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SAM'S POV (PARTE 5)

Il giorno del ritorno a scuola dopo le vacanze di Natale Fiamma sembrava fuori di sé.
Aveva gli occhi rossi di pianto e delle occhiaie profondissime che neanche il correttore era riuscito a coprire.
Quando mi avvicinai a lei per capire cosa fosse successo, lei mi fulminò con lo sguardo.
"Vattene Sam, non voglio più vederti"
Non capivo.
"Fiamma, cosa è successo?"
"Me lo chiedi anche? Era quello che volevi. Adesso vattene e lasciami in pace"
"Non capisco a cosa ti riferisci, Fiamma io non vorrei mai che tu te ne andassi, io ti amo"
Una lacrima prese a scendermi sulla guancia e per l'agitazione mi venne la tachicardia.
Anche lei stava piangendo.
Non riuscivo davvero a comprendere che cosa le fosse successo, ci eravamo sentiti il pomeriggio prima e sembrava andare tutto a meraviglia.
Forse era arrabbiata perché la sera prima non le avevo scritto finito l'allenamento?
James aveva consumato tutta la batteria del mio cellulare già scarico per telefonare a sua madre e quando ritornai a casa era troppo tardi per mandarle un messaggio, l'avrei fatta spaventare.
Comunque, non sarebbe stato da lei.
Avrei scoperto il motivo di questo suo strano comportamento solo qualche anno più tardi.
Era stato quello stronzo di James la causa della nostra rottura.
Aveva mandato a Fiamma un SMS con il mio cellulare per lasciarla.
All'epoca però proprio non riuscivo a capacitarmi.
Avevamo appena passato un Natale perfetto, pieno di amore e di serenità.
Le avevo fatto anche conoscere i miei genitori e loro erano davvero entusiasti di questa ragazza, come lo ero io del resto.
Il pranzo di Natale l'avevamo trascorso insieme ai suoi genitori.
Mary e Robert furono contenti di rivedermi.
Diana aveva cucinato davvero divinamente.
Era stata una giornata, anzi una storia davvero stupenda.
Come tutte le cose belle, però era destinata a finire.
Volevo sapere perché mi aveva lasciato, così la tempestai di SMS e di chiamate, lasciati tutti senza una risposta.
Dopo l'ennesima notte insonne, mi decisi a lasciarle un messaggio in segreteria.
"Fiamma, ti prego ascoltami. Non riesco proprio a capire il motivo del tuo comportamento. Se non risponderai neanche a questo messaggio ti prometto che ti lascerò in pace e proverò a dimenticarti, anche se già so che non ci riuscirò. Io ti amo e ti amerò per sempre".
Stavo piangendo e si sentiva, ma non mi interessava. Doveva sapere che stavo soffrendo.
Il mio peggior incubo si stava avverando. Lei mi stava lasciando.
La nostra storia era finita e dovevo farmene una ragione, ma proprio non ci riuscivo.
L'ho sempre amata, anche durante gli anni in cui siamo stati lontani.
I mesi successivi alla nostra rottura, passarono molto lentamente.
Quello era l'anno del diploma e non volevo farmi distrarre dallo studio.
Non mi voleva più e cercai di assecondarla, anche se era stato davvero difficile stare tutti i giorni con lei nella stessa stanza senza poterla toccare, baciare, guardare.
Mi limitavo ad ignorarla, ma faceva davvero male, nel profondo del cuore.
Non riuscii ad andare al concerto di cui Fiamma mi aveva regalato i biglietti a Natale.
Eravamo d'accordo di andarci insieme, e poi sarebbe stato un altro colpo per il mio cuore già abbastanza provato.
In estate mi recai a visitare l'università che avevo scelto.
Mi ero iscritto alla facoltà di giurisprudenza, sognavo di diventare un avvocato di successo.
A settembre il clima si era fatto un po' più fresco e le foglie marroni e gialle avevano preso il posto di quelle verdi sugli alberi.
Al campus avevo conosciuto Nancy, ma con lei come con le altre ragazze che frequentai non era durata per più di una notte.
Oltre alla durata delle mie avventure, queste ragazze avevano in comune un'altra cosa: erano tutte more con gli occhi scuri e volevo che quando stavano con me non portassero assolutamente i capelli intrecciati.
Non ce l'avrei fatta a stare con una ragazza bionda con gli occhi grigi e i capelli intrecciati senza pensare a Fiamma, per me esisteva sempre e solo lei.
Diventai quello che si poteva definire un "bad boy" di notte, ma uno studente diligente e brillante di giorno.
Per i miei meriti accademici mi guadagnai uno stage in un prestigioso studio legale in centro a Londra.
Avevo provato ancora a danzare per qualche volta, ma con scarsi risultati.
Dovevo farmene una ragione, appendere le scarpette al chiodo ed andare avanti.
E così feci, o per lo meno ci provai.
Il tempo passava veloce, e arrivò anche il giorno della mia laurea, ottenuta a pieni voti con lode.
Un lato bello del mio carattere è la mia determinazione.
Qualunque cosa volessi mi sarei impegnato al massimo per ottenerla.
Il giorno della consegna dei diplomi, i miei genitori erano presenti per sostenermi.
Ero davvero fortunato, avevo tutto il loro amore.
Nonostante questo, mi sentivo molto triste.
Vicino a mia madre c'era un posto vuoto, e fino alla fine della cerimonia non abbandonai mai la speranza di veder arrivare Fiamma per sostenermi e donarmi il proprio amore.
Cercai di cacciare indietro le lacrime che facevano capolino nei miei occhi, ma una non mi ascoltò e scese per rigarmi una guancia.
Dopo la laurea iniziai a lavorare nello studio legale dove avevo fatto lo stage e lasciai i miei genitori per andare a vivere da solo.
Per il mio appartamento, avevo scelto il bianco e il nero come tonalità principali,
Questi erano soprattutto i colori del mio cuore e della mia anima.
Volevo che Fiamma continuasse a far parte della mia vita e questi piccoli accorgimenti la rendevano tale.
Dopo qualche anno, il mio capo decise di premiare la mia dedizione al lavoro proponendomi di diventare socio dello studio legale e non mi lasciai di certo scappare l'occasione.
Il mio sogno finalmente si era avverato.
O meglio, uno dei miei sogni.
Il secondo, era quello di poter rincontrare Fiamma e di poter avere ancora il suo cuore e la sua anima.
Mi mancava davvero tanto e ahimè avevo iniziato ad abbandonare le speranze.
Quando quella mattina mi era piombata addosso, mi prese talmente alla sprovvista che riuscii a sputarle addosso solo una cattiveria, alla quale lei rispose a tono lasciandomi sempre più basito.
"Fiamma Four, sono passati tanti anni e non sei più brutta come un rospo come ricordavo, ma la tua goffaggine non è cambiata di una virgola"
"Sam Green, tu invece anche dopo tutti questi anni sei ancora uno stronzo. Neanche questo è cambiato"
Mi aveva urlato contro e mi aveva strappato di mano il caffè che mi aveva quasi rovesciato sulla camicia nuova.
Ok, me l'ero meritato.
Non potevo crederci, lavoravamo nello stesso palazzo e non l'avevo mai incontrata.
Quella mattina il destino ha voluto che arrivassi in ufficio più tardi del solito perché la mia auto aveva deciso di lasciarmi a piedi, e quindi avevo perso tempo ad aspettare il carro attrezzi che era venuto a portarla via e per il tragitto a piedi.
Pensavo che quella giornata fosse iniziata molto male, ma quando la vidi, ancora più bella di come la ricordavo, diventai improvvisamente allegro.
Mi trovai seduto dietro la mia scrivania a sorridere come un ebete, fantasticando sulla vita che aveva condotto dopo la nostra rottura.
Avrei voluto sapere tutto di lei.
Le ore trascorsero veloci ed era arrivato il momento di uscire dall'ufficio.
Ancora non sapevo che quella notte la mia vita sarebbe cambiata per sempre e che il mio secondo desiderio si sarebbe finalmente avverato.

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