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Rimango pietrificata. Sono davvero terrorizzata. Non riesco a muovere un muscolo.
Qualcuno è entrato in casa durante la nostra assenza e ha fatto un gran caos.
Non possiedo quasi niente di prezioso, soltanto i gioielli che mi ha regalato Sam, ma prima di partire li ho chiusi in cassaforte al sicuro.
Corro subito a prendere la chiave e sposto il quadro che la ricopre.
Quando la apro tiro un enorme respiro di sollievo. È tutto in ordine.
Un foglietto di carta attira la mia attenzione.
Lo prendo e quando leggo cosa c'è scritto sopra rimango letteralmente a bocca aperta.
"SEI UNA PUTTANA"
È scritto a mano, in rosso, con una calligrafia chiara ed elementare, quasi da bambino.
"Sam!"
Lui viene verso di me di corsa con aria preoccupata.
Gli porgo il bigliettino.
Lui lo guarda per un attimo e poi mi dice: "Chiamiamo la polizia"
Compongo il numero con le mani che mi tremano.
Aspettiamo gli agenti guardandoci in giro e finalmente arrivano.
"Signorina si sieda intanto che noi diamo un'occhiata, uno shock del genere le potrebbe fare molto male nelle sue condizioni e poi non è il caso che si affatichi troppo"
Poi l'agente chiede a Sam di prepararmi qualcosa di caldo per calmare i nervi.
Ritorna dalla cucina con una tazza di the fumante.
"Tieni amore"
Dice con un timido sorriso.
Cerca di sollevarmi il morale ma si vede che è spaventato quasi quanto me.
"Allora miss Four" dice l'agente che si è seduto sulla poltrona di fronte a dove siamo seduti Sam ed io "Io sono il commissario Spencer. Intanto che facciamo questa chiacchierata i miei uomini perlustreranno il suo appartamento. Devo avvertirla che nelle ultime settimane ci sono stati parecchi casi di furti in appartamento in questa zona simili a quello che si è verificato qui. Le è stato sottratto qualche cosa?"
"Non lo so, ho controllato la cassaforte e quella non aveva niente di strano, al suo interno c'era ancora tutto, però ho trovato questo"
Porgo il biglietto all'agente che lo guarda con aria sospetta.
Si toglie il cappello per passarsi una mano tra i capelli biondi.
"Strano, davvero strano. Chi si è introdotto in casa sua sapeva dove trovare la cassaforte e la chiave, e dopo averla aperta non ha rubato niente ma le ha creato un gran caos e le ha lasciato questo bigliettino. Sembra una vendetta".
Sam mi tiene la mano e fissa un punto del pavimento.
"Chi può essere stato? L'unica persona che mi viene in mente è Gabriel, il mio ex marito"
Sentendomi pronunciare quelle parole, Sam si volta di scatto e mi fissa incredulo.
"Fiamma è impossibile, e questo lo sai"
Il commissario Spencer ci guarda con aria interrogativa.
"Vede commissario Spencer, il mio ex marito è morto quasi cinque mesi fa, quindi so benissimo che non può essere stato lui, però è l'unica persona che avrebbe potuto odiarmi".
Dopo aver raccontato per l'ennesima volta i fatti di quella sera, il commissario raduna i suoi uomini.
"Le faremo sapere come procederanno le indagini. Se dovesse notare qualche altra stranezza mi contatti senza problemi"
Mi porge il suo biglietto da visita e si dirige verso la porta seguito dagli altri poliziotti.
"Buona serata miss Four e mister Green"
Mi abbandono tra le braccia di Sam, le lacrime che ho trattenuto fino ad adesso escono copiose dai miei occhi e non c'è verso di fermarle.
Non so quanto tempo passa, ma Sam ha la giacchetta completamente bagnata dalle mie lacrime.
"Fiamma, è meglio se io domani mattina cominci a radunare le mie cose e mi trasferissi qui. Non mi fido a lasciarti sola in questa casa".
"Va bene Sam, mi faresti molto felice"
"Adesso andiamo a letto, domani sarà una giornata molto lunga"
"Ti prego, resta con me stanotte, ho paura a rimanere qui da sola"
"Non ti preoccupare amore mio, sono qui con te"
Mi accarezza i capelli con molta dolcezza.
Dopo esserci fatti una doccia veloce ci mettiamo a letto.
Sam mi abbraccia da dietro e mi accarezza la pancia.
Le palpebre si fanno pesanti e mi piombo in un sonno agitato.
È una notte attraversata da uomini con la maschera nera e quando se la tolgono hanno il volto di Gabriel che mi porge tantissimi bigliettini scritti con il sangue.
Mi sveglio di soprassalto.
Sam è sveglio accanto a me.
"Fiamma, non preoccuparti, ci sono io qui con te"
Mi da un bacio, mentre con una mano mi accarezza i capelli e con l'altra la pancia.
In quel momento sento un movimento dentro di me.
Luna si è mossa.
È la prima volta.
Mi commuovo e quando mi volto per guardare Sam con un sorriso vedo che una lacrima sta scorrendo sulla sua pelle scura.
Si è emozionato anche lui.
Lo bacio.
"Grazie d'esistere, Fiamma"
Continuando a baciarci in un attimo mi trovo sopra di lui.
Facciamo l'amore ed è stupendo come sempre.
Ci riaddormentiamo abbracciati e quando mi sveglio Sam non è più al mio fianco.
Lo chiamo e dopo qualche istante appare con in mano un vassoio e una tazza del mio the caldo preferito accompagnato da un pacchetto di biscotti.
Gli sorrido.
È incredibile il modo con cui riesce a sollevarmi il morale anche nei momenti più difficili.
È per questo che lo amo tantissimo.
Chiamo mia madre per raccontarle dell'accaduto.
È davvero preoccupata. Mi propone di far stare Emma da lei a dormire finché i responsabili non fossero stati arrestati.
Sono pienamente d'accordo con lei, non voglio che ad Emma accada qualcosa di brutto.
Una volta finita la colazione ci prepariamo per andare a lavorare.
Ho paura a rimanere da sola, quindi ci rechiamo insieme in ufficio.
La giornata passa lentamente tra un appuntamento e l'altro.
Sam ed io ci incontriamo all'uscita per andare insieme a casa dei miei genitori per vedere Emma.
È contenta di passare un po' di tempo dai nonni, e in un certo senso io mi sento più tranquilla a sapere che lei è al sicuro.
Questa sera Sam deve andare nel suo bar e mi chiede di seguirlo.
Sa che non voglio stare da sola e quindi mi offro  di servire ai tavoli.
Rendermi utile mi aiuta a non pensare.
Il bar è gremito a causa di una rappresentazione teatrale.
Tra le persone sedute ai tavoli riconosco una mia vecchia compagna di classe.
Lei mi fa un sorriso falsissimo e mi disse: "Fiamma! Non sapevo lavorassi qui"
Posa lo sguardo sulla mia pancia.
Per essere di quasi sei mesi la mia pancia era piuttosto grossa.
"In realtà non ci lavoro, questo è il bar di Sam"
"Siete tornati insieme? Eravate davvero una bella coppia e a considerare dalla tua pancia deduco che vada tutto bene"
Mi accarezzo la pancia con disinvoltura e lei fa un altro sorriso, più falso di quello precedente.
"Stiamo organizzando una rimpatriata con i vecchi compagni di classe e ovviamente tu e Sam siete invitati. Sabato sera"
"Ci pensiamo e ti facciamo sapere"
"Va bene"
Mi porge un foglietto dove ha scritto il suo numero di cellulare.
Vado da Sam e gli riferisco quello che mi ha detto Sharon.
"Se vuoi andare per me non c'è problema"
Anche se odio con tutto il cuore quelle persone per gli anni d'inferno che mi hanno fatto passare, sono cambiata e voglio dimostrare a quegli stronzi che non sono più la sfigata che credevano.
E poi se Sam fosse rimasto al mio fianco sarei riuscita a superare qualsiasi sfida.
Ritorno da Sharon e con un sorriso le dico: "Io e Sam abbiamo deciso di venire sabato"
Lei sfodera un altro falsissimo sorriso mentre mi scrive l'orario e il nome del ristorante su un post-it che ha tirato fuori dalla borsetta.
Sono determinata a fare bella figura e ce l'avrei messa davvero tutta per dimostrare a tutti che sono davvero riuscita a cambiare.
Ed è tutto merito di Sam.
Sfiniti per il turno al bar ritorniamo a casa.
Sulla porta d'ingresso troviamo appiccicato un altro bigliettino, uguale a quello che ho trovato in cassaforte.
Appena entriamo in casa sembra essere tutto apposto, ma quando facciamo l'ingresso in camera da letto vediamo sullo specchio una scritta fatta con il rossetto.
"QUESTO È SOLO L'INIZIO, TROIA".

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