2. Natalie

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Sono immersa nel nero, nel buio, e non vedo vie d'uscita, mi giro e rigiro, ma non riesco a capire dove sono e perché, mi ricordo solo un gran male alla testa.
Questa tortura sembra durare per ore, ma poi il cielo buio sembra schiarirsi, piano piano tutto inizia a diventare più chiaro, fino a che una sottile striscia di bianco si staglia davanti a me.
Con fatica apro gli occhi ma vedo tutto sfocato, batto le palpebre qualche volta e riesco a mettere a fuoco una parete bianca davanti a me, mentre io sono su un letto sotto una sottile coperta, anch'essa bianca. Mi guardo intorno e vedo che tutta la luce presente viene da delle luci attaccate al soffitto, mentre la finestra alla mia destra che si affaccia sull'esterno garantisce un paesaggio immerso nell'oscurità, a parte qualche lampione che permette di schiarite il posto, da questo posso capire che deve essere notte fonda. Abbasso lo sguardo e vedo un ragazzo con i capelli marroni chiarissimi abbandonato sulla sedia con la testa all'indietro, il corpo completamente lasciato cadere sulla sedia con le braccia stese lungo i braccioli, gli occhi chiusi e il viso tranquillo nel sonno. È un bel ragazzo, i tratti del viso sono abbastanza delicati e la bocca rosea.
Punto lo sguardo sulla parete opposta a quella con la finestra e vedo un altro ragazzo: anche lui è seduto su una sedia, ma a differenza del primo è sveglio con un blocco da disegno in mano, gli occhi scurissimi concentrati sul foglio e la mano sinistra aggraziata che traccia linee sottili e di tanto in tanto sposta i ciuffi di capelli castani che gli ricadono sugli occhi; è talmente concentrato che non ha notato che sono sveglia, quindi continuo ad osservarlo ancora per qualche minuto: guardo la sua tecnica e la sua concentrazione, il modo in cui tiene il blocco sulle gambe incrociate nel modo dei maschi, con la caviglia della gamba sinistra sul ginocchio della destra.
Mi viene voglia di alzarmi, voglia anche di andarmene da questo posto tutto bianco, così mi tiro a sedere, non facendo praticamente rumore, ma appena mi tiro su meglio e mi metto dritta una fitta mi trapassa la testa, facendomi gemere lievemente per il dolore.
-Natalie- esclama il ragazzo alla mia sinistra appoggiando subito il blocco da disegno sul letto e alzandosi, venendo poi verso di me con espressione preoccupata.
-Cosa fai? Devi stare giù, hai preso una bella botta- mi prende le spalle facendomi stendere di nuovo e, odio ammetterlo, ma mi sento subito meglio.
Lo guardo e mi allontano un po' da lui, diffidente -Ehm... Cos'è successo?- voglio sapere perché sono qui e perché la testa mi fa così male.
-Oh, non ricordi? Oggi, cioè ieri...- inizia a spiegare ma lo fermo.
-Che ore sono?- chiedo guardando fuori dalla finestra e gettando uno sguardo anche al ragazzo di prima, poi torno a guardare gli occhi cioccolato fondente.
-Sono le 3.35 del mattino... Comunque dicevo che questo pomeriggio stavamo tornando a casa quando un ladro che ci correva incontro ti ha sbattuta contro il muro e diciamo che hai preso un bel colpo, ti usciva anche sangue da dietro la testa, poi hai perso i sensi, siamo venuti in ospedale e ti risvegliavi solo a tratti- spiega e io cerco di ricordare, ma non mi viene in mente niente, vuoto più totale.
Mi tocco la testa e solo ora mi accorgo che è fasciata, la benda passa da dietro alla nuca fino alla fronte, e ora comprendo meglio il mio mal di testa.
-Quindi ora siamo...- non finisco la frase che mi guardo intorno e poi fisso lo sguardo sul ragazzo addormentato alla mia destra.
-Si, in ospedale, io sono qui dalle 15.20 circa, da quando siamo arrivati praticamente, mentre Logan è arrivato verso le 16.00, il tempo di avvertirlo e di arrivare- dice e mi prende una mano fra le sue, mentre con un gesto automatico io la ritraggo.
Mi guarda perplesso -Abbiamo cenato qui con te e verso le 23.00 lui si è addormentato, ma io non riuscivo a dormire, solo pensarti in quello stato mi dava i brividi- vedo che guarda la mia mano, forse pensando di provare a riprenderla, ma poi lascia stare e torna a fissarmi negli occhi.
Ci guardiamo per un po' poi io provo a muovermi, ma prendo dentro il blocco da disegno, facendolo cadere a terra. Lui lo nota e si china per raccoglierlo mentre io mi tiro su a sedere e lui si rigira tra le mani i fogli.
-Non riuscivo a dormire, poi tua mamma è passata verso le 22.30 a vedere come stavi ed è restata per circa venti minuti, mi ha chiesto di tenerti d'occhio e se n'è andata, così con Logan che dormiva e tua mamma che non c'era ho iniziato a disegnare- dice e posa il blocco di fianco a me, in modo anche che io possa vedere l'ultimo suo disegno, quello che stava facendo fino a qualche minuto fa: la figura di un angelo si staglia sul foglio bianco, le ali spiegate dietro la donna, che è coperta con un vestito morbido che le arriva fino alle caviglie, i capelli corti e mossi che le sfiorano le spalle, calcati più volte con la matita per renderli nerissimi, gli occhi aperti, spalancati, per ora ancora fatti solo a matita, mentre le labbra della donna sono aperte in un magnifico sorriso e le mani incrociate sulla pancia; tutto il disegno è talmente pieno di dettagli che è capace di far sembrare volare l'intera figura.
-Disegni molto bene- sussurro sfiorando il foglio con le dita.
-Me l'avrai detto un milione di volte- risponde ironico il ragazzo, facendomi alzare lo sguardo con espressione confusa.
-Io...- ma poi mi si strozza la voce.
La porta della stanza si apre piano e una donna sui 40 infila la testa, sorridendo sotto il berretto bianco che le nasconde bene i capelli, ma i suoi occhi marroni chiari si vedono benissimo.
-Ciao amore, ti ho portato un caffè...- si ferma quando lo vede in piedi di fianco a me -Natalie, tesoro, ti sei svegliata, vado a chiamare i medici- dice e appoggia la tazza di caffè in mano al ragazzo, che intanto era andato alla porta.
-Grazie mille mamma- sorride alla donna prima che quella esca dalla stanza.
Occhi cioccolato fondente torna verso di me mentre prende un sorso di caffè che sospetto sia bollente, visto che intravedo il fumo uscire dalla tazza -Vorrei offrirtene un sorso ma non so se ti farebbe bene- ridacchia ma io lo guardo impassibile, anche un po' diffidente.
-Nat, è da quando ti sei svegliata che sei strana. Che succede?- chiede e mi viene più vicino.
-Beh, non ti conosco e tu vieni qui a parlarmi come se fossimo amici- dico semplicemente e nei suoi occhi vedo il panico più assoluto, tanto che fa un passo indietro -Chi sei?- concludo fissandolo ancora.
-Non... Non ti ricordi di me?- sussurra e io cerco di farmi venire in mente qualcosa, ma ho la testa completamente vuota.
-No- dico mentre la porta si apre ed entra un medico seguito dalla donna di prima.

Ciao a tutti, eccomi qui con il primo capitolo. Nonostante la storia inizia in modo abbastanza strano io vi chiedo di avere fiducia e di continuare a leggere, per favore. Fatemi sapere con un commentino quello che pensate, e magari potete anche lasciare una stellina, mi farebbe molto piacere.

BACIONI XD

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