8. Scope che volano

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Jack intravide Al all'ingresso, ma questo solo per una frazione di secondo perché il maghetto riprese la sua corsa.
Ora Al sembrava volare, in qualche minuto fu davanti a un'arena. Jack lo seguì dentro con il fiatone: la struttura sembrava uno stadio con gli stendardi delle Case. L'ovale dell'arena era racchiuso da otto torri: due rosse e oro, una coppia grigio scuro e blu, altrettante gialle e nere e due verdi e argento. Da come capì Jack c'erano un paio di torri per ogni Casa. Dentro allo stadio si innalzavano sei pali che terminavano per un anello. Tre erano a destra e altrettanti a sinistra.
Al centro si trovavano una decina di persone, che ascoltavano una ragazza di colore con i capelli ricci e folti, lei era in divisa rossa e oro con il mantello nero. In mano aveva una scopa, come tutti gli altri ragazzi, sempre vestiti nella medesima tuta.
Tra di loro si intravedeva il piccolo Al. Mentre Jack si avvicinava, l'altro aveva cominciato un battibecco con la Grifondoro che probabilmente era del quinto o sesto anno.
"No! I provini sono finiti, mi spiace. E, in tutti i casi, non sai volare".
"Non è vero! Mio padre mi ha insegnato a volare e mia madre giocava nelle Holyhead Harpies!" Ribattè furioso Al.
"Guarda!" Disse lui strappandole di mano la scopa.
Il ragazzo montò sull'oggetto, che si levò in aria. Al volò sulla scopa per qualche minuto facendo capovolte a mezz'aria e sfrecciando per l'arena. Jack, per tutto quel tempo, rimase shockkato e in disparte: "Da quando le scope volano?!" Pensava lui.
Al riatterrò accolto dall'applauso della ragazza che prima gli stava urlando contro.
"Non ho mai visto nessuno del primo anno volare così bene. Forse con un po' di allenamento riuscirai ad entrare nella squadra entro Natale. Il tuo nome è...?"
"Albus Potter"
"Ah; ecco. Ora si spiegano tante cose..." esclamò lei divertita.
La sera stessa raccontarono a Rose cos'era successo e, stranamente, non sembrò sorpresa:
"Beh, Al il Quidditch ce l'ha nel sangue. Harry è entrato nella squadra il suo primo anno e Ginny era una professionista". Disse lei rivolta a Jack.
"Non ho ancora capito bene cos'è questo Quidditch". Ribattè lui. "Per ora capisco solo che consiste nel volare su una scopa...".
"Allora vedrai domani a Volo". Rispose carico Al.
La mattina, dopo colazione, andarono alla radura davanti ad Hogwarts e, come l'altra volta, la De Luca li stava aspettando.
Quel giorno erano a lezione con Serpeverde.
La professoressa ritirò i compiti di Grifondoro e studiarono ancora i disgustosi Streeler.
La lezione, essendo stata solo di teoria, annoiò tutti, ma l'euforia generale riprese a Volo.
La professoressa di Volo su trovava al centro di uno dei tanti chiostri del castello. Lei era abbastanza giovane, aveva i capelli bianchi, corti e scompigliati; i suoi occhi sembravano quelli di un gatto: gialli con una fessura nera.
"Buona mattina. Io sono Madame Hooch". Disse lei rigida. Indossava una tuta come quella che usavano quelli del provino per la squadra: aderente ma non troppo, guanti di pelle e un mantello; tuttavia i colori erano diversi: l'oro e il rosso erano diventati azzurro e bianco.
Dopo aver salutato a loro volta, gli studenti, ricevettero una scopa ciascuno.
"Buttatela a terra e dite su". Ordinò lei sempre meno flessibile. Lentamente tutti misero la scopa sull'erba e comandarono alla scopa di alzarsi: un ragazzo di Serpeverde con i capelli color platino fece alzare la scopa al primo ordine, e come premio gli furono assegnati cinque punti. Il secondo fu Al e a seguire tutti gli altri.
"Montate, uno alla volta, sulla scopa e spingetevi con i piedi verso l'alto. Poi smontate. Prego signor..." disse lei rivolgendosi al Serpeverde.
"Scorpious Malfoy". Malfoy riuscì ad alzarsi a mezz'aria e non cadere dalla scopa. Gli occhi di gatto squadravano uno a uno gli studenti che testavano per la prima volta una scopa. Rose sembrò a suo agio e, logicamente, lo stesso valse per Al. Quando fu il turno di Jack, lui, era agitatissimo: sarebbe crollato pesantemente al suolo o se la sarebbe cavata come gli altri? Montò sulla scopa, si aggrappò al manico e si diede una spinta. La scopa sembrava... viva: quella si protese leggermente verso l'alto e trascinò Jack con lei. Si trovavano circa mezzo metro da terra. Il ragazzo smontò dall'oggetto, che piombò subito ai suoi piedi. La lezione la conclusero parlando dei venti e delle virate, ma del Quidditch non venne nemmeno detto il nome.
L'ora del professor Longbottom fu sostituita con una di Hack tuttavia fu considerata molto interessante da tutta la classe: quel giorno parlarono delle creature create dal ministero: gli Incubi.
"Gli Incubi" cominciò Hack. "Sono delle creature orribili. Possiamo considerarle l'evoluzione dei Dissennatori. Su la mano chi sa cos'è un Dissennatore... prego signor Potter". Disse alla vista della mano del ragazzo alzarsi.
"Beh..." iniziò Al. "Mio padre mi ha detto che sono mostri con il mantello che succhiano la felicità dalle persone".
"Molto bene! Cinque punti a Grifondoro" esclamò il professore.
"Dovete sapere che i Dissennatori erano usati dal Ministero come guardie di Azkaban, la prigione di massima sicurezza dei maghi. Dopo la morte di Voldemort" e al nome Hack guardò Al, che sembrava aver capito cosa il professore volesse dirgli. "Non li hanno più usati ritenendoli troppo influenzabili dalle forze oscure. Al loro posto hanno preso un Dissennatore e l'hanno fatto baciare da un altro come lui. Il risultato? Un Incubo. Gli Incubi sono esseri fatti di fumo che hanno le fattezze di un manichino. Loro non succhiano la felicità alla gente ma si nutrono delle emozioni, una dopo l'altra. Logicamente la prima ad andarsene è la felicità e l'ultima è la paura. L'unico modo per evitare un contatto con un Incubo è creare un Sogno... i Sogni sono l'opposto degli Incubi anche se sono tali e quali a questi e l'unica differenza è il loro colore, che è bianchissimo. Per creare un Sogno serve un livello di abilità molto alto. Io, per esempio, ho creato il mio per la prima volta l'anno scorso."
"I Sogni, in tutti i casi, invece di attaccare voi attaccano gli Incubi, distruggendoli. Nessun Sogno può essere battuto dal suo opposto e per crearli c'è un incantesimo: Incanto Somnia. Naturalmente non mi sapetto che voi lo impariate. Infatti per prima cosa dovete saper effettuare un Incanto Patronus."
"Leggete pagina 281 per la prossima lezione" e, detto ciò la campana si mise a ritoccare: le lezioni erano finite.
Quel pomeriggio Jack si allenò con Al con l'incantesimo di disarmo.
"Expelliarmus!" Urlò Jack. Per la prima volta la bacchetta dell'altro schizzò in aria.
"Wow!" Esclamò Al. "Bravo! Finalmente ci siamo riusciti entrambi"
Jack era soddisfattissimo. A cena raccontarono gli avvenimenti a Rose che si complimentò con i due.
"A proposito... tu dove sei stata?" Chiese Al alla ragazza.
"Sono andata in biblioteca a dare un occhiata agli Incubi... ho trovato che di notte non si possono vedere essendoci buio. In pratica ti fanno diventare uno zombie senza che tu te ne renda conto..."
"Ah. Beh io non ho intenzione di fare amicizia con un Incubo, quindi non li vedrò neanche dipinti, si spera". Ribattè Jack con vivacità.
"Io voglio imparare ad evocare i sogni". Disse Al
"Sì certo! Domani ti sveglierai e creerai Sogni a destra e a manca!" Disse ridendo Rose.
Andarono a letto e la mattina seguente andarono a fare colazione anche se sembravano sonnambuli.

Figlio di Un MangiamorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora