esce dalla stanza sbattendo la porta.
Sarah mi si avvicina con una salvietta bagnata e inizia a tamponarmi il viso.
Le lacrime scendono come cascate dai miei occhi privi di ogni emozione.
Voglio parlare con Sam.
Voglio sapere se sta bene.
Provo a chiederlo a Sarah.
Lei scoppia in una risata e quando finisce di pulire mi lascia sola.
Prendo l'occasione per guardarmi intorno dato che ha lasciato la luce accesa.
Sono sdraiata su una branda, e con mia sorpresa non sono legata.
La stanza è spoglia, oltre al letto c'è solo un vecchio tavolo con due sedie e la moquette verde emana un bruttissimo odore, non deve aver mai visto una scopa.
Vedo una finestra sulla parete di fronte a me.
Mi faccio forza per alzarmi e anche se un po' a fatica attraverso la stanza con passo malfermo, tenendomi il fianco dove Gabriel mi aveva preso a calci.
Quando mi affaccio il mio umore sprofonda ancora di più.
Siamo almeno al quinto piano, quindi nessuna via di fuga.
Ritorno sconsolata a sedermi quando sento Gabriel parlare al telefono.
Dice un indirizzo, probabilmente quello di questo appartamento e poi con fare minaccioso aggiunge quasi ringhiando
"Voglio i soldi in contanti entro un'ora e ti farò vedere tua moglie. Vieni da solo, niente polizia"
Segue un lungo silenzio.
Sta sicuramente parlando con Sam.
Di lì a un'ora l'avrei rivisto e mi avrebbe portato fuori da qui.
Passo i sessanta minuti successivi a fissare la lampadina appesa al soffitto.
Penso a Sam e alle bambine, le mie due piccole principesse.
Mi mancano tantissimo.
Piango, però sono fiduciosa perché li avrei riabbracciati presto.
Vengo ridestata dallo scatto di una serratura.
Poi sento un rumore secco, come un pugno e un gemito di dolore.
La porta si apre ed entra Sam.
Si precipita subito ad abbracciarmi mentre le lacrime stanno bagnando le nostre guance.
"Fiamma amore, è tutto finito non preoccuparti, adesso usciremo da qui e ti porterò di nuovo a casa"
Veniamo interrotti da Gabriel che entra nella stanza tenendo Sarah per i capelli e puntandole una pistola addosso.
Perde sangue dal naso mentre guarda Sam e me con gli occhi scintillanti di odio misto a follia, gli occhi di un drogato di vendetta.
Spinge Sarah sul pavimento e spara due colpi.
Il primo al soffitto e l'altro a lei.
Una pozza di sangue si allarga sotto di lei mentre i suoi occhi ci fissano vuoti.
In pochissimo tempo, la polizia che era rimasta in agguato all'esterno dell' appartamento, si precipita nella stanza con le pistole spianate addosso a Gabriel.
Devono aver sentito gli spari.
Preso da un improvviso raptus, Gabriel fa partire un colpo nella mia direzione.
Colpita da un dolore accecante all'altezza del cuore mi accascio tra le braccia di Sam.
Le immagini che si susseguono appena dopo passano rapide davanti ai miei occhi: Gabriel si punta la pistola alla testa e premette il grilletto.
Sam urla il mio nome e piange disperato.
"Fiamma amore mio ti prego non andartene, Luna ed Emma hanno bisogno della loro mamma, hanno bisogno di te. Sono ancora piccole. Fiamma ti prego, io ti amo"
Io sto fissando il vuoto sopra di me.
Le uniche parole che riesco a pronunciare sono: "Sam, prenditi cura di loro. Ti amo"
Sam sta urlando con tutto il fiato che ha in corpo.Sospiro e chiudo gli occhi.
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Il Colore Diverso Dell'amore
ChickLitFiamma. Un nome così caldo per una ragazza così fredda, capelli biondi e occhi grigi, ma nessun tratto del suo aspetto è glaciale quanto il suo cuore. Dopo anni di bullismo e depressione a causa di un amore finito male, è riuscita a realizzarsi. Or...