Chiudo la porta dietro i due ragazzi e sospiro, sfiorandomi piano le labbra mentre torno in cucina. Se non mi sbaglio mia mamma dovrebbe tornare comunque tardi e io devo passare le prossime ore in una casa che non mi ricordo.
Salgo le scale con l'intenzione di andare in camera mia ma prima guardo la porta di quella dei miei genitori, mentre una gran voglia di entrare mi invade. Appoggio la mano sulla maniglia e la abbasso lentamente, aprendola subito dopo ed entrando.
Il letto matrimoniale sfatto solo da un lato mi fa capire che solo una persona dorme in quel letto, l'armadio è chiuso e contro il muro, la finestra lascia entrare un filo di luce, quel poco che basta per permettermi di vedere l'arancione delle pareti.
Questa stanza mi sembra tanto vuota, triste e piena di solitudine. Sospiro nuovamente ed esco dalla stanza, entrando poi nella mia, in modo da vedere un qual era la mia vita. Mi avvicino alla scrivania e noto subito un libro con un segnalibro che segna più della metà. Lo prendo in mano e guardo il titolo "Tre metri sopra il cielo". Non mi ricordo per niente la trama così decido di leggerla e visto che mi interessa, come mi immaginavo, mi metto a leggerlo, però stavolta dall'inizio. Mi siedo sul letto e apro la prima pagina.
Passa il tempo e io riesco a leggere fino poco meno di metà, quindi direi che sono a buon punto.
-Natalie, tesoro, dove sei?- urla mia madre dal piano di sotto. Guardo l'orologio è noto che ormai sono le 22.45 e che io non ho mangiato, ma nonostante questo non ho proprio fame.
-Arrivo- urlo e chiudo il libro, appoggiandolo poi sulla scrivania.
Scendo velocemente le scale e la trovo mentre ancora si toglie il giubbotto e lo appende.
-Ciao amore, come ti senti? Hai mangiato?- chiede e mi lascia un bacio sulla guancia mentre mi passa affianco per andare a togliersi le scarpe. Lo fa sempre.
Sorrido rendendomi conto che ho appena riconosciuto una sua abitudine.
-No, mi sono dimenticata, comunque sto bene, grazie- le sorrido e lei mi guarda.
-Ti sei dimenticata di cenare?- chiede abbastanza stupita mentre entrambe andiamo in cucina.
-Stavo leggendo- dico tranquilla e alzo le spalle.
-Oh, lo fai certe volte- annuisce e prende del pane e degli affettati -Vuoi qualcosa?- chiede poi.
-No grazie- rispondo con un sorrisino tirato.
-Devi magiare qualcosa- dice e fa due panini non ascoltandomi.
-Ho mangiato tanto gelato questo pomeriggio- le dico ma lei continua imperterrita a fare due panini.
-Mi dispiace che tu mangi così tardi, di solito quando arrivo la sera sei sempre o nel letto già a dormire oppure sei crollata sul divano- ammette e finisce di preparare i panini.
-Lascia stare, tanto non è che abbia poi tanto fame- dico e mi siedo sul tavolo.
-Tieni e non sederti sul tavolo- mi porge il panino e io lo prendo, però non scendo dal tavolo.
-Grazie- dico e do un morso al panino al salame che mia mamma gentilmente mi ha fatto.
-Come è andata oggi con Nicolò? Avete visto un po' di foto?- chiede e si appoggia alla credenza restando in piedi.
-Si, abbiamo visto un po' di foto e anche un film, abbiamo passato un bel pomeriggio insieme- rispondo mentre continuo a mangiare.
-Ti è tornato in mente qualcosa?- chiede ancora fissandomi con quegli occhi azzurri, probabilmente tanto simili ai miei.
-Mi è parsa familiare la tua entrata- ammetto e sorrido.
-Nient'altro?- dice un po' sconfortata.
-No, mi spiace- rispondo e mangiamo in silenzio per un po'.
Penso alla mia vita, che ricordo poco se non per niente, penso anche alle domande che vorrei fare a mia madre, una in particolare.
-Mio padre?- chiedo e la guardo bloccarsi di colpo e sbiancare leggermente.
-Non ti ricordi proprio?- chiede, forse non volendo raccontare quello che mi manca.
-No, ma non l'ho visto in nessuna foto- dico e finisco il panino.
-Tuo padre...- cerca le parole -Probabilmente non te lo ricordi, l'ultima volta che l'hai visto è stato quando avevi poco più di due anni- dice e non mi guarda negli occhi.
-Non ricordo- sussurro e aspetto che lei continui.
-Mi sono innamorata di un militare- dice piano -Lo amavo e dopo qualche anno di relazione sei arrivata tu, eravamo così felici, pensavamo che lui avesse finito col servizio militare, che non sarebbe più partito per servire il nostro paese, ma non è andata proprio così- abbassa lo sguardo a terra, triste, si vede.
-Eri piccola e lui è dovuto partire per quella che sarebbe stata la sua ultima missione, ti ha salutato con le lacrime agli occhi e lo stesso con me, poi è partito. Ci sentivamo il più possibile, poi lui sparì, non lo sentì più- una lacrima le riga il viso ma la asciuga velocemente, alzando gli occhi per smettere di piangere.
In questo momento mi sento così inutile, cosa si fa se una madre piange? Mi sporgo verso il pacchetto di fazzoletti e gliene porgo uno.
-Grazie amore- lo usa -Passavano le settimane e io non sapevo cosa fosse successo, poi arrivò un ufficiale dell'esercito, con la bandiera, mi disse che l'intera squadra era dispersa e che non sapevano dove fossero- un singhiozzo le spezza la voce.
-Ero disperata, c'eri tu che saresti cresciuta senza tuo padre, avevi solo due anni e non sapevo se lui sarebbe tornato un giorno oppure no. La televisione comunicò a tutti la notizia e per me era sempre un pugno al cuore quando la sentivo, volta dopo volta. Io lo amavo- dice tenendosi stretto il fazzoletto.
-È morto?- chiedo tra l'affermazione e la domanda.
-È disperso- dice perentoria.
-Ma...- provo a dire ma lei mi interrompe.
-Mi dispiace essere arrivata tardi, ma ora sono proprio stanca tesoro, vado a dormire e penso dovresti farlo anche tu, buonanotte- mi bacia la fronte e se ne va.
Lei ci spera ancora che lui torni, ma non saprei fino a che punto le faccia bene sperare. Non l'ho mai conosciuto e non so cosa pensare, di sicuro non mi dispiacerebbe incontrare mio padre.
Mi preparo velocemente e poi mi infilo a letto, sotto le calde coperte che mi accompagneranno per la notte.
Non riesco a smettere di pensare a tutto quello che è successo, penso che domani non farò niente di importante, magari riguardare le foto, la città. Non smetto di pensare a Nicolò, Logan e mio padre, che sembrano non volermi assolutamente lasciarmi dormire.
Mi giro e rigiro tra le coperte all'infinito, mentre i secondi, i minuti e le ore passano. Finalmente verso le 3.00 del mattino prendo sonno. Una notte senza sogni.Sapete, mi piacerebbe tanto se commentaste qualche volta, magari che lasciaste anche una stellina, questa storia mi sta a cuore, mi piacerebbe sapere la vostra opinione. Fatelo se non vi dispiace.
BACIONI XD
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La Memoria Del Cuore
Romance"Sorride e si china su di me, baciandomi mentre mi tiene la testa con una mano, in modo dolce e tenero. Dovrei sentirmi amata e importante, ma proprio non riesco a non pensare a Nicolò, non riesco a non immaginare cosa succederebbe se al posto del m...