42. Natalie

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L'ansia mi sta letteralmente bruciando viva. Averlo così vicino non è cosa buona, né per me né per lui, soprattutto per lui. Lo sto praticamente illudendo.
-Un bacio soltanto basterebbe- mi scongiura con i suoi occhi cioccolato fondente che ardono per la voglia. Glielo si legge chiaramente. Vorrei concederglielo questo bacio, quello che, sono sicura, lo farebbe sentire un tantino meglio.
-Non sono pronta- dico invece. La verità mi esce così fluida dalle labbra che quasi mi stupisco anch'io, ma non sono proprio riuscita a trattenerla. Non sono sicura al cento per cento dei miei sentimenti e, se lo baciassi adesso, lo illuderei ancora di più di quanto non sia già. Sono una pessima amica. Non ne so fare una giusta.
-Sei così bella- sussurra e i suoi occhi percorrono tutto il viso, dalle labbra agli occhi, alle guance probabilmente rosse fino ai capelli neri che mi ricadono in parte sulla fronte. Mi sta ammirando come se fossi un'opera d'arte.
-Non sono sicura al cento per cento di quello che provo, Nico, io... Puoi aspettare ancora un po'?- chiedo facendomi tenere viva dai suoi occhi stupendi. Mille emozioni aleggiano nel cioccolato fondente delle sue iridi: dolcezza, felicità, ansietà, voglia, amore... Sono così felice di riuscire a leggerle.
-Aspetterei tutta la vita per te, principessa- mi sorride e io, a quel soprannome così dolce e affettuoso, sento il cuore scoppiarmi. Una sensazione strana mi stringe il petto, tanto che non saprei descriverla se non come peso che mi schiaccia, facendomi mancare il respiro. A questo punto non so neanche capire se è una sensazione positiva o negativa, tanto forte, opprimente e grande che è.
-Ti adoro- mi spingo velocemente in su con la mano destra tanto da poterlo abbracciare con quella libera. Lo stringo a me e lui, dopo un attimo di esitazione, ricambia circondandomi la vita con un braccio e sprofondando la testa nella mia spalla, sospirando tra i miei capelli. Se lo baciassi ora, oltre a rovinare la nostra amicizia (che è resistita pure alla mia perdita di memoria) lo illuderei nel caso tra qualche giorno dovessi cambiare idea. Ma alla fine anche lui potrebbe cambiare idea da un giorno all'altro e spezzare a me il cuore... Abbiamo entrambi in pugno un'arma a doppio taglio.
-Domani vieni a cena da me?- domanda spostando i capelli e lasciandomi un leggero bacio sul collo. Rabbrividisco e decido di staccarmi, ma non credo che il mio corpo voglia lo stesso.
-Certo, volentieri- rispondo sorridendo -Come mai questa domanda?- mi stacco finalmente da lui e mi stendo nuovamente sul letto, scoprendo il suo sorrisetto tranquillo e sereno.
-Mi ricordo che una certa ragazza, 1 o 2 settimane fa, mi aveva detto che avrei addirittura dato fuoco a dell'acqua o che l'avrei avvelenata- sorride ancora, più ampiamente questa volta. Mi fa stare così bene vederlo felice in questo modo.
-Penso di aver ragione poi- insinuo ridacchiando e portando una mano alla sua guancia, sfiorando la sua barba poco cresciuta -Quindi sarebbe una specie di rivincita alla mia affermazione?- chiedo sfiorando il suo volto il pollice. Avevo bisogno di contatto.
-Assolutamente, poi, se a fine serata sarai soddisfatta, dovrò avere un compenso- sorride malizioso e capisco cosa vuole dire. Alzo giocosamente gli occhi al cielo e gli do uno schiaffetto affettuoso sulla guancia.
-Dipende dal compenso- ribatto.
-Vedremo al momento, ok? Non ti svelerò la sorpresa adesso- mette una mano sulla mia e mi guarda teneramente. Inutile dire che, fino al suono della sveglia, rimaniamo svegli a parlare, non dormendo oltre.

Pessima idea quella di non dormire affatto. Sono completamente distrutta e non riesco più ad addormentarmi neanche con una tazza di the caldo tra i cuscini del divano. Una tortura se posso dire.
La scuola, per niente interessante, ha abbattuto sia me che Nicolò tanto stanchi eravamo. Con le teste appoggiate il più possibile ai banchi ci siamo guadagnati qualche richiamo da parte dei professori, ma l'importanza che noi abbiamo dato a queste sgridate è stata minima, quasi nulla.
Mi alzo sbuffando e cercando di non abbandonare mentalmente gli occhi che mi bruciano da impazzire. Non so cosa fare quindi il pomeriggio si prospetta più noioso del solito.
Mentre mi dirigo in cucina qualcuno bussa alla porta e io, con un cipiglio in volto, mi volto a fissarla. Il secondo battere sul legno mi fa rinsavire così vado alla porta per aprirla.
-Ciao- la rossa davanti a me sorride. Sono alquanto sorpresa di vederla, ancora di più quando chiede -Come stai? Sembravi distrutta oggi- è ovvio che i suoi occhi azzurri sono posati sulle miei occhiaie troppo evidenti. Le odio con tutto il cuore.
-Sono solo un po' stanca, non ho dormito bene. Perché sei qui?- la mia mente svia totalmente il discorso, tanto che posso immaginarmela avvinghiata a Nicolò, mentre si baciano e finiscono a letto insieme.
-Volevo vedere come stavi e anche parlarti- dice e io annuisco, spostandomi per farla entrare. Lei che toglie la cintura del mio amico...
Scuoto la testa per scrollare tutti i pensieri stupidi e ignoranti che possono formarsi e chiedo -Posso offrirti qualcosa? Ho dell'aranciata in frigorifero- non c'è motivo per cui non possa sentire quello che vuole dirmi. Non mi sta troppo simpatica ma non importa, sarebbe anche scortese a questo punto mandarla via.
-No grazie. Sei sicura di star bene? Non hai provato a dormire un po' questo pomeriggio?- risponde sorridendo forse un po' preoccupata. I capelli rossi e lunghi tra le dita esperte di Nico...
-Non riesco a dormire, ma tranquilla, questa notte posso recuperare- le sorrido e andiamo a sederci sul divano, poi chiedo -Di che cosa volevi parlarmi?- mentre anche uno sbadiglio mi spezza la frase.
-Di Nicolò- mi si ferma il respiro ma lei continua, non notandolo -Io non so se ti ha detto come stanno veramente le cose...- inizia. Le sue mani che gli tolgono la maglietta...
-So che andavate a letto insieme, ma è la sua vita, può decidere da solo- distolgo lo sguardo cercando di nascondere quanto i miei stessi pensieri mi stiano facendo male.
-Ma ti ha detto perché abbiamo smesso?- aspetta che la riguardo negli occhi prima di continuare. Non c'è malevolenza nei suoi oceani azzurri, ma non saprei dire neanche perché lo faccia -Lui... È innamorato di te, Natalie, veramente tanto. Impazziva quando ti vedeva con Logan, glielo si leggeva negli occhi quanto ci stava male- sospiro ripensando a quando mi ha confessato lui stesso i suoi sentimenti. Proprio qui sul divano, con una sincerità infinita.
-Alexis, io... Non sono sicura di ricambiare i suoi sentimenti, non vorrei fare stare male nessuno dei due- spiego. Mi stropiccio gli occhi che bruciano per la stanchezza.
-È lampante la cosa...- ribatte lei. Si muove sul divano e si sporge per prendermi le mani, poi apre la bocca per parlare ma la fermo.
-Non capisco cosa dici, lui me l'ha già detto che è innamorato, ma non puoi dire la stessa cosa di me, neanch'io riesco a dirlo con sicurezza- faccio un respiro profondo perché in questo momento vorrei scappare via più di ogni altra cosa. Lontano dai problemi con Nicolò, Alexis e Logan. Un giorno in cui posso stare tranquilla senza la costante sensazione di poter far soffrire qualcuno.
-Ascoltami Nat, sei una persona splendida e non posso immaginare Nicolò insieme a qualcuno migliore di te. Siete perfetti- mi fissa cercando forse di convincermi ma io svio lo sguardo, puntandolo sul cuscino azzurro accanto a me.
-Mi sembrava piacesse a te Nicolò- sussurro e lei sospira, come se non volesse affrontare il discorso.
-Ne ero innamorata se così posso dire, una stupida cotta in pratica, ma lui no, così quando abbiamo iniziato ad andare a letto insieme io ero super felice, pensavo di aver coronato il mio sogno, ma poco dopo ho capito che per lui non era comunque niente, era solo fare sesso, niente di più. Pensavo mi andasse bene, ma poi non ne potevo più, ho lasciato perdere il fattore sentimenti, ormai naufragato, e mi sono concentrata sul divertirmi. Il giorno dopo la serata in discoteca mi ha chiamato di prima mattina quasi e appena sono arrivata mi ha praticamente aggredito, portandomi in camera- ridacchia quasi divertita mentre io, di divertente, non ci trovo niente -Mi ha chiamata Nat. Non avevamo neanche iniziato e il suo primo pensiero eri tu, l'unica cosa che lo spingeva tra le mie braccia- il mio cuore salta un battito. È vero? È tutto vero quello che dice?
-Sul serio?- sussurro e lei annuisce. Perché sta facendo tutto questo? Prima che possa chiederlo Alexis continua a parlare.
-Altre volte mi chiamava principessa, e ho capito solo adesso che eri comunque tu. Ti chiama in questo modo anche in classe ora, quando pensa che non lo sente nessuno- ha ragione, da quando abbiamo fatto pace non la smette più con quel soprannome dolce e affettuoso che mi fa sciogliere.
Mi pensa da tutto questo tempo e io non lo sapevo. E ora sto sprecando altro tempo.
-Perché mi stai dicendo tutte queste cose?- espongo la mia domanda di prima e la fisso, riempita di tutte le nuove informazioni ricevute.
-Voglio vedervi felici. Ho capito che Nicolò non è il ragazzo giusto per me, ma gli voglio comunque bene e voglio la sua felicità. Prima, quando ancora ti ricordavi le cose, ci stavamo antipatiche a vicenda, ma ora mi sono in qualche modo affezionata a te, almeno quel tanto che basta da volerti felice e da aiutarti con Nico- mi sorride e a me vengono le lacrime agli occhi.
-Sei venuta qui per convincermi o cosa?- le sorrido, seriamente riconoscente per tutto.
-Volevo farti capire quanto ci tieni a lui, ci stavi mettendo troppo- ridacchia e io non posso trattenermi dallo sporgermi per abbracciarla. I capelli rossi mi solleticano il naso e, solo dopo qualche attimo che siamo attaccate, mi allontano e mi giro per non starnutire addosso.
-Salute- mi dice ridendo. Le sorrido rispondendo con un "Grazie" e ridendo con lei.
-Non sprecare i miei consigli per favore, lo stai facendo impazzire. Poi ora che non ha più una valvola di sfogo non riesce a smettere di pensarti, te l'assicuro- mi dice. Capisco che la valvola di sfogo era lei e una fitta di gelosia mi attraversa, ma sorrido comunque dicendomi che non c'è niente di cui preoccuparsi.
-Come fai a saperlo?- le domando.
-Non lo vedi durante le lezioni? Sembri una sua opera d'arte, un fiore raro, sembra addirittura che tu sia il suo cuore e che abbia paura di non poter più vivere senza di te. Sei il suo angelo- la mente vola al disegno appeso in camera mia. Come posso negare di essermi innamorata?
-Grazie. Per tutto- le dico sincera e lei mi abbraccia, poi si alza.
-Non c'è di che, voglio vedervi felici. Io vado che devo sbrigare qualche commissione- mi lascia un bacio sulla guancia e sparisce da casa mia.

Cazzeggio con il mio cellulare, finalmente sbloccato, mangiando un panino per cena. Ho davvero tantissime foto e le sto guardando una per una, ma niente di interessante senza contare le chat di Whatsapp che dovrei leggere. Una chiamata parte e la faccia buffa del mio migliore amico spunta sullo schermo. Rispondo ridendo.
-Ciao tizio buffo- dico e lui ride con me.
-Preferisti sentirti dire di aprire la porta o direttamente di venire da me?- chiede e io guardo la porta, balzando in piedi e avvicinandomi.
-Dipende. Quale delle due è quella vera?- un passo dopo l'altro arrivo alla porta e metto la mano sulla maniglia, esitando. Voglio sentire prima la sua risposta.
-Possono essere entrambe. Se volessi che io sia dietro la porta lo sono, se no corro a casa e ti aspetto lì- spalanco la porta trovandomelo di fronte e sorrido. Chiudo la chiamata e mi butto tra le sue braccia, che mi stringono rassicuranti. Inspiro il suo odore.
-Ti sono mancato così tanto?- chiede ridendo.
-Un casino- rispondo e lui mi lascia un bacio sulla fronte prima di farmi spostare ed entrare in casa.
-Cosa stai facendo?- chiedo quando lo vedo andare al piano di sopra. Chiudo la porta e lo seguo.
Arrivati in camera mia vedo che prende quello che io uso come pigiama e se lo mette sotto braccio, poi va in bagno e prende lo spazzolino, scegliendo per fortuna quello giusto e non quello di mia mamma. Lo seguo chiedendogli ancora cosa sta facendo ma arriviamo in cucina e ancora niente. Prende un post-it è una penna e scarabocchia veloce qualcosa, per poi appenderlo sul frigorifero. Prende le chiavi di casa dal piccolo cestino mentre io leggo "Natalie dorme dai vicini, sarà di ritorno domattina" di che razza di pazzo mi sono innamorata?
-Mi vuoi rapire?- chiedo mentre esce di casa mia. Resto sulla soglia come moto di protesta e lui annuisce.
-Proprio così- mi prende la mano e mi trascina fuori di casa, chiudendola subito dopo.
-Ma sei fuori di testa- rido e lo seguo verso casa sua nel buio della sera. Ormai sono le 21.00 e io mi sono dimenticata di aver ancora tra le mani il mio panino. Lo finisco.
-Dormi da me questa notte- afferma sicuro facendomi superare la soglia di casa sua.
-Perché?- chiedo. Saluto velocemente sua madre con un sorriso mentre Nicolò le dice che rimango qui a dormire.
-Mi devo preoccupare?- ribatte scherzosamente. Alzo gli occhi al cielo.
-Forse- dice Nicolò e io lo guardo. Lo spingo scherzosamente.
-Smettila- intimo a bassa voce mentre lui e sua madre ridacchiano.
-Scherzavo- mi assicura -Forse- aggiunge e poi corre sulle scale. Alzo gli occhi al cielo e saluto sua madre, seguendolo.
-Sei veramente uno sciocco- gli dico entrando in camera sua.
-So che se non ci sono io non dormi, in questo periodo è più o meno lo stesso con me, e sono veramente stanco- si lamenta lasciando le mie cose sul letto.
-Ah, quindi sono un ripiego- chiedo ironica e lui si avvicina mettendomi le mani sui fianchi, prima di rispondere.
-Sei molto di più. Il non riuscire a dormire senza una persona è una cosa terribile- mi porge le mie cose -Va' a cambiarti, sono distrutto- poi mi spinge in bagno.
Mi cambio e velocemente sono ancora in camera con lui, così ci infiliamo sotto le coperte.
-È piccolo questo letto, potevamo dormire da me, è un po' più grande almeno- siamo praticamente uno contro l'altro e io mi appoggio al suo petto, che mi fa da cuscino.
-Ho pensato che non abbiamo mai dormito da me, così mi sono detto che dovevamo cambiare- spiega alzando le spalle e tirandomi di più a sé -Oppure volevo averti solo più vicina, decidi tu quale delle due ipotesi- rido leggera e sospiro, sentendomi stanca.
-Solo i vecchietti vanno a dormire così presto- commento e ora tocca a lui ridere.
-A me non dispiace, a te?- scuoto la testa in risposta e lui sospira, lasciandomi un bacio sulla fronte.
-Sai, i letti piccoli sono fatti per le persone con un unico cuore- dice lui e il suo lo sento battere distintamente, tanto che mi fa da ninnananna fino a che non finisco nel mondo dei sogni.

Mi dispiace aver scritto la seconda ed ultima parte del capitolo troppo in fretta per descrivere bene le cose, tipo che doveva essere una scena dolce, ma uffa... Spero che per voi vada bene. Mi aspettate per il prossimo? Se siete arrivati fin qui un commentino e una stellina me li merito, no? Grazie e alla prossima.

BACIONI XD

La Memoria Del CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora