35. Nicolò

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Dei deboli raggi del sole filtrano nelle mie palpebre, facendomi subito martellare la testa dal male. La luce è veramente troppo forte anche con le palette chiuse.
Provo a girarmi per coprirmi e continuare a dormire, ma dei fili d'erba mi pungono leggermente e non riesco a muovermi quanto vorrei, visto che un corpicino affianco al mio me lo impedisce.
Gemo mentre mi metto seduto per capire perché nel mio letto ci sia dell'erba e una persona. La luce mi abbaglia appena apro gli occhi e ci metto qualche attimo a reprimere il mal di testa e riuscire a mettere a fuoco quello che mi circonda.
La mia collinetta, perfettamente inondata dalla luce del mattino, è verde e folgorante tanta la bellezza della natura. Appena abbasso lo sguardo sul verde che mi ha fatto da letto per la notte la figura quasi sveglia di Nat mi stordisce: i capelli neri contornano la sua testa come una piccola coroncina mentre le mani si stanno spostando pronte a farla mettere seduta. Gli occhi azzurri, appena aperti, sono ancora annebbiati e confusi, e la mano che si porta veloce alla testa mi fa intuire che il mio mal di testa non è l'unico.
-Che succede?- mormora subito guardandosi intorno proprio come ho fatto io.
-Mi sa che abbiamo dormito qui- dico, parlando sempre a bassa voce per non disturbare le nostre teste.
La mia voce sembra stupirla e appena si volta verso di me sgrana gli occhi e si sposta istintivamente indietro.
-Io... Tu... Cosa è successo?- balbetta strizzando gli occhi -E perché mi fa male la testa?- sembra che appena finisce la frase sembra farsi da sola una risposta.
-Non lo so... Non ricordo, si vede che ci siamo ubriacati non poco- suo malgrado annuisce e sospira, chiudendo gli occhi -Tu qualcosa ricordi?- chiedo piano.
Dopo un attimo di esitazione scuote la testa facendo un lamento per il probabile dolore.
Il silenzio ci avvolge mentre cerco di sforzarmi a per ricordare: le luci stroboscopie della discoteca, un piccolo periodo di silenzio nel parchetto poi anche il motore dell'auto. Com'è che ricordo solo i suoni e non le mie azioni? La mie mente viaggia per la serata non riuscendo a mettere a fuoco più di tanto i ricordi.
-Io... Come ci siamo finiti qui?- domanda guardandosi intorno di nuovo.
-Vogliamo fare una scaletta di quello che ci ricordiamo?- propongo e lei annuisce, prendendosi la testa tra le mani.
-Si, però... Che ne dici di andare via da qui?- mi chiede fissandomi con i suoi bei occhioni.
-Come?- rispondo non capendo bene.
-Si insomma, andare a fare colazione, sapere che ore sono...- spiega e io annuisco, pensando che sia una buona idea.
-Si... Ottima idea- mi alzo e traballo leggermente. Porgo una mano a Natalie e lei la afferra, tirandosi su leggermente troppo velocemente, visto che mi cade letteralmente addosso.
La afferro per la vita cercando di non far cadere nessuno dei due. Sospiro e la guardo. Nonostante tutto il casino che ho in testa riesco ancora a incantarmi nei suoi occhi.
-Oddio, mi sento uno schifo- ridacchia leggera sulla mia spalla dopo averci appoggiato la fronte.
-Idem- ribatto stringendola in un abbraccio. Dopo qualche attimo ci stacchiamo e le lascio un veloce bacio sulla guancia.
-Andiamo, penso che siamo venuti qui con la mia macchina- le prendo la mano e insieme andiamo alla macchina. La parcheggio sempre al solito posto per fortuna.
-Aspetta, ma se siamo qui con la macchina vuol dire che hai guidato da ubriaco?- chiede e ci penso anch'io. Siamo stati abbastanza stupidi. Sono stupido.
-Io, beh, credo di sì. Non ci sono tante altre opzioni giusto?- metto in moto e in un attimo stiamo andando via dalla mia collinetta.
-Siamo stati irresponsabili- mormora guardando fuori.
-Sono, quasi sicuramente hai cercato di convincermi a non guidare- rispondo sentendo il mal di testa farmi esplodere.
-Che casino...- dice ancora.
Tiro fuori velocemente il cellulare per constatare che è scarico, morto. Imitando il mio gesto lei tira fuori il suo cercando di accenderlo, ma fa la stessa fine del mio.
-Mettilo qui- le dico indicando il portaoggetti. Entrambi infiliamo i cellulari dello scomparto.
-Ma quindi che ore sono?- domanda con un filo di voce. Mi sembra abbastanza ovvio che entrambi teniamo la voce bassa.
-Le 07.34- dico guardando l'ora sul cruscotto. Mi sento terribilmente stanco e l'idea di essermi svegliato a quest'ora di domenica mi sfinisce ancora di più.
-Oddio- ridacchia appoggiando la testa al finestrino.
Il silenzio regna nel veicolo mentre guido, cercando intanto di mettere insieme i ricordi. Cosa è successo ieri sera? E perché diavolo ci siamo svegliati sulla collina? Che enorme macello. Ci penseremo insieme quando ci fermeremo a fare colazione.
Vedo un Diner Cafè, uno di quei classici piccoli ristoranti che aprono già di prima mattina e che fanno tutto, dalla colazione alla cena. Accosto e parcheggio senza chiedere il parere della mia amica e mi preparo a scendere. Appena mi alzo in piedi mi viene un capogiro e mi tengo alla portiera per non cadere. Magari un caffè fa al caso mio.
-Stai bene?- chiede Natalie e annuisco, seguendola dentro il locale. I tavoli sono i soliti che si vedono nei film dove le panche sono tipo dei puff morbidi e circondano il banco.
Ci accomodiamo ad uno a caso e sorridiamo alla signora dietro al bancone, intenta a servire un cliente. Il menù è già sul tavolo ma tanto io so già quello che voglio prendere. Se sono fuori per colazione voglio prendere quello che voglio. Un dubbio mi sale improvviso e controllo nel mio portafogli trovandoci 26 dollari e 70. Faccio veloce due conti decidendo che probabilmente ci sto con i soldi.
Dopo due minuti arriva un ragazzino che ci chiede cosa vogliamo ordinare.
-Io un cappuccino con i pancake ai frutti di bosco. Vado un attimo in bagno- dice rivolgendo a me l'ultima frase. Si alza e se ne va veloce.
-Io un caffè nero e i waffel con lo sciroppo, grazie- sorrido al cameriere che scrive tutto sul suo blocchetto sorridendo.
-Un po' di fretta la ragazza vero?- scherza un po' mentre finisce di scrivere. Alzo lo sguardo sul moro.
-In effetti...- sorrido guardando il punto in cui è sparita.
-Senza offesa ma sembrate un po' sciupati- osserva e posso vedere i suoi occhi nocciola che sorridono, cercando solo di fare conversazione.
-Già, non abbiamo dormito troppo sta notte, abbiamo fatto un salto in discoteca- spiego semplicemente. Non vedo cosa ci sia di male a dargli un po' corda.
-Oh, capisco, allora cosa ci fate qui così presto? È domenica- dice fissandomi ancora.
-Beh, abbiamo dormito fuori, ma proprio fuori e il sole ci ha svegliato- mi tocco con la mano la testa visto che la sento pulsare sempre di più.
-Se avete preso una sbronza posso cercare qualche pastiglia- propone e io sorrido, grato se che ne portasse veramente una.
-Sarebbe carino- dico e lui annuisce.
-Carina la tua amica però, mi sembra strano che sia in questo stato anche adesso, non molte ragazze riescono a stare così bene di prima mattina e dopo una sbronza- amica verso i bagni dove la mia amica è scomparsa qualche minuto fa.
-Già, è proprio bella, è anche la mia ragazza se è per questo- sorrido falsamente facendolo leggermente arrossire. Non so per quale motivo io abbia appena detto questa bugia, ma il modo in cui parlava di lei... Mi dava un po' ai nervi.
-Scusa, non volevo...- cerca di dire ma io lo fermo.
-Tranquillo, basta che non dai fastidio in quel senso- dico e la porta si apre rivelando la mia "ragazza" uscire dal bagno con i capelli raccolti e la faccia ancora umida d'acqua.
-Meglio se vado- il ragazzo se ne va e Nat si siede al suo posto, guardandolo.
-Pensavo se ne fosse già andato- afferma e io alzo le spalle.
-Ha detto che se le trova ci porta delle pastiglie per il post-sbronza. Vorrei cercare di riepilogare la serata di ieri- le dico.
-Si, vorrei anch'io- risponde sincera sorridendomi.
-Io ricordo il parchetto- ammetto.
-Allora, io penso che ci siamo incontrati in discoteca, poi il parchetto, perché anch'io mi ricordo, e poi penso che siamo andati alla collina- dice lei e io annuisco, concordando.
-Ci saremmo detto qualcosa di importante? Mi sembra che le conversazioni siano state... Serie- se la memoria non mi inganna le nostre parole devono essere state abbastanza importanti, mi ricordo anche che durante il tragitto lei era arrabbiata con me.
-Sì, lo penso anch'io, ma non ho idea di quale siano stati gli argomenti- il ragazzo di prima torna lasciando il mio caffè e il suo cappuccino. Lo ringraziamo e lui sparisce.
-Cosa ci siamo andati a fare al parchetto?- domanda lei e io alzo le spalle, non sapendo rispondere. Per quale motivo l'ho portata là? Ubriachi poi?
-Io... Mi ricordo che ero arrabbiata con me in macchina- affermo e lei sembra ragionarci su per qualche momento, poi alza le spalle.
-Che enorme casino- ridacchio e dopo poco i nostri piatti arrivano.
Iniziamo a chiacchierare tranquillamente e io le rubo un pezzo dei suoi pancake come lei fa con i miei waffel.
-Oh, ricordo cosa abbiamo fatto al parchetto- dico ad un tratto dando un morso alla mia colazione.
-Cosa?-
-Abbiamo ballato- dico quasi incerto e lei ridacchia.
-Mi hai portato via da una discoteca per ballare?- domanda mangiando un frutto.
-Mi sa che me l'hai fatto notare anche ieri sera- rido e il ragazzo arriva, sorridendo.
-Ho trovato queste pastiglie, sono contro il mal di testa se le volete- ci fa vedere una scatoletta e io annuisco, sorridendogli.
-Grazie mille- quando se ne va entrambi prendiamo la pastiglia usando il mio caffè un po' meno bollente di prima.
-È molto gentile- dice lei e io annuisco.
-Beh, sono più gentile io, ti ho fatto da cuscino tutta la notte- ridiamo tutti e due ma poi il suo riso si spegne velocemente e prende a guardare il suo piatto.
-Che succede?- domando.
-Mi sono ricordata una cosa- pausa -Ieri ho visto Logan con un'altra ragazza mentre eravamo in discoteca, non so quando- io qui sorrido, sperando vivamente che ora lo lasci -E che tu ti scopi Alexis- ok, non sorrido più.

Se siete arrivati fin qui un commentino e una stellina me li merito, no? Grazie e alla prossima.

BACIONI XD

La Memoria Del CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora