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SAM'S POV (PARTE 7)

Il tempo passava ed io e l'adorata ragazza che dorme beatamente accanto a me andavamo sempre più d'accordo.
Mi ha fatto conoscere anche Emma, sua figlia, una bellissima bambina di quattro anni che ha rubato subito il mio cuore.
Ricordo ancora la sera in cui l'ho conosciuta.
Fiamma aveva organizzato un piccolo rinfresco per me, i suoi genitori e Diana per mostrarci il suo nuovo appartamento.
Quando vidi Fiamma mi si illumonarono gli occhi: indossava il vestito che aveva al nostro primo appuntamento, e portava i gioielli che le avevo regalato il primo compleanno che avevamo festeggiato insieme, la sera in cui ci eravamo donati l'uno all'altra per la prima volta.
Mi ero commosso nel vedere che li aveva conservati, significava tanto per me.
Come lei, anche io avevo ancora una cosa che rappresentava la nostra storia: il collage di fotografie che immortalava ogni nostro bacio.
Volevo che lo tenesse lei e che lo appendesse in casa sua.
Con mio enorme sollievo, Emma approvò subito la relazione con la sua mamma.
Quella fu anche la sera in cui ci dissero che saremmo diventati genitori.
Inizialmente fu uno shock, che però durò pochissimo, perché a pensarci bene, avere un figlio da Fiamma era sempre stato il mio desiderio.
Era arrivato il momento di dimostrare a Fiamma quanto valeva per me.
Mi sarei preso cura di questo bambino anche se c'era la possibilità che fosse di Gabriel e non mio.
Quando me lo disse non so perché ma me lo aspettavo.
Quell' infame era suo marito, e anche se mi faceva molto male pensarci, sicuramente avevano una vita coniugale e con il trambusto che c'era stato la sera in cui aveva scoperto che la tradiva aveva dimenticato di prendere la pillola per due giorni consecutivi.
Anche se non fosse stato sangue del mio sangue mi sarei preso la responsabilità di starle vicino.
L'avrei fatto per lei perché l'amavo con tutto me stesso.
Volevo renderle ogni giorno che passavamo insieme indimenticabile. Ma questo l'avrei fatto a prescindere dal bambino.
Quando ci dissero che sarebbe stata una femminuccia ero al settimo cielo.
E anche se era stata Emma a decidere il nome per la sorellina ero comunque contento.
Aveva deciso di chiamarla Luna, perché in qualche modo aveva collegato il nome a suo padre e al fatto che fosse morto.
A dire la verità ero un po' titubante, non avevo mai visto Gabriel di buon occhio, però si trattava pur sempre di una figura che per lei era stata importante e quindi acconsentii.
Dopo che la storia con Fiamma era finita, avevo provato ancora a ballare, ma con scarsi risultati e con grande delusione da parte di mia madre.
Senza Fiamma non ce la facevo.
Quando ci riavvicinammo, venni a sapere che anche lei aveva appeso il microfono al chiodo.
Con lei avevo ritrovato la gioia di vivere, e quindi pensai che avremmo dovuto riprovare, però volevo che la location fosse un posto speciale.
A sua insaputa prenotai i biglietti per un viaggio alle Hawaii.
Sul sito internet del villaggio avevo visto che al sabato proponevano una serata in cui gli ospiti si esibivano per decretare il vincitore della settimana.
Quella della sfida fu una scusa perfetta per farle la mia proposta di matrimonio.
Volevo che la nostra storia diventasse ufficiale.
La sorpresa riuscì benissimo. Ricordo bene l'emozione negli occhi di Fiamma.
Era bellissima con l'abito rosso che indossava.
Quando iniziò a cantare nella sala caló il silenzio. Se mi ero innamorato della sua voce c'era un motivo.
Iniziai a ballare. Eravamo davvero un tutt'uno con la musica.
All'ultima battuta presi un bel respiro e lo feci, mi inginocchiai davanti a lei prendendole la mano.
"Fiamma vuoi sposarmi?"
Lei esitò un attimo, guardó in direzione di Emma, ci stava sorridendo. Era un sollievo il fatto che approvasse.
Per Fiamma era molto importante il parere della sua piccolina.
"Non desidero altro" disse sorridendomi e una lacrima le rigó la guancia.
Ci baciammo, fregandocene di essere su un palcoscenico con decine di persone che ci fissavano.
Oltre ad avere vinto la gara, sapevamo di aver vinto un posto l'uno nel cuore dell'altra.
Eravamo davvero sereni.
Questo senso di pace, però durò ben poco.
Al nostro ritorno a Londra, l'appartamento di Fiamma era stato svaligiato.
La cosa strana era che non avevano portato via niente.
Chiunque fosse entrato aveva fatto un gran caos e aveva lasciato un bigliettino nella cassaforte di Fiamma per insultarla.
Già da qualche tempo stiamo progettando il mio trasferimento da lei, ma visti i fatti stiamo accelerando parecchio la cosa.
Io non voglio lasciarla da sola e lei non vuole starci.
Ha sempre bisogno della mia compagnia.
Quando questa sera siamo tornati a casa abbiamo trovato  delle macchie di sangue sul tappeto del salotto ho pensato che Fiamma avrebbe avuto una crisi isterica, ma non è stato così, si percepiva la paura, ma non voleva darlo a vedere. Cercava di essere forte, ma era molto fragile.

È davvero una strana situazione, in realtà sono molto spaventato anche io, ma devo e voglio proteggerla.
Se dovesse succedere qualcosa a lei o alle bambine non me lo pedonerei mai.
Non voglio neanche pensarci.
Si è offerta anche di aiutarmi a servire ai tavoli per avere qualcosa da fare e per non rimanere a casa da sola.
Non voglio si stanchi troppo, Luna inizia a pesare.
Lei però non vuole saperne di stare da sola.
Stare in mezzo alla gente le fa bene, e poi tenersi occupata l'aiuta a non pensare.
È stato appunto servendo ai tavoli del bar una sera in cui il posto era gremito di gente a causa di una rappresentazione teatrale che ha incontrato Sharon, una nostra vecchia compagna di classe.
Le ho intraviste chiacchierare, e siccome ricordo i loro trascorsi scolastici sono rimasto pronto ad intervenire qualora ce ne fosse stato bisogno.
Mi sono rilassato quando ho visto Fiamma toccarsi la pancia e sorridere.
Sharon ci aveva invitati ad una rimpatriata che si teneva ogni anno con i compagni di classe.
Nonostante, a parte con James, non avevo nessun problema con quei ragazzi, non ero quasi mai andato. Non sapevo perché.
Fiamma però sembrava entusiasta ed era da ammirare per il suo coraggio.
Se fossi stato trattato come i nostri compagni di classe avevano fatto con lei, me compreso, non avrei più voluto vederli neanche con il binocolo, figuriamoci passare un intera serata in loro compagnia.
Sono davvero fiero di lei.
Il modo in cui ha tenuto testa a Lara e alle sue amiche galline è stato spettacolare.
Quando vuole sa tirare fuori le unghie e farsi valere.
E l'amo per questo.
L'amo anche perché sa farmi sentire vivo e amato, l'amo perché so che dietro a quei suoi occhi di ghiaccio c'è un grande cuore che batte all'unisono insieme al mio, l'amo perché è la madre di mia figlia, e anche se Luna non lo fosse stata l'avrei amata comunque, l'amo perché con il contrasto che si crea tra di noi ci completiamo a vicenda.
Dove c'è il freddo dei suoi occhi, c'è il calore dei miei, dove c'è il candore della sua pelle, c'è la tenebra della mia.
L'avrei sposata perché l'amo per come è e per come mi fa sentire.
Saremo felici, cresceremo insieme le bambine e le avrei dato la vita che si merita di avere, quella di una principessa.

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